Problemi con l'auto

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"Hai preso tutto, Gems?" Domandò Harry con apprensione, mentre teneva la piccola Rosie tra le braccia.

Erano passati quattro giorni dalla nascita di Rosie. Gemma era appena stata dimessa dall'ospedale e adesso stavano raccogliendo le sue cose ancora sparse per la stanza, pronti per tornare a casa. Una casa dove finalmente lei e la bambina avrebbero potuto vivere una vita serena, pacifica, senza più doversi preoccupare della violenza di un uomo malvagio.

"Si, Harry. Possiamo andare" disse lei, infilando il cappotto sulle spalle.

Quando arrivarono al parcheggio dell'ospedale, trovarono Louis e Liam ancora indaffarati ad inserire il seggiolino per la neonata che Harry e Louis si erano fermati a comprare poco prima di arrivare all'ospedale.

"Louis, a destra. No, più a destra" disse Liam, con tono esasperato.

Harry e Gemma si voltarono a guardarsi negli occhi e in quel momento si sentirono così fortunati ad avere quei due ragazzi nelle loro vite. Si, perché alla fine Liam e Gemma avevano parlato, Louis ed Harry avevano preso Rosie, concedendo loro un po' di intimità per discutere della loro situazione. Così, avevano deciso di provarci, di stare insieme. Liam avrebbe fatto avanti e indietro da Londra nel fine settimana, e più avanti nel tempo, quando la loro relazione si sarebbe consolidata, Gemma avrebbe preso in considerazione la possibilità di trasferirsi definitivamente nella capitale.

Finalmente sentirono quel click, che confermava il fatto che il seggiolino fosse in sicurezza. Harry posò delicatamente la piccola, allacciandole la cintura. Gemma e Liam si accomodarono nei sedili posteriori, lanciandosi sguardi fuggevoli. Harry prese posto nel sedile del passeggero, accanto a Louis che aveva appena messo in moto.

Quando arrivarono a casa di Gemma ed Harry, i ragazzi scesero. Gemma aveva tra le braccia la bambina, così piccola da sembrare un cucciolo.
Appena varcata la soglia di casa, Louis ed Harry si lanciarono sguardi complici, non vedevano l'ora di poter osservare la reazione di Gemma quando avrebbe aperto la porta della nuova stanza di Rosie che loro avevano preparato in gran segreto.

Gemma stava entrando nella sua stanza da letto, ma Harry la bloccò.

"Gemma, qui dentro" disse, indicando la porta di una stanza che una volta apparteneva alla loro mamma.

"Non apro questa stanza da quando..." disse la ragazza, lasciando intendere che quella porta era rimasta chiusa dalla morte della madre.

"Lo so" rispose Harry, con lo sguardo triste. "Ma aprila adesso" aggiunse, tornando raggiante.

Gemma abbassò la maniglia con la mano sinistra, nel braccio destro teneva ancora la piccola. Quando entrò rimase a bocca aperta. Ovviamente, la stanza non era perfetta. Non era la nursery di Kim Kardashian, ma non importava. Perché quello che Louis ed Harry avevano fatto per lei e per sua figlia valeva più di qualsiasi Villa a Malibù, più di ogni altra cosa al mondo. Per lei, era perfetta.

Osservò la culla bianca ed il fasciatoio rosa con le lacrime agli occhi. Infine, si sedette sulla sedia a dondolo imbottita, era talmente commossa da non riuscire a reggere l'emozione.

"Non so cosa dire" disse lei, iniziando a piangere.

Ormai era abituata ad un uomo che la maltrattava, che non l'aveva mai viziata neanche con un fiore. Non ricordava più l'esistenza delle sorprese, non provava più quel batticuore.

Harry si chinò per posare un delicato bacio sulla sua testa.

"Ti voglio bene" le sussurrò. "Vi voglio bene" si corresse, guardando la neonata che stava dormendo.

"Anche noi" rispose Gemma, con un enorme sorriso ad illuminarle il volto.

*

Era passata qualche ora da quando erano rientrati, Gemma aveva posato Rosie nella sua nuova culla ed adesso tutti i ragazzi erano seduti attorno al tavolo e si stavano gustando un calda pizza da asporto.

Amami SottovoceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora