Le cose cambiano

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"Adesso le cose cambiano" disse il professore, alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi a lui.

Harry non poteva credere alle sue orecchie. Che cosa doveva cambiare? A lui le cose andavano benissimo così com'erano. Il giorno prima aveva passato le ore di detenzione dormendo ed era stato perfetto. Ma chi si credeva di essere questo professore, questo ragazzo, perché questo era. Non era così tanto più grande di lui, e questo Harry lo sapeva bene. Lo aveva scoperto il giorno prima. Il professor Tomlinson era fresco di università, anche lui un ragazzo, dunque.

"Direi che le cose vanno bene così come sono" rispose con tono di sfida, alzandosi anche lui dal banco.

Il professore scoppiò in una finta risata, isterica.

"Non sei tu a dettare le regole qui" disse acidamente.

"Oh, io invece credo proprio di sì" rispose Harry, mentre le sue labbra si piegarono in un sorrisetto "Ieri ha funzionato alla perfezione. Lei hai fatto quello che le piaceva, io ho fatto quello che piaceva a me. Entrambi eravamo felici"

"Ora basta, ragazzino. Vuoi per caso un'altra settimana da scontare in detenzione?" replicò Louis, provocatorio.

"Come preferisce lei, professore. A me non cambia nulla" Harry lo sfidò.

"Non provocarmi!"

"E perché no? Cosa potrebbe mai fare, novellino?"
Questo era un punto basso. Ed Harry lo sapeva. Ma non gli importava, quel professore lo stava istigando e lui aveva sempre la battuta pronta, non gli interessava quanto a fondo dovesse spingere il coltello, purché vincesse.

Louis spalancò la bocca, senza parole. Poi le sue labbra si serrarono in un'espressione severa e coprì i pochi passi che lo separavano da Harry, fronteggiandolo.

"Adesso ti siedi e fai esattamente ció che ti dico" sussurrò, mentre la rabbia sormontava nel suo corpo.

Ma Harry lo stava fissando senza battere ciglio, con quel suo sguardo provocatorio.

"Obbedisci, all'istante!" gridò Louis. Ma ancora nulla, l'espressione di Harry era rimasta esattamente quella di un secondo prima, occhi sfidanti e labbra incrinate in un sorrisetto.
"Sei uno studente! Devi obbedire passivamente a quello che ti ordino!"

"Passivo? No, non sono passivo. Sono attivo, e molto" rispose Harry, alludendo all'atto sessuale.
Questo per Louis fu troppo, e non riuscendo più a sostenere quella sfida, indietreggiò.

Louis voltò le spalle ad Harry, cercando di respirare. Era sicuro che la sua carnagione aveva assunto un colorito scarlatto, per la rabbia. Voleva calmarsi, e ragionare con nervi saldi. Adesso l'unica cosa che gli veniva in mente era quella di legare Harry Styles alla sedia del banco e cucirgli la bocca. Ma questo era un desiderio impossibile, purtroppo.
Poggiò le mani sulle tempie. Inspirò, poi espirò. Infine, si voltò lentamente verso il ragazzo.

"Molto bene. O ti siedi composto e inizi a studiare tutto quello che ti dico, oppure faccio espellere te ed i tuoi amici andando a raccontare al preside che fumate sotto gli spalti della scuola." Disse Louis, con tono calmo e placato, sapeva di star vincendo la discussione. "La scelta è tua, Styles".

Harry abbassò lo sguardo. Non poteva credere di aver appena perso. Era ovvio che dovesse sedersi ed obbedire, altrimenti non solo lui si sarebbe trovato senza un'istruzione a circolare per le strade in cerca di un lavoro sottopagato, ma anche Zayn e Niall, i suoi migliori amici. L'unica famiglia che potesse ritenere di avere.

Harry lanciò un ultimo sguardo al professore, poi si sedette.
Louis sorrise, soddisfatto di se. Prese la sua ventiquattrore, tirando fuori un testo scolastico. Lo porse ad Harry, aprendo la pagina al capitolo scelto.

"Dove sono il tuo quaderno e la tua penna?" Domandò il professore, inarcando un sopracciglio verso l'alto.

"Potrà anche aver vinto la battaglia, ma io vincerò la guerra" sussurrò Harry, in un bisbiglio diretto più a se stesso che a Louis. Ma Louis lo sentì lo stesso e decise di ignorarlo. Invece, iniziò a spiegare la sua lezione, soddisfatto.

*

"Abbiamo un problema" disse Harry

Era appena uscito da scuola, aveva affrontato quelle ore infernali di detenzione con il professor Tomlinson. Si era annoiato a morte, mentre l'altro era tutto intento a spiegare della meraviglia di un accordo di qualcosa? O forse era la battaglia di qualcos'altro? Non lo sapeva, di certo non lo aveva ascoltato. Aveva fatto finta di prendere appunti mentre il suo cervello era concentrato a scegliere che tipo di vendetta utilizzare per intimidire quel fastidiosissimo professore.

Appena uscito, si era precipitato in tutta fretta a casa di Niall, sperando di trovarci anche Zayn che infatti era lì con lui. Quando il biondo gli aveva aperto la porta per accoglierlo in casa, Harry era esordito con un "Abbiamo un problema" ed adesso i due amici lo stavano fissando, incuriositi.

"Che tipo di problema?" Domandò Niall.

"Riguarda per caso quel professore?" Domandò Zayn, un po' preoccupato.

"Precisamente" rispose Harry, pronto a muovere guerra. "Ha minacciato di raccontare al preside delle sigarette e tutto il resto"

"Cazzo" commentò Niall, sedendosi sul divano.

"Minacciato?" Domandò Zayn, perplesso. "In che senso minacciato? Se lo vuole raccontare perché non lo ha fatto subito?"

Harry alzò le spalle. Poi andò in cucina a prendere una birra dal frigo e si accomodò accanto a Niall.

"Diciamo che vuole usare questa storia contro di me, per tenermi buono. Vuole che stia zitto durante le sue spiegazioni, che arrivi in orario la mattina e che prenda seriamente la detenzione" Disse, prendendo un sorso dalla birra ghiacciata.

"Cioè ti sta tipo ricattando?" Chiese Zayn, spalancando gli occhi.

"Precisamente"

"Che figlio di puttana" commentò Niall.

"Be' Harry, ma che vuoi farci? In fin dei conti è un professore" disse Zayn, accomodandosi sulla poltrona di fronte a loro.

Harry ghignò.

"Non ti ho detto la parte migliore, Zay. È un professore da soli due giorni. Praticamente è un ragazzo appena uscito dall'università. Possiamo giocarcelo come vogliamo" precisò Harry, sorridendo prima di prendere un altro sorso dalla bottiglia, pregustandosi una assoluta vittoria.

Amami SottovoceTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon