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Londra - 1 Giugno

Erano le 8:30 della prima calda matttina d'estate, mi diressi da Sturbucks per bere un cappuccino freddo prima di andare a scuola. Dovevo controllare i risultati dell'esame.
Pioveva tanto, nonostante il caldo già apparentemente estivo. Il mio nome è Grace Williams, ho compiuto da poco 18 anni, ho i capelli rossi, gli occhi verdi e adoro l'estate,
Appena uscita da Sturbucks, con il cappuccino freddo al caramello nella mano destra e il telefono nell'altra, una ragazza bionda, che stava correndo frettolosamente, mi urtò, facendomi cadere tutta la bevanda sulla camicia.

«Ma che cazzo fai?»

«Scusami, non volevo. Sono di fretta, mi dispiace tanto.»

Rispose la ragazza, ridacchiando leggermente.

«Sta più attenta e guarda dove vai!»

Esclamai infastidita dalla sua risatina.

La ragazza sorrise e riprende la sua corsa. Gettai in un cestino il bicchiere ormai vuoto e decisi di andare a casa a cambiarmi. Uscii nuovamente per dirigermi a scuola e finalmente riuscii a raggiungere l'obbiettivo: i risultati dell'esame.
C'era un grande quadro di carta appeso, con i nomi di tutti gli studenti e i rispettivi voti.
Feci scorrere il dito in verticale fino al mio cognome e poi in orizzontale fino al voto. Un bell'otto riempì i miei occhi di gioia, era un voto eccellente, considerando la difficoltà della scuola.

Uscii dalla porta e iniziai a camminare verso il mio centro commerciale preferito. Mi ero promessa che se avessi preso otto, mi sarei concessa un po' di shopping.
Entrai nel primo negozio, presi la prima maglietta e corsi nel primo camerino libero. Non la guardai nemmeno, volevo solo rilassarmi quella mattina.

Mi sfilai la camicetta che avevo addosso e infilai la maglia del negozio, era rossa e scollata.
Improvvisamente entrò una ragazza dai capelli biondi, leggermente mossi, magra e con gli occhi azzurri. Era la stessa ragazza di prima.

«Ehm, scusa, non volevo. Non di nuovo.»

Esclamò ridacchiando, evidentemente riconoscendomi.

«Non fa niente, tranquilla.»

Risposi calma.

«Ti sta bene questa maglia, prometto che non la rovinerò versandoci sopra del caffè.»

Provocò un mio sorriso nervoso.

«Che ci fai anche qui?»

Le domandai curiosa.

«In verità, stavo comprando una maglia per te. Ti ho vista entrare e ho pensato di fare un gesto carino, visto ciò che ho fatto stamattina a quella camicia.»

Mi rispose e restai un secondo a riflettere.

«Ma se neanche mi conosci...»

Dissi, forse in modo un po' antipatico. Mi sfilai la maglia e rimisi la mia camicetta.

«Appunto, forse sono interessata a farlo.»

Prese la maglia rossa, mi fece l'occhiolino e si diresse alla cassa per pagare prima che potessi raggiungerla.

«Ad ogni modo, dovrai accettare, non mi piace il rosso.»

Mi disse.

«È il mio colore preferito!»

Esclamai dispiaciuta.

«Infatti ti sta bene ed è un piacere guardartelo indossato.»

Disse girandomi intorno.

«Visto che sei interessata a conoscermi, bene. Mi chiamo Grace Williams.»

Le porsi la mano e lei me la strinse.

«Io Clara, Clara Pegat, vivi qui?»

«Sì, proprio a due passi da qui, tu?»

«A due passi dalla metro. Che lavoro fai?»

Continuò a girarmi intorno, mentre ci avvicinammo all'uscita del centro commerciale.

«Non lavoro, ho appena finito il quinto anno di Liceo.»

«Ah, beh, sei ancora piccola.»

«Perchè? Tu quanti anni hai?»

«Ventuno. Non vedo l'ora di farne ventidue.»

«Perchè questo desiderio?»

«Vuoi davvero scoprirlo? Vieni con me.»

«Ehm, mamma mi dice sempre di non fidarmi degli sconosciuti.»

Esclamai per metà ironica e per metà seria.

«Faresti bene a non fidarti infatti, ma se vuoi, seguimi.»

Tutto ciò che diceva, era rivestito da una vena ironica cosí sottile, che non avevo mai trovato in nessun'altra persona.

La donna della mia vita. Where stories live. Discover now