Rivelazioni

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Harry e Louis avevano deciso di guardare un film.
Erano ancora accoccolati sul divano, l'uno nelle braccia dell'altro. Non erano mai stati più felici di così. Si stavano beando del calore dei loro corpi, dei tocchi fuggevoli delle loro dita sulla pelle, dei casti baci rubati tra un sorriso e l'altro.

Erano passate ore ma i due non si erano spostati. Anche se avevano selezionato un film non lo stavano davvero guardando, faceva solo da sottofondo alle loro carezze.

"Louis" pronunciò Harry, rompendo quel magico silenzio.

"Mmh" mugolò il più grande, dando un bacio sul dorso della mano di Harry.

"Non hai mai sentito la necessità?" Chiese Harry.

Non voleva oltrepassare un qualche limite con lui. Sapeva che per Louis era già stato difficile aprirsi, rivelarsi nel modo in cui aveva fatto poco prima. Ma ad Harry era sembrato assurdo che il suo professore non avesse mai avuto degli istinti, la necessità di voler, be' si, accoppiarsi.

Louis capì a cosa alludeva Harry.

"Sono un essere umano come tutti gli altri" disse, sorridendo. "Semplicemente non ne ho mai avuto l'occasione. I miei anni del liceo sono stati, insomma lo sai. E poi all'università ero così entusiasta di quello che studiavo, mi sono concentrato sui libri e sulla mia carriera. Non avevo un vero gruppo di amici, ma solo Liam. Lui ha avuto diverse ragazze durante quegli anni e mi trascinava nei loro gruppi di amici in cui erano tutti etero. Quindi, diciamo che non mi sono mai dato l'opportunità per conoscere qualcuno."

Harry guardò Louis con adorazione. Anche se tra i due era il più grande, in quel momento lo vedeva così piccolo tra le sue braccia, così inesperto che avrebbe voluto proteggerlo dal resto del mondo.

Si coccolarono per altri lungi minuti, finché Louis non decise di togliersi un dubbio che lo attanagliava da quando Harry si era presentato a casa sua.

"Harry, posso chiederti perché hai quell'occhio nero?"

Harry si irrigidì all'istante. Per lui non era facile parlare della sua situazione familiare, anche se era con Louis.

"Diciamo che è una storia che non mi piace raccontare" rispose, allontanandosi dal caldo abbraccio del suo professore.

"Scusa, non volevo innervosirti" replicò Louis, rattristato. "Dimmi solo che non ti sei messo in un guaio"

"È questo quello che pensi di me?" Controbatté Harry, alzandosi di scatto dal divano.
Louis era stupito, non capiva dove avesse sbagliato.

"L'unica cosa che questo ragazzino sa fare è finire nei guai, non è così che la pensi?" Pronunciò Harry astiosamente, alzando il suo tono di voce. "Be' sappi che a volte sono i problemi ad insinuarsi nella tua vita, anche quando non li cerchi"

Harry si era voltato, dando la schiena a Louis, mentre formulava quelle parole. I suoi occhi stavano pizzicando, perché cercava di trattenere le lacrime.

Louis si alzò lentamente dal divano. Era confuso, ma aveva capito che Harry stava soffrendo. Poggiò la sua mano delicatamente sulla spalla del ragazzo. Harry si voltò verso di lui con gli occhi velati, e Louis lo abbracciò. Lo strinse forte a se, togliendoli il respiro. Voleva che sentisse che era lì per lui, che non era solo, non lo avrebbe lasciato. Harry nascose la testa nell'incavo del collo del suo professore. I loro corpi si incastravano alla perfezione.

"Non penso questo di te, Harry." Sussurrò Louis al suo orecchio. "Sai, dal primo momento che ti ho visto ho capito che eri speciale. Ti ricordi quando?"

Harry annuì, ma decise di non parlare.

"Prima dell'inizio di scuola, eri sdraiato sotto ad un albero e stavi fumando."

"Cosa ci trovi di speciale in questo?" Domandò Harry con un filo di voce. Come se avesse avuto paura di ascoltare le parole di Louis.

"I tuoi occhi, ecco cosa ho visto di speciale. Hai degli occhi così belli, ma tristi. Immensamente." Pronunciò Louis, afferrando il ragazzo per il mento, incastonando i loro sguardi. "È incredibile che un colore così bello debba essere velato dalla tristezza del tuo sguardo. Tu sei speciale, io vorrei che i tuoi occhi brillassero per sempre."

Harry non sapeva come rispondere. Nessuno aveva mai prestato attenzione ai piccoli dettagli della sua vita, del suo corpo. Neanche Niall o Zayn.
Sorrise, non credeva a quanto si sentisse fortunato ad essere tra le braccia di Louis in quell'istante. Nessun posto era mai sembrato più perfetto.

"Ti va di sdraiarci?" Propose Harry. "Solo sdraiarci" precisò.

"Certo" rispose Louis, prendendo il ragazzo per mano e trascinandolo nella sua camera da letto.

Quando entrarono, Harry si prese il tempo per osservare la stanza. Era tutto sistemato con ordine maniacale. Ogni cosa era perfettamente al suo posto. Il letto sembrava quello di una camera d'albergo, con le lenzuola bianche e le coperte tirate sopra metodicamente, senza alcuna grinza.

I ragazzi si stavano ancora tenendo per mano, quando Louis si sedette ai piedi del letto trascinando Harry con se. Lo baciò sulla fronte, poi sulla guancia. Infine posò delicatamente le sue labbra su quelle di Harry, lasciando un bacio casto.

Harry afferrò Louis saldamente per la vita, spingendolo sul materasso. Non aveva mai avuto così voglia di accoppiarsi con qualcuno come con Louis. Sentiva la necessità di essergli più vicino, di esplorare ogni dettaglio del suo corpo. Ma non lo avrebbe fatto, avrebbe aspettato il momento in cui Louis si sarebbe sentito pronto.

Sovrastò il suo professore con il suo corpo, accarezzandogli i capelli, le guance, il mento. Era completamente preso da lui. Sorrise all'uomo sdraiato sotto a se, lasciando un bacio a fior di pelle sulla punta del suo naso.
Infine accoccolò la testa sul suo petto, sentendo il calore che emanava il suo corpo.

"La mia storia non è delle più felici, sai" rivelò Harry, chiudendo gli occhi.

Louis passò la sua mano sulle spalle del ragazzo, per rassicurarlo.
Harry non si era mai sentito in un posto più sicuro, così decise di aprirsi, di rivelarsi.

Raccontò della sua infanzia, dell'abbandono di suo padre e della povertà della sua famiglia. Raccontò della morte di sua madre, e del dolore di sua sorella. Infine parlò di Paul, spiegando la situazione attuale che c'era a casa sua. Una casa in cui non poteva tornare.

"È così che mi sono fatto questo occhio nero" concluse.

Louis si era irrigidito alle parole del ragazzo, non poteva credere che Harry avesse vissuto tutte quelle tragedie in così pochi anni. Avrebbe voluto trovare questo Paul per sbatterlo in carcere. Voleva che Harry si potesse sentire al sicuro per il resto della sua vita. Ma non poteva, non aveva questo potere. Louis era una persona razionale, sapeva riconoscere i propri limiti. Ma una cosa avrebbe potuto farla per migliorare la vita di Harry, e si ripromise che non si sarebbe riposato finché non l'avrebbe portata a termine.

"Ti prometto, Harry. Che Dio mi sia testimone, ti prometto che insieme troveremo ció che ti appassiona. Troveremo la carriera che fa per te. Potrai lasciarti tutto questo alle spalle, per sempre" disse.

Afferrò le guance di Harry premendo le loro labbra insieme, suggellando la sua promessa con un bacio.

Amami SottovoceWhere stories live. Discover now