Una bella sfida

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6:15, suonò la sveglia.
La mattina di Louis era piuttosto monotona, una routine continua. Anche prima che iniziasse a lavorare.
Impugnò i suoi occhiali da vista, si fiondò sotto la doccia ed infine preparò una colazione sana e proteica.

Mentre si stava infilando in macchina peró il suo cellulare squillò. Il nome Liam era apparso sullo schermo, così Louis si affrettò a rispondere.

"Ehi Liam"
"Amico" gridò il ragazzo al telefono
"Come stai?" Chiese Louis, entrando in macchina.
"È una vita che non ti fai sentire, Louis! Mi avevi promesso che mi avresti raccontato del tuo primo giorno!" Lo brontolò l'amico.
"Hai ragione, hai assolutamente ragione Liam. Il fatto è che ieri è stata una giornata impegnativa, ho avuto un imprevisto e ho riflettuto a lung—" provò a raccontare Louis, ma Liam lo interruppe.
"Imprevisto? Cos'è successo? Scommetto che sei sicuramente impazzito" ridacchiò.
"Ed invece ti sorprenderò, ma no. Mi hanno assegnato il compito di controllare i ragazzi in detenzione. Certo, non sapevo che fare ma l'ho presa con tranquillità, come mi hai insegnato tu in tutti questi anni"

Liam scoppiò a ridere e Louis si unì a lui, ricordando i momenti migliori passati con il suo compagno di dormitorio dell'università, nonché suo migliore amico.

"Liam ti devo abbandonare" disse Louis "sono in macchina e sto per partire per andare a scuola, prometto che ti chiamo stasera"

Così i due amici si salutarono e Louis partì per raggiungere il suo posto di lavoro, questa volta più sicuro e fiducioso delle sue abilità.

*
La mattinata di Louis era scorsa bene, aveva fatto lezione ai ragazzi del primo anno, e doveva ammettere che gli preferiva perché stavano molto più attenti alle sue spiegazioni. Erano ancora intimiditi,  pensò Louis, e questo era un bene per la sua carriera, ed il suo desiderio di voler essere rispettato in quanto autorità.
Ma quel pomeriggio sarebbe stato diverso. Molto diverso. Doveva passarlo a controllare i ragazzi in detenzione. E dato che era solamente il secondo giorno di scuola, era sicuro che nessuno si era aggiunto in punizione con Styles.
Dunque, quel pomeriggio lo avrebbe passato con Harry Styles, il ragazzo più difficile da gestire che avesse mai incontrato.

Quando suonò la campanella, Louis si recò nell'aula in cui era sicuro di trovare Styles. Ma quando entrò la stanza era vuota. Perplesso, si sedette alla cattedra ed aprì il portatile. Era sicuro che Harry Styles era stato messo in punizione per una settimana, ed infatti così risultava anche sul computer. Ma l'aula era ancora vuota, ed erano già passati dieci minuti.

Volendo dare il beneficio del dubbio, Louis aspetto per altri cinque minuti ed infine, dopo che era passato un quarto d'ora dall'inizio della punizione e Harry non si era ancora presentato, uscì dalla classe, andando a cercare quel ragazzo che tanto lo faceva disperare.

Cercò in altre aule, trovandole tutte vuote. Poi andò nei laboratori ma trovò solo i collaboratori scolastici intenti a pulire il disastro creato dai ragazzi durante la mattinata. Controllò nell auditorium ed in biblioteca, ma invano. Così, rassegnato, tornò nel suo ufficio per raccogliere le sue cose pronto per tornare a casa.
Fu in quel momento che sentì dalla finestra aperta un rumore di risate proveniente dal campo di calcio.
Louis si fiondò a controllare, ma il campo era vuoto. Rimase qualche altro istante, sicuro di aver sentito dei rumori provenire da là, quando un'altra risata risuonò nel campo. Proveniva da sotto gli spalti, e Louis corse a controllare.

*
"Harry non ti puoi neanche immaginare chi ho incontrato stamani nei corridoi" disse Zayn, tirando un lungo sospiro dalla sua sigaretta.

Amami SottovoceOnde histórias criam vida. Descubra agora