|22|

2.1K 96 2
                                    

Io e Nathan non parlammo più di noi finchè non arrivammo in aereoporto.

«È stato un bel viaggio tutto sommato.»

Affermò Nathan, mentre passeggiavamo lontano dai nostri genitori, aspettando la comunicazione del numero del gate.

«Beh si, la mia ragazza mi ha pseudo-lasciato, ho auto una pseudo-storia con una bambina, il mio migliore amico si è pseudo-dichiarato a me, il viaggio migliore che potessi fare.»

Risposi ridacchiando.

«Almeno ridi...»

Rispose lui.

«Comunque mi dispiace tanto per ieri, ero ubriaco e speravo in qualcosa. Nulla di più, davvero, scusami.»

Abbassò lo sguardo, allora mi fermai e mi misi di fronte a lui.

«Ascolta, è il momento di parlare a carte scoperte. Nessuno dei due può di certo dimenticare quello che è successo tra noi prima di partire, è stato magnifico e ci ho pensato costantemente ogni giorno in cui tu non fossi qui. A volte anche durante questo viaggio ho pensato all'idea di noi. Almeno al momento, non è la cosa giusta per noi, o almeno io ritengo che non lo sia, per me nè tantomeno per te. Non meriti il peso di tutti i documenti a cui sicuramente ti sottoporrebbe mia madre e io non voglio le pressioni della tua per farmi diventare la donna perfetta per suo figlio. Ti vorrò bene per sempre e forse un domani ti amerò anche, ma per il momento, ciò non può accadere.»

Dissi tutto d'un fiato.

«Si, hai ragione. Rispetto i tuoi sentimenti e capisco tutti i tuoi pensieri, sono d'accordo anch'io. Allora amici.»

Rispose cercando di cambiare argomento il prima possibile.

Fu un viaggio molto lungo e stancante, scesi dall'aereo distrutta.
Salutai Nathan con un enorme abbraccio e i genitori con un sorriso falso sulle labbra.

Poi io e i miei genitori entrammo in macchina e tornammo a casa.

Il cellulare vibrò.

Lo presi per guardare.

Clara: "Sei arrivata? Com'è andato il viaggio? Era affollato l'aereoporto? Mi piacerebbe incontrarti domani."

Io: "Sto tornando a casa proprio ora. È stato estenuante, c'erano tante persone, le valigie ci hanno messo tempo ad arrivare. Non so se mi va di vederti..."

Clara: "Sospettavo fossi incazzata con me, non hai tutti i torti.Voglio solo parlarti."

Io: "Non so se mi va di ascoltarti."

Clara: "Aspetto una tua chiamata."

Quando finalmente arrivai a casa, ero stanchissima ed era abbastanza tardi, così mi addormentai subito.

Il giorno seguente non chiamai Clara, anche se la pensai per tutto il giorno. Andai a scuola, incontrai le solite persone, mi accorsi di non avere più neanche un amico lì dentro, tornai a casa a mangiare e passai tutto il resto del pomeriggio a studiare e ascoltare musica.

Fu una giornata monotona, che odio.

Mi addormentai presto e la mattina dopo la storia si ripetette egual modo.

Dopo qualche giorno, chiamai Clara e le dissi che ero pronta ad ascoltarla, ma quando fu davanti a me, non ne fui più così sicura.

Ci guardammo restando in silenzio per qualche minuto, dopo esserci salutate da Starbucks.

«Prendi il solito?»

Le chiesi.

«Si.»

Mi rispose sorridendo mentre io ordinai per entrambe, prendemmo i bicchieri e andammo a sederci su un muretto da sole.

«Com'è andata la vacanza?»

Mi chiese come se fosse tutto naturale, non capendo che per me non c'era un cazzo di naturale.

«Non ho tanta voglia di parlare, piuttosto vorrei ascoltare cosa hai da dire.»

«Scusami se volevo rendere le cose più facili.»

«Le rendi solo più difficili evitando ancora l'argomento, parla e basta, una volta per tutte.»

«Ti sarai chiesta il perchè di quel messaggio, beh, io ho combinato un casino.»

«Clara...»

«Lasciami spiegare. Come ti dissi a telefono, mi sono avvicinata ad Aurora e l'ho fatto perchè un mio amico mi ha fatto venire le paranoie più assurde su te e lei. Mi ha invitata ad una festa, la sera in cui mi hai raccontato che i vostri genitori vogliono far stare insieme te e Nathan. Stavo malissimo e ci sono andata per distrarmi, dopo aver bevuto qualche drink, le ho spiegato tutto.»

«Cosa le hai detto?»

«Tutto. Che desideravo solo la tua felicità e se Nathan lo fosse stato, ti avrei lasciata andare. Lei mi ha consigliato di lasciarti libera ed ero ubriaca così ti ho scritto quel messaggio.»

«Si ma da quel messaggio sono passati giorni e a te non è mai venuto in mente di scrivermi che fosse una cazzata ?»

Le chiesi con tono molto incazzato.

«Lasciami finire. A questa festa non eravamo da sole, c'erano dei suoi amici tutti maschi e più grandi di lei, che a un certo punto hanno iniziato letteralmente a molestarla verbalmente. Lei non sembrava assecondarli, ma anzi, li respingeva. Solo che loro continuavano, finchè due di loro non l'hanno convinta ad uscire. Ovviamente sono uscita anch'io con loro, non me la sentivo di lasciarla sola. Così ho potuto assistere alla scena più brutta della mia vita, l'hanno portata in macchina e uno è rimasto con me e non voglio neanche descriverti il resto.»

Abbassò la testa con gli occchi lucidi.

Mi alzai e mi misi di fronte a lei e poggiai le mani sui suoi fianchi.

«Clara guardami, qualcuno di loro ti ha toccata?»

Chiesi cercando di mantenere la calma.

«Clara, ti prego. Qualcuno di loro ti ha toccata?"

Alzò la testa e mi guardò piangendo.

Le presi il viso tra le mani e lo avvicinai al mio.

«Io li ammazzo. Chiunque sia stato, qualunque cosa ti abbia fatto, io giuro che lo ammazzo.»

«Mi dispiace tanto se ti ho fatto star male, non era mia intenzione, ma nei giorni successivi io non riuscivo nemmeno a parlarti. Sapessi quante volte ho preso il telefono per chiamarti e poi sono scoppiata a piangere e l'ho chiuso. Se non vorrai più stare con me, capirò, mi dispiace tanto.»

Mi disse con voce rotta dal pianto.

«Shh, tranquilla. Anch'io ho fatto i miei errori, credevo fosse finita e mi sono lasciata un po' andare.»

«Con Nathan presumo, a proposito, hai capito cosa significa per te?»

«Non con Nathan, con una ragazza. Comunque si, ho capito che amo te adesso e non voglio nessuno che non sia tu.»

Risposi e poi la baciai.

La donna della mia vita. Where stories live. Discover now