Il canto di Harry

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Louis andava avanti con il pilota automatico. In realtà non sapeva nemmeno lui come fosse stato possibile riuscire a terminare la giornata scolastica senza versare altre lacrime durante le lezioni. Eppure c'era riuscito. Questo lo riteneva un buon risultato, scoppiare a piangere davanti a dei teenager avrebbe segnato la sua carriera a vita. Invece, era riuscito a concludere la giornata lavorativa con professionalità ed in quel momento l'unica cosa che voleva fare era tornare a casa, seppellire la faccia nel cuscino, urlare e piangere fino ad addormentarsi.

Ma il suo piano fallì in pochi minuti. Uscito dalla scuola si recò al parcheggio e qui vi trovò il suo migliore amico con le braccia incrociate. Avrebbe dovuto immaginarselo: Liam era sempre stato per lui più di un semplice amico, quasi un fratello. Scoprire dalla rottura tra lui ed Harry lo doveva aver preoccupato e dunque era venuto a vedere le sue condizioni.
Nonostante il gesto premuroso dell'amico, Louis non poté far a meno che alzare gli occhi al cielo, non aveva voglia di parlare né con Liam né con chiunque altro.

"Ciao Li" bisbigliò con un filo di voce.

Liam scosse la testa e si precipitò ad abbracciare il suo amico, molto stretto in modo da trasmettergli tutto il calore.

Pochi minuti più tardi erano seduti al caffè vicino la scuola, con due tazze fumanti sistemate sul loro tavolo.
Liam aveva dovuto convincere con insistenza Louis a seguirlo, perché l'amico non aveva per niente voglia di andare in un bar a parlare della situazione con Harry, anzi ex-situazione con lui. Tutto quello che Louis voleva fare era tornare a casa, fiondarsi sotto il getto caldo della sua doccia e piangere fino a svenire. Davvero, non aveva bisogno di altro se non di stare per conto suo. Ma Liam aveva sempre avuto una certa influenza su di lui, era sempre riuscito a fargli fare ciò che voleva fin dai tempi dell'università. E dunque Louis era stato costretto a dover seguire l'amico e non si sentiva per niente pronto alla dura conversazione che si prospettava. In più, Liam aveva proprio scelto l'unico bar che per lui avesse un significato importante, il luogo in cui era entrato in contatto con Harry la prima volta, in cui il ragazzo gli aveva confessato i suoi segreti e le sue preoccupazioni, cosa che poi aveva scoperto esser finte, o meglio erano state dette per tenerlo impegnato e rimediare alla sua bravata. Non era stato sincero, chissà se lo era stato mai.

"Lou-" iniziò Liam, cercando di intavolare un dialogo, ma l'altro lo fermò all'instante:

"Ti interrompo subito, Liam. Non ho voglia di parlare di Harry" sentenziò.

Liam sospirò, doveva immaginarsi una reazione così dura.

"Lo so che ti ha ferito, lo so che non ne vuoi parlare. Ma tenerti tutto dentro puó solo peggiorare le cose"

Louis roteò gli occhi verso l'alto in modo evidente:

"Cosa non riesci a capire della frase: «non voglio parlare di Harry»?" Disse con astio, scusandosi il secondo dopo, non voleva trattar male il suo migliore amico, era solamente frustrato e per niente in vena di dialogare.

Tra i due cadde un ingombrante silenzio, entrambi stavano sorseggiando dalle loro tazze cercando di trovare le parole giuste.

"Hai considerato l'opzione di perdonarlo?" sussurrò Liam, ancora non si era arreso.

Louis sbatté con forza la tazza sul piattino, non era arrabbiato in particolare con il suo amico, sapeva che si stava intromettendo per il suo bene, ma adesso aveva bisogno dei suoi spazi. Così, si scansò con fretta dalla sedia, mettendosi in piedi.

"Ti ringrazio per il caffè" decretò con fretta. Poi si allontanò verso l'uscita, aveva appena aperto la porta e stava per varcare la soglia quando qualcosa lo congelò sul suo posto.

Amami SottovoceWhere stories live. Discover now