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L'indomani speravo che Clara si alzasse sorridente e di buon umore, invece era come la sera precedente. Mi faceva molto male vederla così angosciata e mi sentivo impotente, perchè non conoscevo bene la causa del problema, anche se provai ad immaginarla.

«Buongiorno, indovina cos'ho preparato per te stamattina.»

Le dissi sorridendo, stavo male dentro, ma decisi di non farglielo pesare, volevo trasmetterle solo vibrazioni positive.

«Trasferisciti qui.»

Mi disse e in un primo momento ero sicura che scherzasse.

«Avanti, solo perchè ti ho preparato la tua colazione preferita...»

«No, dico sul serio.»

«Cosa?»

Al diavolo trasmetterle sensazioni positive, sulla mia faccia comparve un'espressione mista di emozioni negative: ansia, timore e preoccupazione tra le principali.

«Okay, non ho pensato prima di parlare, lascia stare. »

Non risposi e continuai a fissare il vuoto con quell'espressione spaventata.

«Ora stai esagerando, non ti ho detto nulla di particolarmente strano.»

«Nulla di particolarmente strano? Ma scherzi? Mi hai chiesto di trasferirmi a casa tua...»

Purtroppo non riuscii ad evitare di prendermi a male, PURTROPPO, perchè questo peggiorò tutto, anche la situazione della sera prima.

«Cosa c'è di strano? Io e te stiamo praticamente insieme sempre, è già come se vivessimo insieme, perchè restare in questa gabbia di amicizia ? »

«Perchè io ho giá una casa.»

«Quando devi venire a dormire qui o a fare altro però non esiti a lasciarla, ma per vivere con me no.»

«Se con "fare altro" intendi il sesso, ti invito a pensarci meglio.»

Dissi con un tono un po' incazzato.

«Ah si? E perchè dovrei pensarci meglio, sentiamo?»

Mi sfidò, non riuscii a trattenermi, provavo un misto di emozioni forti che non riuscii a controllare e alzai la voce.

«Perchè io e te neanche abbiamo un rapporto decente. Tu lo chiameresti sesso? Ogni volta che mi avvicino a te un po' di più o provo a toccarti tu mi spingi via. Per non parlare di quando cerco di spogliarti. È un continuo sentirti a disagio e non sono neanche degna di sapere i motivi, cazzo.»

Lei mi guardò come se avesse finalmente ottenuto ciò che voleva fin dall'inizio, farmi dire la verità su cosa pensavo riguardo l'argomento sesso.

«Ecco, visto? Senza quello non è la stessa cosa, come dicevi ieri.»

Si diresse in bagno e chiuse la porta a chiave.

Io restai lì immobile, pensando a che casino avessi combinato. La aspettai per circa un'ora e mezza, uscì dal bagno e si diresse in camera sua, sempre chiudendo la porta a chiave. Aspettai ancora un'altra ora, due, tre. Poi capii che non serviva a nulla perchè non mi avrebbe parlato. Presi le mie cose e andai via.

Non parlammo per i due giorni successivi. Provai a chiamarla ma non ebbi mai risposta, credevo che fosse finita per davvero. Finchè non le andai a comprare dei fiori e non mi feci trovare fuori la porta di casa sua con una valigia.

«Scusa per ogni singola cazzata che ho detto. Ero intenzionata a trasmetterti solo positività ma stavo male anch'io per quello che era successo. Quando mi hai chiesto di trasferirmi, che alla mia età è una cosa abbastanza seria, sono andata in panico, le emozioni si sono mescolate e ho detto le prime cattiverie che mi passavano in mente. A volte si deve mentire per far stare bene la persona che ami, ma non ti mentirò: mi fa male vedere che quando sei nuda davanti a me, ti senti così fortemente a disagio, ogni volta che provo a toccarti, il tuo copro emana vibrazioni negative. Ho provato a passarci sopra più di una volta. Se tu non ti senti pronta o c'è qualsiasi altro problema, non ti giudicherò, io voglio stare con te a prescindere da tutto, ma perfavore, parlamene. Mi sento così impotente a riguardo. »

Non rispose a nulla di ciò che le dissi ma mi pose una domanda.

«Che significano quella valigia?»

«Visto che dormo spesso qui, e tu mi hai chiesto di trasferirmi... Ferma. Non ti sto dicendo che mi trasferisco qui. Ma potrei provare a stare qui per più di una notte per vedere che succede.» 

«Entra, parliamo.»

Entrammo in casa, mise i fiori in un vaso e portai le valigie in camera sua. Poi ci sedemmo entrambe sul divano, una di fronte all'altra.

«Voglio spiegarti tutto...»

Mi disse, io le presi la mano e la guardai aspettando.

La donna della mia vita. Where stories live. Discover now