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Non sapevo bene per quale ragione stessi seguendo quella ragazza, ma mi incuriosì.
Continuammo a camminare finchè non arrivammo in un vicoletto stretto e lungo, con le mura tutte coperte di murales.

«Wow, sono bellissimi!»

Esclamai, osservandoli uno per uno.

«Qualcuno l'ho fatto io.»

«Questo è il mio preferito.»

Indicai un murales pieno di fiori tutti diversi, con due ragazze al centro, l'una che sfiorava la guancia all'altra. C'erano tantissimi dettagli che mi saltarono all'occhio, guardandolo meglio e che mi affascinarono.

«Ehm, l'ho fatto io, ma non mi piace.»

Abbassò la testa.

«Stai scherzando? È il migliore.»

«Si, ma racconta una storia a cui non voglio pensare»

«D'accordo, ma ero impaziente di conoscerla, uffa.»

«Magari un giorno te la racconterò.»

«O magari puoi raccontarmela davanti a un caffè. Non insisto, se ti fa stare male, ma credo che parlarne subito sia la scelta migliore.»

«D'accordo, ma il caffè te lo offro io. Sono in debito con te anche per quello.»

Ci dirigemmo insieme da Sturbucks e prendemmo due cappuccini freddi al caramello.

«Non ho mai assaggiato questo gusto.»

Esclamò Clara.

«È buonissimo, ti piacerà.»

Bevve un sorso e poi spalancò gli occhi.

«Hai ragione, è buonissimo!»

Sorrisi felice e poi lei iniziò a raccontare.

«Stavo con questa ragazza, la amavo, lei soffriva molto e io ho provato a starle vicino ma lei non voleva essere aiutata da me. Ci sono persone che quando soffrono, accettano aiuto, e cercano di farsi dare affetto dalle persone che hanno accanto. E altre che invece rifiutano l'aiuto anche della persona che più le ama. Lei è il secondo tipo e ha rifiutato il mio affetto, così ci siamo lasciate e io le ho dedicato questo murales.»

«Oh, mi dispiace molto. Ora credo di capire il significato di tutti i particolari del murales»

«Già.»

«Sei un'artista?»

«Mi piacerebbe esserlo piú o meno.»

«Mi hai portata con te per un motivo, ora rispondi: perchè desideri arrivare a ventidue anni?»

«Perchè c'è un concorso che vorrei vincere, a cui si può partecipare dai ventidue ai venticinque anni»

«Wow, un concorso d'arte?»

«Si, vorrei diventare una disegnatrice di fumetti.»

«Che bello, ci riuscirai. Dopo aver visto i murales posso metterci la mano sul fuoco.»

«Grazie ah, sei molto dolce.»

Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e avvicinò il viso al mio.

«Ehm, okay, io devo andare.»

Si allontanò subito.

«E dove dovresti andare? Stavi facendo shopping da sola.»

Ridacchiò.

«In effetti, si. Vuoi accompagnarmi?»

«Sii, perchè no? Andiamo.»

Si alzò velocemente e dopo aver pagato, uscimmo e tornammo al centro commerciale.

La donna della mia vita. Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz