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«Ho dormito benissimo, qualcuno ieri mi ha fatta stancare parecchio.»

Rispose, provocandomi con un sorrisetto malizioso e ingenuo allo stesso tempo.

«E perché guardi proprio me, non sono mica stata io ad iniziare.»

Scherzai, per poi darle un bacio sulle labbra.

«Comunque, torniamo serie. Oggi dobbiamo tornare a casa...»

Disse malinconica.

«Già, nella nostra triste e cupa città.»

«Tranquilla, ti porterò di nuovo via, molto presto.»

Fece l'occhiolino.

«Scommetto che ci riuscirò prima di te.»

Le dissi e mi rispose con una semplice risata.

Poi inizió a sistemare le cose necessarie per tornare a casa, prese in mano il vestito dorato e lo guardó per metterlo senza cura in valigia.

«Non vorrei ritornare sull'argomento, ma una maniaca dell'ordine come te che tratta così male un vestito stupendo come questo, mi portano a chiederti il perchè»

Okay, volevo decisamente ritornare sull'argomento! Ma solo perchè la paranoia sul possibile collegamento tra Clara e quello sconosciuto mi stava mangiando dentro.

«Solo se mi spieghi il tuo motivo di interesse per questo vestito.»

«Boh nulla, solo che sembra tutto molto strano. Quando l'hai comprato?»

«Martedì pomeriggio.»

«Martedì pomeriggio stavamo insieme, poi avró aperto il tuo armadio almeno dieci volte da quel giorno e non ho mai visto nulla di nuovo. Clara...»

Misi le mani sulle spalle portandola di fronte a me e la guardai.

«Dimmi la verità, per favore.»

Implorai.

«Okay, ma non voglio che ti incazzi perchè non te l'ho detto, d'accordo?»

«Va bene, accetto le condizioni, ora parla, ti prego.»

Dissi mettendole fretta, il cuore mi batteva forte, ero in ansia, speravo che ciò che mi avrebbe detto avesse potuto togliermi i brutti pensieri dalla testa.

«Non l'ho comprato io, è un regalo. »

«Di chi ?»

Chiesi sempre più preoccupata.

«Da parte di un ragazzo che ci teneva a scusarsi.»

«Chi? Descrivimelo.»

Le ordinai.

«Grace, la smetti? Stai diventando insopportabile. Perchè dovrei descrivertelo o dirti il nome? Non ti basta sapere che è un regalo di scuse. Fidati di me e basta. Perchè fai tutte queste domande? »

Iniziò ad alterarsi e con lei anch'io.

«Ma stai scherzando? Un ragazzo ti regala un vestito e non dovrei nemmeno chiederti chi cazzo sia...»

«Beh esatto, dovresti semplicemente fidarti di me, troppo difficile»

Le tolsi le mani dalle spalle, mi voltai e feci un bel respiro prima di girarmi verso di lei e parlare.

«Non ho mai detto che non mi fido di te.»

Cercai di dirle in modo calmo ma mi interruppe.

«Allora cosa vuoi?»

Disse guardandomi e quasi urlando.

«Sapere chi sia.»

«Scusami, ma non ne capisco il motivo.»

«Almeno il motivo per cui si sarebbe scusato...»

Chiesi sempre più incazzata e ansiosa.

«Non ho più voglia di parlare.»

Esclamó andando in bagno.

«Che cazzo significa?»

La seguii non capendo.

«Ne parliamo quando torniamo a casa perchè ora non mi va più»

Rispose finendo di mettere a posto.

«Quindi dovrei aspettare che ti torni la voglia di parlare per chiarire questa cosa? E nel frattempo?»

«Non lo so.»

«Cosa ti inventi pur di non darmi mai una spiegazione, vaffanculo Clara.»

Dissi uscendo dal bagno e sistemando le mie cose. Ero davvero incazzata per quella specie di decisione e il modo in cui me l'aveva comunicata, come ad ignorare me e ciò che provavo. Non vedevo l'ora di tornare a casa, se non potevamo chiarire, allora volevo stare da sola. Uscii dalla stanza d'albergo, chiudendomi la porta alle spalle, lasciando le chiavi sul comodino, cosí le avrebbe consegnate lei una volta lasciata la stanza. Non era così che volevo salutare quel posto, ma ero consapevole che al 70% non fosse stata colpa mia.

La donna della mia vita. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora