IV

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La vita di Louis Tomlinson era piena di sole.

Amava indirizzare i suoi raggi verso chiunque.

Specialmente verso il suo migliore amico, il suo totale opposto.

Non era esattamente l'emblema della positività, né tantomeno dell'allegria.

Ma era un tenerone, anche se non gli piaceva ammetterlo.

Erano amici da quando ne aveva memoria.

Come un cliché, una storia trita e ritrita, ma non per questo banale, si erano conosciuti all'asilo. Louis era un bambino allegro, pieno di vita, non amava star fermo mai, neanche un secondo. Invece lui no, era silenzioso, taciturno.

Una cosa in particolare catturava l'attenzione di quel bambino: la pittura.

Avrebbe potuto perdersi un'intera giornata in quei colori. Non dipingeva con i pennelli, usava le mani.

Con le sue piccole manine tracciava linee e contorni sporcandosi dalla testa ai piedi.

La maestra lo sgridava spesso per questo, ma a lui non importava e continuava.

Un giorno Louis gli si avvicinò, prese una sediolina di plastica gialla e si sedette dietro di lui. Osservando ogni suo movimento sulla tela.

"Che stai facendo?" Chiese il bambino.

"Sto guardando quello che fai."

"Perché?"

"Gli altri bambini giocano a calcio, a me non piace il calcio". Mentì, adorava inseguire quella sfera di cuoio "Preferisco guardare te e i tuoi colori."

"Non mi chiedi se mi serve un pennello?"

"Un pennello? Perché?"

"Me lo chiedono sempre tutti." Rispose con una vocina vagamente flebile, evidentemente rattristito da ciò.

"No, non ti chiedo se ti serve un pennello, dipingi molto meglio così."

A quell'affermazione il bambino parve rincuorarsi. Certo che in Louis, il bambino che lo guardava disegnare in silenzio con i pugni scavati nelle guanciotte piene sotto i grandi occhioni blu, non c'era traccia di marcio.

Non c'era cosa al mondo che Louis non avrebbe fatto per lui.

Le persone tendono a perdersi durante gli anni, ma loro no.

Erano simbiotici.

Quando fecero l'esame per prendere la patente furono bocciati entrambi la prima volta.

Assurdo il caso certe volte.

Era come se si fosse messo d'accordo per non scontentare nessuno dei due.

Insieme nei fallimenti, ma anche nel raggiungimento degli obiettivi.

E infatti quando furono promossi entrambi festeggiarono alla grande.

SerendipityWhere stories live. Discover now