Addio

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Louis stava aspettando il suono della campanella (ad indicare la fine della giornata scolastica) per comunicare ad Harry la notizia. Sapeva che il ragazzo non l'avrebbe presa bene, anzi, sperava in questo. Non voleva litigare con lui, non voleva farlo soffrire ma era l'unico modo per cui Harry sarebbe partito e avrebbe perseguito quello che la vita gli doveva.

Finalmente, la campanella suonò. Louis aveva mandato un messaggio ad Harry, dicendogli di aspettare che tutti gli studenti fossero usciti per raggiungerlo alla sua macchina. Sarebbero andati a casa sua per discutere il tutto.

Poco tempo dopo, il ragazzo si avvicinò a lui con un sorriso stampato sulle labbra e, guardandosi prima attorno, posò un caldo bacio sulla bocca di Louis.

"Amore, scusa se prima sono scappato. Non volevo reagire così" disse, scusandosi.

Louis incrinò le labbra in un sorriso stanco e sofferente, entrando in macchina e aspettando che Harry facesse lo stesso. Per tutto il tragitto, il professore rimase in un silenzio religioso, non sapeva che dire mentre ascoltava il suo fidanzato parlare della giornata scolastica; si stava lamentando del compito di matematica. Quando arrivarono, Louis parcheggiò distrattamente nel vialetto, entrando in casa seguito da Harry. Appena varcata la soglia, si tolse il cappotto: adesso non poteva più rimandare l'inevitabile.

"Harry, amore, andiamo in cucina, sediamoci al tavolo perchè ti devo parlare di una cosa importante" balbettò, entrando nella stanza e mettendo su il bollitore per preparare un buon tè caldo.

Harry lo seguì, confuso. Non sapeva perchè, ma il suo stomaco aveva iniziato a borbottare ed agitarsi dal terrore.

"Qualcosa non va?" chiese dopo molto tempo, iniziando a sorseggiare la bevanda calda che Louis gli aveva riposto davanti.

"Vorrei poter fare questo ragionamento con te nei migliori termini possibili" iniziò Louis, scoraggiato, dimenticando la sua tazza di tè sul bancone. "Non vorrei urlare, alzare il tono di voce e finire con l'odiarci" disse, sistemandosi gli occhiali sul naso prima di proseguire: "Ho dato le dimissioni"

"Cosa?" domandò Harry, mentre i suoi occhi iniziavano a luccicare; "Perchè?" aggiunse, ma in cuor suo sapeva esattamente la ragione per cui Louis lo aveva fatto.

"Per darti l'opportunità di seguire i tuoi sogni" rispose il più grande "Per darti l'opportunità di seguire la tua strada e di conquistarti tutto quello che la vita ti deve" concluse Louis, iniziando a piangere.

"Dove andrai?" chiese ancora Harry, mentre un singhiozzo fece tremare la sua voce.

Louis tirò fuori il documento legale che attestava il suo trasferimento. Harry lo lesse con fretta, sobbalzando a leggere il nome della città in cui sarebbe andato a lavorare.

"Non puoi!" gridò, disperato. "Non ti lascerò fare una cosa simile! Lou, tu sei un uomo buono e pacifico, non durerai una settimana in un posto del genere, tralasciando l'enorme passo indietro che stai facendo con la tua carriera" rispose il ragazzo, mettendosi in piedi. Era davvero preoccupato.

"Lo faccio per te, amore" annuì Louis, stampandosi un sorriso forzato sul volto "Lo faccio per darti la migliore opportunità possibile"

Harry scosse freneticamente la testa. No, no, no. Non poteva essere, non poteva star succedendo veramente. Continuò a piangere, in modo incontrollato.

"Non è giusto, Louis, non lo è" disse, tra un singhiozzo e l'altro, portandosi il gomito al volto nel tentativo di soffocare le sue lacrime. "Non te lo lascerò fare!"

"Ma Harry, io l'ho già fatto" rispose pacatamente Louis, alzandosi in piedi ed abbracciando il ragazzo che amava, nel tentativo di calmarlo.

"Quando parti?" chiese con un filo di voce Harry, aveva smesso di singhiozzare ma le lacrime, calde e copiose, continuavano a scendergli sulle guance.

"Lunedì" rispose semplicemente il più grande.

Harry si staccò con forza dal corpo di Louis. Lunedì. Tra pochi giorni, dunque. Non poteva crederci. Louis aveva fatto tutto da solo, aveva deciso il destino della loro relazione senza neanche chiedergli un parere. In quel momento, Louis tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un cartoncino: era il biglietto da visita di quello studio di Los Angeles.

"L'ho recuperato dal cestino" disse, semplicemente, porgendoglielo.

In quel momento, ad Harry fu tutto chiaro. Louis si era arreso, aveva abbandonato ogni speranza, aveva lasciato che il fato li dividesse. Non voleva neanche provare a lottare per loro due, non voleva neanche provare a far funzionare un rapporto a distanza. Louis non voleva più essere d'intralcio nella vita del più piccolo, lo avrebbe lasciato libero di seguire la sua strada. Così, Harry non aveva più niente da perdere, aveva già perso tutto quello che voleva: il suo Louis. Prese distrattamente il cartoncino, sussurrando:

"Non ti perdonerò mai" poi raccolse il suo cappotto, lo infilò velocemente ed uscì dalla porta di casa di Louis per sempre. Mentre camminava per le strade della città diretto verso casa sua, compose il numero del biglietto da visita e aspettò che dall'altro capo rispondessero. «Hai vinto tu, ma a quale prezzo?» Sussurrò Harry, tra sé e sé.

*

Erano passati diversi giorni da quel fatidico addio, Louis aveva riordinato tutti i suoi averi, aiutato da un Liam indispettito che non aveva fatto altro che ripetergli: "C'erano altri modi perchè Harry accettasse l'offerta, hai scelto il peggiore" ma lui non sapeva quanto poteva essere caparbio e testardo il suo studente, ex-studente. "Non c'erano altri modi se non questo" aveva risposto Louis, ogni singola volta.

In quel momento, Liam stava caricando gli ultimi scatoloni nel bagagliaio della macchina di Louis mentre quest'ultimo chiuse definitivamente la porta di casa.

"Oggi parte anche Harry" disse Liam, chiudendo il portabagagli. "Prenderà l'ultimo volo della sera per l'America" concluse, avvicinandosi all'amico. Sapeva che stava soffrendo oltre ogni immaginazione e si rendeva conto che per aver fatto un tale sacrificio doveva realmente amare quel ragazzino.

Louis annuì distrattamente, sapeva che Liam e Gemma avrebbero accompagnato Harry all'aeroporto e molto probabilmente ci sarebbero stati anche i suoi amici. Non sapeva se presentarsi o meno per dare l'ultimo addio al ragazzo che amava, aveva paura che Harry non lo avrebbe voluto vedere dopo l'inganno che gli aveva commesso per far si che lui partisse. Non ti perdonerò mai, queste erano state le ultime parole di Harry che in quei giorni gli erano rimbombate nella testa e nei pensieri a qualsiasi ora del giorno e della notte. Avrebbe tanto sperato in un addio pacifico ma questo non era avvenuto. Sospirò, desolato. No, sicuramente il più piccolo non lo avrebbe voluto vedere.

Si avvicinò a Liam e mentre una singola lacrima rigava la sua guancia, abbracciò l'amico forte.

"Ehi, questo non è mica un addio!" esclamò Liam, stringendo Louis a sé. "Dai, verrò di continuo a trovarti, lo sai. Non potrei mai abbandonare mio fratello in un posto come quello" disse.

Fratello, si. In effetti, anche se non c'era mai stato un legame di sangue, loro due potevano considerarsi fratelli sotto ogni aspetto. Così, Louis entrò in macchina e salutando si avviò verso l'autostrada.

Amami Sottovoceحيث تعيش القصص. اكتشف الآن