Capitolo 25

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«E così è lui ad aver portato così tanto scalpore in città in questi giorni?» a quella domanda si morse il labbro e deglutì sonoramente rimanendo in assoluto silenzio ad osservare quelle persone di fronte a lui, sedute come se fossero le più importanti e la sua presenza fosse solo paragonabile a quella di un moscerino.

«Cos'ha questo ragazzino di così speciale?» domandò un altro di loro dai capelli grigiastri e la barba incolta, posto invece alla destra dell'uomo seduto sulla poltrona centrale, ricevendo da quest'ultimo un'occhiataccia per quella domanda così stupida.

«E credi che sarebbe qui Lee se ne fossimo già a conoscenza?» rispose con astio facendo così tacere il primo.

Taehyung osservò di sottecchi quelle persone riuscendo a capire senza troppe spiegazioni che l'uomo seduto al centro doveva essere il capo tra loro, o comunque l'uomo con più potere. Rispettivamente alla sua sinistra c'erano il figlio e un uomo ancora più anziano che annuiva a qualsiasi parola del capo; alla sua destra invece, oltre quel Lee, si trovava un uomo incappucciato del quale non si riuscivano a scorgere nemmeno i tratti.

«Mi perdoni Primo...» sussurrò quel Lee a testa bassa stringendo i pugni sui braccioli della poltrona.

«Hai da dire qualcosa ragazzino?» continuò colui appena denominato Primo, guardando negli occhi il grigio come per scorgere qualche guizzo di insicurezza. Ma nessuna parola fuoriuscì dalle labbra di Taehyung, consapevole che se avesse parlato avrebbe messo nei guai sé stesso e i suoi amici.

A quella sua presunzione però il capo ridacchiò prima di continuare con tono arrogante «Non abbiamo molta pazienza qui, quindi o parli ora o passeremo alle maniere forti.» provò a spaventarlo ma ancora solo silenzio. A quel punto chiuse gli occhi già stanco di quel ragazzino che aveva smosso un'intera città e persino i cinque Ministri, prima di cercare con gli occhi un uomo posto dietro la sua poltrona e dopo un «Siwon» indicare il grigio con un cenno del capo.

Quell'uomo alto e robusto si avvicinò con poche falcate alla figura inginocchiata di Taehyung sollevandola poi con estrema forza, stringendo la mano sul suo collo. Sgranò gli occhi all'impassibilità di quel volto e quando non toccò più terra scalciò e portò le mani sul polso della guardia provando ad allontanarlo da lui. Il respiro era spezzato e il volto arrossato.

«Il tuo nome?» domandò con freddezza il Primo, guardando il ragazzino agitarsi ancora in preda alla mancanza d'ossigeno «Voglio sapere come ha fatto un ragazzino come te a mandare una città in delirio?!» continuò alzando il tono di voce non considerando che se avesse continuato in quel modo molto presto quel ragazzino avrebbe perso i sensi, se non peggio.

«Parla forza!»

«Padre così lo ucciderà!» parlò la voce giovanile e proprio nel momento in cui sentì i suoi occhi ingrossarsi e appannarsi sentì la presa della guarda allontanarsi di scatto ed il suo corpo cascare a terra senza fiato. Tossì in cerca di ossigeno immettendo quanto più aria possibile nei polmoni che bruciavano. Un solo altro minuto e probabilmente sarebbe morto.

Alzò gli occhi su quelle cinque figure, osservando il Primo sistemarsi il colletto del mantello nero che portava legato al collo «Ci sono state fatte due segnalazioni. La prima da un vampiro e la seconda da un licantropo.» lo informò come se così facendo volesse comunicargli che non aveva comunque scampo «Il primo ha detto che hai ucciso tuo fratello con il tuo sangue e il secondo solo che sei qualcosa di innaturale.»

La supposizione di Jungkook quindi non era sbagliata: il vampiro che s'era lasciato sfuggire aveva parlato incolpandolo della morte di suo padre. Ma il secondo, un licantropo? Il gruppo di Jaebum, a scuola, gli venne in mente – erano gli unici licantropo ad essere a conoscenza dalla sua esistenza anche se, non sapeva cosa Jungkook avesse detto su di lui – ma non avrebbe avuto senso farlo proprio ora dopo mesi.

The Hybrid|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora