XXXIII

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Louis aprì gli occhi.

Ancora immaginava la morbida pelle di Harry sulla sua.

La loro perfetta aderenza.

I loro movimenti simbiotici.

Il loro amore condiviso.

Si erano amati per la prima volta.

Niente avrebbe mai superato tutto quello.

Quelle carezze che sapevano d'amore.

Quei sospiri.

I respiri che si mescolavano.

Quella simbiosi, quella complicità.

Lo scomparire completamente in qualcun altro.

Affidarsi a lui.

Fidarsi di lui.

Lasciare che lui si fidi di te.

Aveva fatto sesso molte volte in vita sua, ma mai nessuno di quelle volte si era sentito così.

Forse la risposta è perché non avevano fatto semplicemente sesso.

Loro si erano amati, amati come pochi fanno al giorno d'oggi.

Si erano scambiati le loro paure, le avevano messe sul palmo dell'altro.

Si erano lasciati bendare e poi condurre.

Poi mise a fuoco.

Era in una stanza completamente bianca.

Ma dove sono?

Provò a mettersi seduto sul busto ma niente da fare.

Era bloccato.

"Aiuto!" urlò "C'è qualcuno?!" iniziò ad agitarsi come un pesce fuori dall'acqua con scarsi risultati, qualcosa lo continuava a tenere bloccato.

"Vi prego! Aiutatemi"

Urlò più forte che potè sperando che qualcuno arrivasse ad aiutarlo.

Lanciò la testa all'indietro colpendo violentemente il cuscino, e lì si rese conto di avere qualcosa attaccato al naso.

Un respiratore.

"Si è svegliato!" urlò una donna fuori alla sua stanza, poi entrò "Ciao Louis"

Lui rimase di sasso.

"Chi sei? Come sai il mio nome?"

"Ti conosco bene Louis, sei al sicuro, sta' tranquillo! Adesso chiameremo i tuoi affetti stabili e vedrai che andrà tutto per il meglio" disse sorridendo, non potè guardarla in faccia ma fu sicuro che avesse uno di quei sorrisi con i denti sporchi di rossetto.

"Dove sono?!"

Ella non gli diede alcuna risposta, semplicemente chiuse la porta.

"Ma dove cazzo sono finito?!" urlò ancora ribellandosi.

Sentiva lo scoccare delle lancette di un orologio ma non riuscì a vederlo.

Non capiva che ore fossero.

Da quanto tempo fosse lì.

Stava impazzendo.

Ruotando la testa verso destra scorse quelli che sembravano essere dei fiori.

Ma cosa mi è capitato?!

Poi la porta si aprì.

Di nuovo.

SerendipityWhere stories live. Discover now