Capitolo 22

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Quando posò la testa ancora umida sul cuscino pulito e profumato un senso di piacevole serenità dovuta alla morbidezza di quest'ultimo e all'inconfondibile vuoto adesso colmato nuovamente dalla presenza di Jungkook, non poté fare a meno di sorridere ad occhi chiusi. Era stanco e spossato, a stento era riuscito a reggersi in piedi nella doccia, ma si sentiva decisamente meglio.

Jungkook lo aveva lasciato solo in bagno, così come gli aveva chiesto, e se da una parte ne era sollevato dall'altro non riusciva a non mettere su un broncio per essere stati disturbati da Namjoon. Era stato piacevole e probabilmente se il leader non li avesse fermati si sarebbero lasciati trasportare e chissà fino a che punto sarebbero potuti arrivare... Nei meandri della sua mente però, nonostante il solo pensiero lo mandasse in fiamme, non poteva non ammettere di essere curioso e piacevolmente attratto.

Sospirò a causa di quei pensieri con le guance in fiamme e si girò in cerca del fresco cuscino, come se così facendo avesse potuto placare quel rossore.

Se aggiungeva quello che era successo a ciò che aveva sognato e che gli aveva detto Hoseok... forse significava che le emozioni future che aveva provato derivavano dal periodo che stava vivendo proprio in quel momento? No! Sbatté una mano sul materasso, Jungkook è appena tornato da me e l'unica cosa a cui riesco a pensare e a saltargli addosso?! Si rimproverò mentalmente.

In realtà aveva così tante cose da chiedere al suo guardiano, come avesse vissuto in quei sei mesi d'assenza, chiarire ancora una volta che non lo incolpava per ciò che era successo quella sera e né tanto meno aveva paura di lui... ma all'improvviso venne distratto da tutti quei pensieri quando una voce familiare gli giunse alle orecchie.

Si mise seduto troppo in fretta, provocandosi un giramento di testa, e zittì i suoi stessi pensieri per concentrarsi e rizzare le orecchie per ascoltare meglio quella che non sembrava una conversazione, bensì una discussione fatta di urla.

«Non lo voglio qui! Né lui e né tanto meno quello stupido ibrido!» urlò la chiara voce di Irene. Aggrottò le sopracciglia non capendo il motivo di tanto astio nei confronti suoi e di Jungkook, ascoltando ancora.

«Irene smettila di fare la bambina—» la voce di Namjoon intervenne ma venne malamente interrotta da una più calda: Jungkook. Quello gli faceva capire che i tre dovevano trovarsi in salotto tutti insieme.

«Non puoi essere ancora arrabbiata per ciò che è successo un anno fa!» quell'accusa, come se avesse fatto scattare un interruttore nella testa di Taehyung, gli fece voltare la testa di scatto in direzione della porta, come se così avesse potuto capire o ascoltare meglio lo scambio di battute tra i due.

«Hai qualche problema a riguardo?» ribatté Irene e riuscì tranquillamente ad immaginarsela a braccia conserte e quello sguardo freddo tanto odioso quanto raccapricciante.

Di che storia stanno parlando? Jungkook ha avuto qualche tipo di rapporto con lei? Quelle domande nella sua testa non fecero altro che causargli uno strano senso di dolore e gelosia all'altezza del petto.

«Vuoi dirmi che per rancore nei miei confronti hai trattato male Taehyung per tutto questo tempo, fino a ferirlo?!» la voce di Jungkook risultava più alta e arrabbiata costringendolo a stringere tra le dita le lenzuola per il timore che quel timbro, solitamente calmo, aveva preso.

«Be' è unicamente vostra la colpa!» continuò lei, ridacchiando nervosamente «Se tu non avessi dovuto proteggere quella palla al piede probabilmente saresti restato con me, senza distruggerti per sei mesi e senza fare da balia ad un mezzo licantropo che non è nemmeno in grado di proteggersi da solo!» il tono di voce della ragazza aumentava man mano che parlava e, più che mai, Taehyung si sentì ferito colpito da quelle parole conscio che avessero comunque un fondo di verità.

The Hybrid|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now