II

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Louis Tomlinson era quello che, comunemente, si definisce un sognatore.

Camminava per le strade della città con gli occhi spalancati, non voleva perdersi un solo dettaglio del mondo che lo circondava.

Amava perdersi nelle vite delle persone. Le osservava, le studiava e si immedesimava in ognuno di loro. Provava a vestire i loro panni guardandoli per pochi istanti.

Si sentiva così estremamente in simbiosi con il mondo da stare male.

Louis Tomlinson era vita, era vivo. Sentiva ogni goccia, ogni soffio, ogni raggio. Sentiva tutto e lo amava.

Amava sentirsi così vivo.

Quel soleggiato martedì di maggio passeggiava per le vie di Londra, in cerca di una lavanderia.

La sua camicia preferita aveva avuto un brutto incidente con il ripieno di un bombolone alla crema in una caffetteria del posto. Per rimediare al danno, il titolare gli diede una simpatica polo dello staff. Perciò camminava con la camicia in una bustina di plastica e con indosso una maglietta verde con il logo 'Flat White' sul retro e un cartellino sul petto che riportava il nome 'Vanessa'.

Ma ciò non gli impedì di perdere il sorriso, anzi, servì solo a farlo allargare. La gentilezza delle persone era disarmante per lui.

Nella mano destra stringeva un bigliettino su cui aveva appuntato il nome di una via in cui c'era una lavanderia, indicatagli dal proprietario del bar. Ad ogni vicolo che superava gli rivolgeva uno sguardo sempre più apprensivo. Come se guardandolo più spesso, il locale che stava cercando, potesse palesarsi prima.

Dopo venti minuti eccola lì.

75 Berwick St, Soho.

"Sister Ray." Mugugnò tra sé e sé, osservando l'insegna "Strano nome per una lavanderia."

Ripose il foglietto nella tasca posteriore dei suoi blue jeans ed entrò, facendo suonare la piccola campanella pendente all'ingresso.

"Ehm, salve." Disse titubante osservandosi intorno "È questa la lavanderia?"

Dischi, dischi ovunque. No, decisamente non era la lavanderia e si sentì un po' in imbarazzo per averlo chiesto.

"Amico, guardati intorno." Gli rispose un ragazzo biondo da dietro al bancone, con una t-shirt nera degli U2 "Vedi forse delle lavatrici?"

"Direi di no." Rispose Louis, grattandosi la testa imbarazzato "Ti chiedo scusa, mi hanno dato quest'indirizzo ma dev'essere errato." Si giustificò, estraendo il bigliettino dalla tasca.

"Fammi vedere un po'." Disse il ragazzo del negozio, facendogli segno con la mano di avvicinarsi.

Louis poggiò la busta contenente la camicia sul bancone e gli porse il foglio.

"Uoah! Ma ti sei tuffato in una vasca di crema chantilly!?" Esclamò l'altro, con poco tatto.

"Mi è scoppiato un dolce troppo ripieno sulla camicia!"

Risero insieme.

"Allora, effettivamente l'indirizzo è questo." Disse il biondo "Ma se togli questa piccola chiazza di crema.." Continuò strisciando il dito sulla carta "Vedrai che il vero indirizzo è 15 Berwick, non 75." Finì portandosi l'indice alla bocca "Mh, buona!"

"Diamine! Sono un cretino!"

"Tranquillo, davanti a un bombolone alla crema siamo tutti meno lucidi." Si ripulì il dito sulla maglietta e poi la porse a Louis "Comunque io sono Niall, piacere."

Louis la guardò con riluttanza, un po' disgustato, e perciò gli prese il polso simulando una stretta di mano.

"Piacere, io sono Louis, Louis Tomlinson."

SerendipityWhere stories live. Discover now