Epilogo: The Hybrid

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Camminava mano nella mano con al suo fianco Jungkook sentendo in lontananza il rumore delle rotaie del treno in corsa appena partito dal loro binario. I suoi piedi calpestavano l'asfalto innevato mentre il suo cuore batteva forte nel petto alla vista di quegli edifici che per poco erano stati familiari.

Era il trenta dicembre, il giorno del suo diciottesimo compleanno che avrebbe significato l'inizio e la fine di tante cose. I suoi poteri nell'arco di due anni avevano avuto modo di svilupparsi a pieno, specialmente grazia all'aiuto di Jungkook e del resto del branco. Ma diventare maggiorenne significava anche andare in contro all'integrazione dei licantropi nel mondo del lavoro, il che a volte poteva essere difficoltoso. I lavori di forza erano una passeggiata per qualcuno come loro e di conseguenza avrebbero subito destato sospetti.

Per sua fortuna, Taehyung sapeva già cosa voleva fare. Le paure della sua infanzia lo avevano perseguitato per molto tempo e per questo motivo, come se volesse dimostrare al mondo d'essere ormai guarito dai soprusi di quell'uomo aveva deciso di iniziare a Seoul un'università che gli avrebbe consentito d'entrare nell'ambito degli orfanotrofi e aiutare i bambini che, come lui, avevano perso i genitori fin da piccoli.

Ma quello, almeno per quel girono, non era il motivo per il quale era tornato a Daegu con Jungkook, dopo due anni. Aveva espresso giorni addietro di visitare il luogo in cui i suoi genitori riposavano in pace e il licantropo, da sempre a conoscenza di dove si trovassero lo loro tombe, aveva deciso accontentarlo.

Quando aveva scoperto questo piccolo particolare non aveva lasciato che la rabbia prendesse il sopravvento. Jungkook gli aveva chiaramente detto come avesse atteso questo momento, aspettando il giorno in cui l'avrebbe visto pronto ad affrontare ciò. E Taehyung gli era stato grato perché, persino adesso che aveva la certezza di qualcuno al suo fianco, temeva una sua stessa reazione.

Ancora conservava quel po' di rimorso nei confronti dei suoi genitori per averlo abbandonato lì dove credevano d'averlo salvato ma dove invece l'avevano affidato al diavolo, ma era consapevole che nessuno dei due – persino sua madre – avrebbe potuto prevedere cosa avrebbe potuto succedergli una volta cresciuto.

«Ehi, stai bene?» lo richiamò Jungkook distraendolo dai suoi pensieri e facendolo voltare nella sua direzione.

«Ah, sì, ero solo un po' sovrappensiero...» gli fece un mezzo sorriso, andando poi a guardarsi intorno. Erano in un piccolo sentiero innevato, lontano da centro di Daegu. Non sapeva bene dove fossero diretti, semplicemente seguiva in silenzio Jungkook, camminando accanto a lui e tenendogli ben stretta la mano.

«E' stato mio padre a scegliere il posto.» disse, allontanandosi poi dal sentiero per finire sulla neve alta nel quale sprofondavano ad ogni passo. Credeva che questo fosse il posto più adatto a loro.» sorrise mentre ne parlava, contagiando di conseguenza anche il grigio.

Percorsero un altro mini sentiero circondato da alberi tutti uguali fino a quando non si ritrovarono alla fine di esso, dove si fermarono. Gli occhi di Taehyung vagarono per l'immenso albero dai rami spogli in quel momento ma che riconobbe subito essere un albero di ciliegio.

«Non è cambiato molto fortunatamente.» sorrise tra sé e sé «Ti sembrerà strano o nulla di speciale come posto, ma è qui che i tuoi genitori si sono incontrati per la prima volta.»

I suoi occhi tentarono di immaginare i volti dei suoi genitori insieme, mano nella mano – proprio come loro in quel momento – guardare quell'albero nella sua mente pieno di quei ciliegi rosa che svolazzavano nell'aria a causa del vento.

«Erano i primi tempi in cui le streghe vennero allo scoperto e di conseguenza ad essere uccise. Tua madre si era rifugiata qui per curare una ferita che uno dell'esercito dei Ministri le aveva inflitto e tuo padre era il capobranco del territorio. L'odore di tua madre non gli fu indifferente e finirono con l'incontrarsi qui...» fece una piccola pausa – Taehyung ormai era incantato dal suo discorso –, prima di riprendere «per poi iniziare a litigare.» ridacchiò facendo alzare le sopracciglia al grigio per la sorpresa.

«Litigare?» domandò sorpreso voltandosi con occhi spalancati verso il suo guardiano che di rimando rispose «Era entrata nel suo territorio, litigava con chiunque non rispettasse le sue regole.» ridacchiò il licantropo quasi rivivendo dei ricordi ad occhi aperti «In ogni caso tua madre finiva col rifugiarsi sempre qui e tuo padre finì con l'innamorarsene.»

«E tu come fai a sapere tutto questo?» chiese piacevolmente sorpreso.

«Be', avevo all'incirca cinque anni quando mio padre decise di fare da cupido ai tuoi genitori. Ero sempre con lui, per cui ti lascio immaginare...» ridacchiò, contagiando l'altro.

Guardò nuovamente quell'albero tirando poi dalla tasca del cappotto una lettera. Se ci pensava, era proprio nato tutto grazie alla lettera che i suoi genitori avevano scritto per lui e anche se non avessero mai potuto ricevere alcuna sua risposta ci teneva, dopo anni, a ringraziarli.

Posò quel pezzo di carta alla base dell'albero, guardandolo un'ultima volta sorridendo. Probabilmente la neve l'avrebbe rovinata o sarebbe voltava via col vento, ma non gl'importava, sperava solo che il suo messaggio arrivasse alle persone che gli avevano permesso di vivere.

Rimase qualche minuto a guardare quelle radici sporgere dal terreno prima di alzarsi e riafferrare la mano di Jungkook e dire finalmente con il cuore un po' meno pesante e la leggerezza di quel gesto a prendere il sopravvento un «Andiamo?» seguito subito dopo da un consenso, dando poi le spalle a quell'albero dove quella lettera sarebbe rimasta sola nel tempo.

E' la prima volta che scrivo questi nomi e probabilmente sarà anche l'ultima. Non so bene perché io lo stia facendo ma sento che questo è l'unico modo per potervi ringraziare. Ringraziare per aver fatto del vostro meglio in passato per poter tenermi al sicuro, per aver pensato a me invece che a voi stessi quando il pericolo era fin troppo dietro le vostre spalle, e ringraziare per avermi protetto da lassù.

Grazie per avermi donato, con quella lettera, la persona più importante della mia vita.

E semplicemente grazie.

Il vostro caro figlio, l'ibrido Kim Taehyung."

The Hybrid|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now