Capitolo 27

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Sospirò con un piccolo tentennamento del capo – era stanco nonostante fosse ormai chiuso in cella da due giorni non facendo altro che dormire e mangiare – e, tenendo le braccia attorno alle gambe strette al petto, intercettò con gli occhi il piccolo topolino ormai suo compagno di cella, che scorrazzava con le sue zampette per ogni angolo della stanza avvicinandosi ogni tanto solo per fiorargli i piedi nudi.

Vicino al muro su cui aveva poggiato la schiena si trovavano i segni che stava incidendo su di esso. Ne aveva già fatti tre, ne mancavano altri quattro da attendere per l'arrivo di Jungkook. Quattro giorni erano relativamente pochi, ma lontani dal licantropo e costantemente chiuso in cella il tempo sembrava raddoppiarsi e non finire mai. Le uniche visite che aveva ricevuto per qualche mezz'oretta erano state quelle di Seokjin – ancora intento a chiedergli con gentilezza informazioni che, però, non si lasciava sfuggire dalle labbra – e Hoseok il primo giorno.

La guardia che si occupava di tenerlo d'occhio – nonostante fosse comunque rinchiuso e incapace di poter fare nulla – faceva come suo solito la ronda dandosi il cambio con le altre in determinati orari. Non gli rivolgevano parola o altro e quindi, per disperazione, Taehyung aveva preso a parlottare ogni tanto con quell'animaletto, giusto perché non riusciva a contenere tutte le preoccupazioni che da giorni invadevano la sua testa.

«Non può essere vero... è solo una coincidenza.» mugugnò a voce bassa perdendosi con gli occhi del vuoto grigio della cella, ricordando quel nome ed associandolo a due persone: l'uomo incappucciato – uno dei Ministri – e il direttore dell'orfanotrofio. Nella sua mente il pensiero che quei due potessero essere la stessa persona si riproduceva, ed ogni volta tentava di trovare una logica spiegazione affidando però poi quest'ultima alla mera coincidenza.

Era impossibile che fosse lui d'altronde! Se fosse stato davvero quell'uomo perché esitare nel rivelare la sua identità al resto dei ministri? Invece l'aveva cresciuto nel suo orfanotrofio e lo aveva lasciato andare quando aveva deciso di farlo... qualcosa non tornava e—

Il rumore dei passi interruppe i suoi pensieri e gli fece sollevare la testa per poter scorgere così chi si trovasse dalla parte del corridoio. La guardia di fronte alla sua cella non appena aveva visto chiunque fosse ancora nascosto agli occhi di Taehyung, si inchinò in segno di rispetto e subito dopo due figure presero volto agli occhi dell'ibrido: Seokjin e suo padre.

Si mise sull'attenti.

«Non riesco a credere che tu possa essere un tale disonore! Sei una vergogna e non meriti il posto da Ministro!» urlò il capo dei ministri quando i suoi occhi color rosso cremisi si posarono sulla figura di Taehyung, prima di voltarsi verso suo figlio e far riecheggiare il suono di un potente schiaffo che aveva fatto girare violentemente il capo di Seokjin, costringendolo a portare una mano sulla zona adesso rossa e dolorante.

«Sono dispiaciuto padre.» rispose come un automa, senza reagire, tornando poi composto e a testa bassa. Fu così che lo sguardo di entrambi si posò sulla sua figura, quello dell'adulto infuriato e quello di Seokjin dispiaciuto.

«Apri la cella.» quelle parole fecero scattare la guardia e raggelare il sangue nelle vene di Taehyung. Non presagiva nulla di buono.

Vide i due entrare e d'istino strinse i pugni e trattenne il fiato attendendo qualsiasi cosa. Poteva leggere delle silenziose scuse da parte di Seokjin, ma sapeva che il maggiore non centrasse nulla con tutto quello.

«Ti ho insegnato fin da piccolo come comportati e come ottenere quello che ti serve...» fece una piccola pausa, portando poi indietro il braccio come se fosse pronto per colpire Taehyung. E così fece. Un colpo forte si schiantò contro la testa del grigio che per la forza andò a sbattere di rimando contro il muro opposto a pochi metri da lui, gemendo per il dolore.

The Hybrid|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें