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Ci rivedemmo dopo qualche giorno per parlare di ciò che era successo. Fui io a chiederle di vederci, ci pensai a lungo ma alla fine decisi di chiederle scusa e di spiegarle un po' di cose. Non ci mise molto ad accettare e quando fummo insieme mi rivelò di non essere mai stata realmente arrabiata con me.

Ci incontrammo in un parco vicino casa mia, lei arrivò a piedi, nonostante fossero venti minuti abbondanti di cammino.

«Non mi piace usare la macchina per fare distanze piccole, ti ricordo che sono contro l'inquinamento di ogni tipo»

Mi disse e in effetti lo era e lo sapevo bene.

«Si, lo so. Ed è anche per questo che ti stimo tanto.»

«Wow, mi sento così onorata.»

«Voglio chiederti scusa per l'ultima volta. Ho detto cose che pensavo e penso ancora ma erano dettate dalla paura che ho di perderti. Tuttavia voglio anche dirti che ho capito, con difficoltà, ma ce l'ho fatta. Ho capito che tu sei libera di decidere con chi stare e se ami lei dovresti tornarci insieme senza preoccuparti troppo di me. »

«Beh, ma io mi preoccupo di te.»

«Non stavo insinuando che non ti preoccupassi per me, hai capito male. Intendo che devi prendere questa decisione da sola.»

«Avevo capito, tranquilla. Sei carina a dirmi queste cose e a scusarti, anche se non ho mai provato rancore per te. In ogni caso, ci uscirò domani.»

«Ohw e che farete ? »

«Ovviamente andremo da Starbucks.»

Disse con un velo di ironia e un sorrisino strano. Avevo l'impressione che volesse provocarmi.

«Beh si, Starbucks è un bellissimo posto percui...»

«Sto scherzando, andrò a casa sua.»

«Ah...»

«Scherzavo ancora.»

Scoppiammo entrambe a ridere.

«Non ho idea di dove andremo ma penso che sarà una serata tranquilla.»

Disse finalmente seria.

«Spero tu ti diverta.»

Risposi.

Poi ci fu qualche minuto di silenzio prima di salutarci, tornai a casa e iniziai a suonare la chitarra. Continuai per tutta la notte e scrissi anche una canzone, anche se non era il massimo ed era molto arrangiata. Alcune parti erano sfocate e non si capivano, altre più chiare ma comunque avevano bisogno di una riguardata, o magari anche più di una.

Ho imparato a suonare la chitarra all'età di dodici anni, ed è stato un percorso difficile poichè la mia strada veniva sempre ostacolata da maestri incompetenti e senza passione. Finchè non avevo trovato il maestro migliore del mondo che in soli due anni riuscì a darmi le giuste nozioni per suonare la chitarra in modo decente. Come tutti gli scrittori, non scrivevo a comando, di conseguenza lo facevo davvero di rado. Ma quando lo facevo mi impegnavo talmente tanto che alla fine venivano fuori belle cose, che non ho mai avuto il coraggio di pubblicare. Credo che nessuno abbia mai letto un mio testo nè mai sentito una mia canzone. Non ho vergogna di suonare o cantare davanti agli altri, però considero i miei testi una cosa molto intima e personale, una persona deve essere davvero importante per me per conoscermi così a fondo da aver letto un mio testo e nessuno è mai arrivato a questo punto.

La sera in cui Clara uscii con la sua ex ragazza, io restai a casa a mangiare schifezze guardando la mia serie tv del momento su netflix. Ero molto in ansia per quello che stava succedendo e cercavo di distrarmi il più possibile. Verso le due di notte Clara mi scrisse un messaggio: "sono appena arrivata a casa, domani ti racconto com'è andata, comunque non ti perderei per nulla al mondo".

Leggendo quelle parole la mia mente inziò a viaggiare. C'erano tantissime vocine nella mia testa che facevano domande: "saranno tornate insieme?" "magari no però stanno considerando l'idea" "magari vogliono decidere con calma e quindi frequenterà sia lei sia te e alla fine sceglierà lei e tu soffrirai".

Erano assillanti, tanto che mi venne mal di testa.

Dieci secondi prima di addormentarmi, rilessi quel messaggio e stavolta nessuna vocina nella mia testa. Feci un sorriso e mi sentii bene, poi crollai.

Il mattino seguente, mi svegliai con la sua telefonata.

«Mi trovavo per caso sotto casa tua e mi stavo chiedendo, chissà se dorme ancora...»

Mi disse e io con gli occhi ancora chiusi la invitai a salire.

In tre minuti e mezzo fu nella mia stanza e io mi ero soltanto lavata i denti e la faccia.

«Buongiorno»

Le dissi avvicinandomi per derle un bacio sulla guancia.

«Alla buon ora. Sono quasi le undici, hai fatto le ore piccole ieri notte ? »

«In effetti sì.»

«Sei uscita con qualcuno?»

«Assolutamente no, sono stata sotto le coperte a guardare serie tv e a mangiare cose che è meglio tu non sappia. Dai, non pensare alla mia serata, raccontami piuttosto com'è andata la tua.»

«Le ho detto di no. Avevi ragione tu. Era una decisione che dovevo prendere da sola a prescindere, però avevi ragione sul fatto che avrebbe provato in tutti i modi a farmi pena per tornare insieme e le ho detto di no. Credo di stare ancora male per lei, quando l'ho vista ho sentito un vuoto dentro, ma non voglio tornarci e ne sono sicura.»

«Wow, non so se essere felice o triste per te, ma sono felice per me perchè non ti perderò.»

«Io non ho mai voluto perderti Grace.»

«Nemmeno io Clara.»

Non mi fece neanche finire che mi prese delicatamente per i fianchi e mi baciò.

Sentii improvvisamente il cuore riempirsi di gioia e battere all'impazzata, ci stendemmo sul letto senza dire una parola e continuando a baciarci. Iniziò ad accarezzarmi la pancia sotto la maglietta, poi salí un po' più su e iniziò a palparmi il seno. Io mi eccitai, e non sapevo se fossi più eccitata per la sua dolcezza o per la sua palese e improvvisa voglia di andare oltre con me.

La donna della mia vita. Where stories live. Discover now