Epilogo

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14 ANNI DOPO

In this world, it's just us
You know it's not the same
As it was, as it was, as it was
You know it's not the same

Harry spense la radio della macchina. Non ha mai saputo bene per quale ragione ma sentirsi cantare lo aveva sempre imbarazzato. Eppure, aveva iniziato la sua carriera musicale alla giovane età di 17 anni, ma non era mai riuscito ad abituarsi. Ah, i diciassette anni, pensò. Sembrava una vita fa. Ne erano cambiate di cose nell'arco di quel decennio. Aveva inciso il suo primo disco un anno dopo essere arrivato in America, poi aveva iniziato con il primo tour. In principio, cantava in piccoli locali, poi discoteche. Con l'incisione e la promozione del secondo e terzo disco aveva avuto più fortuna, esibendosi in grandi palazzetti. Ma il suo successo più grande lo registrò con il quarto disco, iniziando un tour intercontinentale negli stadi di tutto il mondo. Da quel momento in avanti, la sua vita non aveva fatto altro che migliorare. Oltre che cantante, si era persino affermato sugli schemi di Hollywood e la sua carriera aveva spiccato il volo. Alle volte, avere tutto quel successo lo aveva messo duramente sotto stress, ma adesso le cose andavano per il meglio. Quindi, ripensare ai suoi diciassette anni gli aveva messo un po' di nostalgia, proprio in quel giorno che avrebbe compiuto i suoi trentun anni. Com'era strana e imprevedibile la vita.

Finalmente, Harry parcheggiò nell'enorme vialetto della sua villa a Malibù. Scese dall'auto e si tolse gli occhiali da sole: nonostante fosse febbraio, lì faceva sempre caldo. Entrò in casa, avviandosi verso la cucina professionale.

"Ciao bellissima" disse Harry, salutando la donna ai fornelli. Si avvicinò per posarle un dolce bacio sulla guancia. "Olivia, dimmi che i bambini si sono comportati bene almeno oggi" aggiunse, ridendo.

La donna, Olivia, iniziò a ridere con Harry, poi affermò: "Più che bene, sono stati dei veri angioletti" rise, tornando a mescolare il cibo nella pentola sul fuoco.

"Mm, cosa c'è di buono da mangiare oggi?" chiese Harry, guardando con l'acquolina in bocca il pasto che stava preparando Olivia, poi afferrò la mano della donna con forza, portando il mestolo vicino alla sua bocca e tirando fuori la lingua per assaporare quella piacevole pietanza.

"Harry!" si lamentò lei, scansando il cantante con un fianco.

"Papà!" urlò una vocina,
"Papà è tornato" si aggiunse un'altra,
"Pappa, pappa" disse la terza, che ancora non aveva imparato bene la distinzione tra le due parole.

I tre bambini apparvero da dietro l'angolo, entrando nella cucina e correndo tra le braccia del padre. Harry si chinò per stringere i suoi figli al petto, non poteva credere di quanto li amasse. I bambini avevano tutti e tre i folti riccioli del padre e grandi occhi verdi. Harry era felice che i suoi figli si somigliassero tra loro, anche se a volte pensava con nostalgia che avrebbe voluto che almeno uno somigliasse alla persona che amava e con cui era sposato. Forse, avrebbero avuto fortuna con il quarto. Scosse la testa, no non era vero. O meglio, si presto avrebbero avuto un quarto figlio ma non importava a chi somigliava, lo avrebbe amato all'infinito, proprio come amava il resto della sua famiglia.

"Siamo arrivati, eccoci" disse una voce femminile alla porta d'ingresso, Gemma. Harry le corse incontro, seguito a ruota dai suoi bambini.

Gemma e Liam apparvero sulla soglia di casa, insieme alla loro figlia adolescente, Rosie, e ad altri due bambini più piccoli di lei. Harry li strinse in un caloroso abbraccio, iniziando a lasciare baci sulle guance di tutti, mentre i suoi figli imitavano le azioni del padre.

"E nessun bacio per me?" chiese con un tono di finta tristezza l'uomo che entrò dopo di tutti nella sua casa.

"Papi!" urlarono in coro i tre bambini, iniziando a lasciare baci sulle guance di Louis che si era abbassato all'altezza dei figli. "Tanti auguri amore" aggiunse, alzandosi per posare un delicato bacio sulle labbra di Harry.

Louis era uscito a recuperare Gemma, Liam e i bambini all'aeroporto. Infatti, loro vivevano tutti nella capitale inglese, Londra, dove Liam era diventato direttore del British Museum. Poco dopo che i due si erano messi insieme, Gemma si era trasferita con Liam nella metropoli, aveva trovato un lavoretto che la soddisfaceva, si erano sposati e avevano iniziato a metter su famiglia. Liam aveva adottato ufficialmente la piccola Rosie che non aveva conosciuto altro padre se non lui. Erano tutti molto felici.

Anche Louis aveva raggiunto la sua felicità. Quattordici anni prima, si era trasferito in una scuola media malfamata, ma si era impegnato e con grande inventiva era riuscito a far rivalutare quel posto (grazie anche ad un'investimento anonimo che fu fatto per rivalutare la struttura - che più tardi scoprì esser stato Harry -) fino a che diventò preside. Poi, le opportunità di lavoro non gli erano mancate, diventò professore ordinario in una scuola superiore privata di Londra ed infine era riuscito ad arrivare ad insegnare all'università di Oxford, aveva raggiunto il suo sogno. Ma non la sua felicità. Per tutti quegli anni, Harry e Louis erano riusciti a mantenere un rapporto amichevole: si sentivano spesso per telefono, si scambiavano messaggi e videochiamate, sostenendosi nei momenti più difficili. Nonostante Harry fosse sempre stato circondato da modelli e modelle, attori e attrici, nel corso della sua carriera non si era mai lasciato incantare da nessuno, restando innamorato del suo professore di storia. Anche Louis aveva avuto l'opportunità di conoscere altri uomini ma era rimasto fedele alla promessa fatta ad Harry in quel giorno all'aeroporto: Ti amerò per sempre. Così, aveva mandato il curriculum alla U.C.L.A, l'università di Los Angeles che, leggendo l'impressionante carriera compiuta da Louis, era stata ben felice di offrigli una cattedra. In questo modo, Harry e Louis erano tornati a frequentarsi, non avevano mai smesso di amarsi e ben presto decisero di sposarsi e mettere su famiglia. Adesso avevano tre bellissimi bambini e presto avrebbero accolto un nuovo figlio portato in grembo dalla stessa madre surrogata che aveva partorito gli altri fratelli: William, Faith e Edward.

L'intera famiglia entrò in casa allegramente, andandosi a sedere nell'enorme sala da pranzo con le vetrate a parete che lasciavano ammirare il bellissimo paesaggio sull'oceano pacifico. Olivia, la colf, arrivò a servire tutti ed Harry le chiese di sedersi con loro: nonostante fosse diventato una delle star più famose al mondo era sempre riuscito a rimanere coi piedi per terra.

In quel momento, il suo iPhone di ultimo modello suonò, era una videochiamata da parte dei suoi migliori amici: Niall e Zayn. Gli augurarono un felice compleanno, scusandosi di non essere lì con lui. Nonostante la distanza, i tre non avevano mai smesso di essere un appassionato gruppo di amici fraterni.

Al termine della chiamata, Louis spense tutte le luci della stanza, entrando con l'enorme torta di compleanno e le candeline accese. L'intera famiglia intonò la canzone di Buon Compleanno ed infine Harry soffiò. Non aveva bisogno di esprimere alcun desiderio: coi suoi bambini in collo e Louis al suo fianco aveva già tutto.

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Spazio autrice:

Ciao a tutti,
Per molto tempo ho creduto che questa storia non avrebbe mai visto una vera e propria conclusione pubblicata. Sono passati anni da quando ho iniziato a scriverla per gioco ed è finta per essere la fanfiction più lunga che io abbia mai scritto finora. Portarla a termine mi ha dato una grande soddisfazione, anche se con qualche anno di ritardo.

Perciò, devo moltissimo a tutti voi che avete supportato questa storia con stelline e commenti, che avete continuato a seguirla o che vi siete aggiunti dopo. Mi ha fatto piacere, più di quanto immaginiate, e per questo vi ringrazio.

Auguro a tutti voi il meglio, chissà se non ci rivedremo su questa piattaforma con una nuova storia!

Amami SottovoceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora