Capitolo 11

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I passi piccoli e veloci di un bambino si lasciavano dietro una nube di terra, mentre più avanti un gruppetto faceva lo stesso lanciandogli di tanto in tanto qualche occhiata. Il cortile dell'orfanotrofio era quanto di più grande gli occhi del piccolo Taehyung avessero mai visto, pieno di scivoli e giochi divertenti su cui avrebbe davvero desiderato salire ma che per un motivo o per un altro - nonché i suoi coetanei che alla sua vista urlavano e chiamavano la maestra - non ne aveva mai avuto la possibilità.

«Aspettate!» la voce fuoriuscì a stento a causa dell'affanno mentre cercava di raggiungere quel gruppetto, mentre quest'ultimo con versi di incitamento, corse e rise ancora più forte beffandosi di lui.

Il capo, se tale poteva essere definito, un certo Chung Hee si era fermato improvvisamente placando la corsa del gruppo e di Taehyung stesso che, con poche altre falcate, si ritrovò faccia a faccia con quel bambino così alto e robusto, con una cicatrice sul sopracciglio sinistro, che realmente Taehyung si domandava come poteva quel bambino tremare alla sua vista. A differenza sua il grigio era uno smilzo, raggiungeva a stento la cattedra delle maestre e se solo uno di loro avesse avuto il coraggio, avrebbe potuto farlo cadere con un dito.

«Non ti vogliamo!» urlò il primo con voce incerta. Gli altri bambini dietro di lui annuirono - chi si nascondeva dietro la massa e chi più coraggioso rideva di lui - e aizzati dal leader del gruppetto presero a fare lo stesso:

«Non volgiamo giocare con te!» «Vattene via brutto mostro!» Taehyung sentiva le loro grida e strinse i pungi per non lasciarsi sfuggire le lacrime che minacciavano di sgorgare dai suoi occhi.

«P-perché?» chiese disperato. Aveva così tanta voglia di giocare e fare amicizia con quei bambini che di sentirsi preso in giro non gli importava nemmeno. Voleva solo sapere perché ogni volta in sua presenza scappassero, non lo lasciassero avvicinare e-

«Ci fai paura! Vattene via.» allora non sarebbe mai riuscito a capire quegli sguardi straniti nei suoi confronti e probabilmente anche oggi non avrebbe saputo dare una risposta certa.

Fece un altro passo avanti e fece per parlare per fargli capire che non c'era nulla di male in lui, che non voleva essere spaventoso, ma uno spintone lo fece cadere all'indietro e sbattere il sedere sul terreno facendogli sporcare di terra i pantaloni della divisa grigia, tipica dell'orfanotrofio.

Li vide tornare a correre mentre tornava ad essere solo. Quel giorno fu solo il primo di una lunga serie di giorni di solitudine.

Si svegliò. Non aprì gli occhi e al contrario tirò un sospiro frustrato mentre si portava la mano sulla fronte, scoprendola madida di sudore, per tirarne indietro i capelli appicciati ed umidicci.

Il petto nudo si alzava e si abbassava in continuazione, mentre schiudeva gli occhi cercando di ricordare gli ultimi avvenimenti passati. Era sfocato, ricordava di essere a scuola e che poi le sue ferite avevano iniziato a sanguinare di nuovo e poi- Jungkook...

L'immagine del moro sopra il suo corpo per tenerlo fermo e il ricordo della sua lingua sulle sue ferite lo invase e lo fece sedere di scatto per quanto imbarazzato fosse da ciò che era avvenuto e che aveva dovuto sopportare in silenzio. Si guardò il petto nudo e si chiese perché Jungkook avesse dovuto spogliarlo... era già stato tutto troppo imbarazzante, non avrebbe mai voluto che il licantropo guardasse anche il suo corpo non poi così bello perché pieno di vecchie cicatrici.

Scosse la testa decidendo di non pensarci, fino a quando una voce da dietro la porta della sua camera non attirò l'attenzione. «Taehyung?» Jungkook lo guardava dallo spicchio di porta lasciata socchiusa con aria interrogativa.

«Entra.» rispose cercando di non dare troppo peso al fatto che fosse a petto nudo. Andiamo, non sei mica una donna! E- «Perché diavolo anche tu non stai indossando una maglietta?!» si coprì gli occhi alla vista dei pettorali del licantropo che, con nonchalance, si giustificò con un «Ho sudato molto a causa tua ed avevo caldo. Qualche problema?» chiese.

The Hybrid|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora