Aeroporto

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Erano passate diverse ore da quando Louis era partito quella mattina, stava ancora guidando e adesso il sonno lo stava raggiungendo. Così, decise di accendere la radio, sperando che questa potesse tenerlo sveglio, aveva ancora molta strada da fare.

"Ed ora Jim, un grande classico, per tutti i nostri cuori infranti, ci penserà la grande Whitney Houston a portarvi sulla strada giusta" disse il radiocronista, mentre iniziò a riprodurre I Have Nothing della sua artista preferita.

Take my love,
I'll never ask for too much
Just all that you are
And everything that you do

Cantò la voce melodiosa della Houston, mentre Louis ascoltava con attenzione. Il mondo gli stava facendo davvero un brutto scherzo: tra tutte le canzoni esistenti dovevano riprodurre proprio quella che il suo ex-fidanzato gli aveva dedicato!

I don't really need to look very much futher,
I don't wanna have to go where you don't follow,
I will hold it back again,
This passion inside
Can't run from myself
There's nowhere to hide

Senza pensare, Louis inchiodò facendo velocemente dietro-front: era diretto verso Londra, all'aeroporto dal quale sarebbe partito Harry, incurante di ciò che lo avrebbe atteso. Doveva dire addio nel modo giusto al ragazzo che amava.

*

Harry era arrivato con largo anticipo all'aeroporto. Dopo aver pianto per molti giorni a causa di Louis, aveva deciso di ricomporsi e partire verso il suo destino. Non voleva che tutto ciò che erano stati loro due fosse stato invano, avrebbe accolto gli insegnamenti del suo professore, nonché suo fidanzato e avrebbe reso migliore la sua vita.

"Siamo arrivati, Harry. Da qui dovrai proseguire da solo" disse Gemma, sua sorella. Si avvicinò a lui posandogli un bacio affettuoso sulla guancia. Harry la salutò con un tenero abbraccio poi si chinò verso la carrozzina dove stava dormendo la piccola Rosie. "Sarai sempre la mia nipotina preferita" sussurrò, portando due dita della propria mano sulle labbra e baciandole, per poi posarle sulla tempia della bambina che dormiva. Alzò gli occhi dalla carrozzina e incontrò lo sguardo di Liam. Tacitamente, voleva chiedergli se Louis sarebbe mai venuto per un ultimo addio ma questo scosse la testa: no, non c'era speranza. Lo salutò con una stretta di mano vigorosa e una pacca sulla schiena.
"Prenditi cura di mia sorella e della piccola Rosie" disse con tono fiducioso: sapeva finalmente che Gemma era in buone mani. Liam annuì, rispondendo con un forte senso del dovere: "Sta tranquillo, sarà fatto"

Infine, si voltò verso i suoi due migliori amici: Niall e Zayn. Loro erano stati per molto tempo l'unica famiglia che potesse considerare come tale dalla morte della madre. Non aveva parole per ringraziarli di tutto ciò che avevano fatto per lui, lo avevano accudito nei momenti del bisogno e c'erano sempre stati nonostante i loro problemi, perchè anche loro avevano ognuno il proprio casino da sistemare. Harry li augurò il meglio, era questo che si meritavano. Si lanciò in un abbraccio di gruppo stringendoli forte, non sapeva come avrebbe fatto senza di loro.

Rivolse lo sguardo per un'ultima volta alla porta d'ingresso. Non aveva più nessuno da salutare, se non la persona più importante della sua vita che in quel momento non c'era. Così, con gli occhi rossi a cui stava impedendo di piangere, iniziò a passare i controlli di sicurezza, prima il metal detector, poi arrivò al gate, aspettando la chiamata per l'imbarco del suo volo, lasciando tutte le sue certezze dietro di sé.

*

Pochi istanti dopo che Harry era arrivato al gate, Louis arrivò in fretta e furia all'aeroporto. Parcheggiò nel primo posto libero, senza pensare al cartello "divieto di sosta". Non gli interessava, avrebbe pagato la multa nel caso, ma doveva arrivare da Harry.
Non aveva ancora varcato la soglia dell'ingresso che vide Liam e il resto dei ragazzi uscire.

"Ehi!" richiamò la loro attenzione.

"Che ci fai qui? Non dovresti già essere arrivato al tuo nuovo appartamento?" domandò Liam, sorpreso.

"Guiderò stanotte, non m'importa" rispose Louis, "Ma ora ho bisogno di vedere Harry, dov'è?" chiese, sperando che non fosse già partito.

"Ormai è troppo tardi, è già al gate" rispose Niall, con un tono un po' sprezzante. Ma a Louis non importava, tutto ciò che voleva era trovare Harry, stringerlo e baciarlo prima di dirgli addio.

Non salutò nemmeno gli altri, precipitandosi all'interno dell'aeroporto, cercando il bancone vendite.

"Ho bisogno di arrivare al gate partenze, devo salutare una persona" disse, frenetico.

"Mi dispiace signore, senza un biglietto l'accesso è proibito" rispose la donna incaricata, un po' stanca dal fine turno e da tutte le persone che come lui le facevano richieste assurde.

"Mi dia un biglietto" rispose semplicemente Louis

"Per dove?" chiese la donna, forzando un sorriso sul volto.

"Non m'importa, mi basta entrare" sentenziò lui, prendendo il portafogli dalla tasca dei pantaloni ed estraendo la carta di credito. Era una follia, sicuramente. Ma per Harry l'avrebbe fatta, ne aveva già fatte tante.

Così, si affrettò a pagare un biglietto aereo diretto per chissà dove, non gli interessava, tutto ciò che voleva era raggiungere Harry e dirgli quanto lo amava. Passò con fretta i controlli e iniziò a cercare il gate del più piccolo.

"Ultima chiamata per il volo BA2491A Londra-Los Angeles" affermò lo speaker e Louis impallidì, non poteva perderlo, doveva raggiungere Harry.

Corse come un forsennato, arrivando sudato e con il fiatone al gate del volo.

"Harry!" gridò, non riusciva a vederlo ma aveva bisogno di lui. "Harry!" gridò ancora, fregandosene delle persone che lo stavano fissando come se fosse un pazzo.

Il più piccolo sentì urlare il suo nome e retrocesse. Stava per imbarcarsi ma avrebbe potuto riconoscere quella voce ovunque: era la voce del suo Louis. Così, si avvicinò titubante e con le lacrime agli occhi, finchè non lo vide: era sudato e aveva la mano posata sulla milza, tenendosi il fianco con dolore ma pensò che non era mai stato più bello di così.

"L-Lou" balbettò Harry, incredulo.

"Harry, amore" disse semplicemente Louis, come se niente fosse mai accaduto, come se Harry non stesse per partire e andarsene per sempre. Quel momento era solo loro, non importava cosa sarebbe successo di lì a poco, importava solo che loro due si stavano guardando negli occhi, e poi che avevano teso le loro mani per congiungerle ed infine che avevano azzerato la distanza tra loro, lasciandosi trasportare in un bacio senza tempo.

"Scusa se ti ho forzato, scusa se ho deciso per entrambi" disse Louis, stringendo il più piccolo al petto.

"No, Lou. Ho capito, l'hai fatto per me, l'hai fatto per il mio futuro" rispose Harry, facendo passare la sua mano tra i capelli del professore: "Quello che non hai mai capito era che il mio futuro lo avevo già: eri tu" confessò, con le lacrime a bagnare le sue guance.

Louis chiuse gli occhi nel sentire quelle parole. Poteva chiedergli di non partire ed Harry non sarebbe partito, ne era sicuro. Ma non sarebbe stato giusto, era certo che in un modo o nell'altro, se fosse stato destino, loro due avrebbero trovato il modo per ritrovarsi. Perchè un amore come il loro sarebbe durato in eterno.

"Ti amerò per sempre" sussurrò Louis, all'orecchio del più piccolo.

"Ti amerò per sempre" rispose Harry, utilizzando le stesse parole, facendo la stessa promessa. Congiunse le loro labbra per l'ultima volta, prima di staccarsi e dirigersi con fretta all'imbarco. Sapeva che se avesse temporeggiato non avrebbe mai più trovato la forza per salire sul velivolo.

L'ultima cosa che Louis vide del suo amato, fu la sua schiena mentre spariva dietro l'angolo. Nonostante fosse stato un addio, Louis sorrise. Solo con Harry aveva imparato cosa voleva dire amare, e oltre alle coccole erano necessari anche i sacrifici. Lui ne avrebbe fatti infiniti per Harry, per il ragazzo che amava. Era giusto così.

Amami SottovoceWhere stories live. Discover now