Telefonate

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Harry poteva sentire ancora la scia del profumo di Louis lasciata nell'aria. Era stato un contatto breve, fugace, solo un veloce sguardo incrociato ed il suo professore si era subito allontanato, quasi come se Harry fosse un pericoloso incendio da cui mettersi in salvo.

Sapeva che niente avrebbe potuto sistemare le cose, ed era tutta colpa sua. In quel momento Harry sentiva di meritarsi quel dolore, lo avrebbe portato con sé per il resto della sua vita, non sarebbe mai più stato felice. La sua vita era sempre stata difficile ma Louis era riuscito a spezzare quella monotonia di sofferenza. Adesso non era più così.

Gli occhi iniziarono a pizzicargli nuovamente, sapeva che presto sarebbero scese altre lacrime a devastare il suo volto. Così iniziò a camminare velocemente, cercando riparo nel bagno più vicino.
Con un pesante tonfo aprì la porta e si affrettò a stringere i bordi del lavandino, quasi come se fossero la sua unica ancora di salvezza. Aprì il rubinetto del lavandino e con ferocia iniziò a bagnarsi il volto, sperando di cancellare quella notte insonne e quel dolore perpetuo.

"Harry?" Lo chiamò con voce incerta Zayn.

Harry si girò di scatto, gli occhi rossi e pesi, non si era accorto della presenza di altre persone nella stanza.

"Cosa sta succedendo, Harry?" Domandò il suo amico con apprensione.

Harry non sapeva cosa rispondere, come poteva dirgli di aver appena rovinato la cosa più bella che la vita gli avesse regalato?
Soffocò un singhiozzo, tirando in su col naso, sperando di frenare la fuoriuscita di altre lacrime.

"L-Louis" sussurrò con un filo di voce.

Sapeva che questo sarebbe bastato a Zayn, che avrebbe capito. E infatti, Zayn respirò lentamente, prima di dire:
"La macchina, vero?"

Harry annuì brevemente, evitando il contatto visivo.
Zayn sospirò nuovamente.

"Vuoi che gli parli io? Posso spiegargli tutto, lo sai"

Harry scosse la testa, in preda al panico. L'ultima cosa che voleva era mettere i suoi amici nei guai, non sarebbe comunque servito, Louis lo odiava già e non lo avrebbe perdonato.
Così Harry fece l'unica cosa che gli parve giusto in quel momento, corse tra le braccia del suo amico e affossò la testa nell'incavo del suo collo continuando a piangere irrefrenabilmente. Zayn, preso alla sprovvista, non lo abbracciò subito, ragionando su ció che stava accadendo, ma presto strinse Harry forte a sé, provando a rassicurarlo in ogni modo possibile.

*
Era stato solo un breve sguardo ma a Louis era bastato questo per sconvolgerlo. Sapeva che lo avrebbe rivisto, e sapeva anche che avrebbe continuato a farlo, era inevitabile. Ma comunque il dolore alla vista del suo ex fidanzato, del ragazzo che aveva amato e che ancora amava, lo aveva distrutto totalmente.

Si andò a rifugiare velocemente nel suo ufficio, chiudendo la porta dietro di sé. Adesso stava provando con tutte le sue forze a evitare di far scendere calde lacrime sulle sue guance, ma invano.

Fu in quel momento che il suo cellulare squillò. Louis sollevò gli occhi al cielo, non aveva voglia di parlare con nessuno, tantomeno con Liam, il nome che era apparso in sovrimpressione sullo schermo. Ma si fece forza, in fin dei conti non aveva nulla contro il suo amico, anzi gli era rimasto solo lui. Così, dopo un lungo sospiro, decise di rispondere:

"Pronto?"

"Louis, mi ha appena chiamato l'ospedale, dice di aver ritrovato la camicia da notte di Gemma, ma non eri passato a prenderla tu?" Chiese, con tono quasi accusatorio.

Amami SottovoceOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz