XXXIV - The End.

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Viviamo tenendo un filo tra le mani che ci conduce verso la fine, ma con un paio d'ali che sbattono quando vogliono.

Non conosciamo l'estremità finale del nostro filo, ma ci lasciamo guidare da esso verso qualcosa di più grande.

Louis aveva fatto questo.

Si era lasciato guidare da un filo, un filo fatto di sogni.

Aveva vissuto un amore solo per sé.

L'aveva tenuto e conservato nel suo cuore.

Nessuno meritava di farne parte.

Era una cosa esclusivamente sua.

Perciò la domanda persiste.

Il destino esiste?

Forse sì.

Eppure ogni cosa accaduta nella sua vita era un susseguirsi di eventi scatenanti ulteriori conseguenze.

Quante volte quella farfalla aveva sbattuto le ali?

Quante strade erano state cambiate?

Quanti percorsi?

A causa di un battito d'ali di una farfalla dall'altra parte del mondo Louis Tomlinson era finito in un negozio di dischi, aveva conosciuto Harry.

Quando si dice che sei nel posto giusto al momento giusto.

Ma che momento sbagliato fu quello successivo?

Quale posto peggiore?

E chi lo sa se poi dopo aver scambiato quattro chiacchiere seduti al bar si sarebbero rincontrati.

Forse sarebbero tornati ad essere due estranei.

Louis Tomlinson aveva regalato una fine migliore a quella storia, l'aveva colorata.

Ma sarebbe potuto succedere qualsiasi cosa.

La particolarità della vita è che in ogni secondo della nostra esistenza su questo pianeta siamo messi di fronte a scelte che possono condizionare il nostro futuro.

Un caffè preso al bar del centro potrebbe rivoluzionare i nostri astri anche se non nell'immediato futuro.

Inciampare.

Cadere.

Ridere o meno alla battuta di qualcuno.

Qualunque cosa noi facciamo, le persone che frequentiamo, le parole che diciamo, ciò che mangiamo ci conducono ad una fine predestinata, che può variare ad ogni passo che facciamo.

Entra qui in gioco la serendipità.

Essa mette a soqquadro ogni cosa, ogni piano.

Ascoltai una canzone tempo fa, parlava di un amore finito.

Continuai a cercarla assiduamente per sentirmi in simbiosi con lei.

Non la trovai.

Ne trovai un'altra.

Per quanto cercai di mettermi sulla stessa strada che avevo percorso in precedenza non ci riuscii.

Deragliai.

Finii fuori strada.

Mi persi.

E lì mi ritrovai, completamente in un modo nuovo.

Un nuovo aspetto.

Una nuova vita.

Un nuovo inizio.

Questa è la storia di come due persone si sono incontrate per caso.

Di come il mondo gli si sia rivoltato contro.

È la storia di un ragazzo che ha amato così tanto da rinchiudersi in sé stesso.

L'unico luogo sicuro in cui poter amare.

Ed essere amato.

Nella vita è tutto un "E se.."

E se lui non si fosse presentato?

E se lui non avesse avuto quell'incidente con la bomba alla crema?

E se a lui non fosse piaciuto Frank Sinatra?

E se..

Ma con i se e con i ma non si arriva da nessuna parte, mai.

L'universo ha continuato a girare.

Simbolo del fatto che siamo solo microscopiche entità di passaggio qui sulla terra.

E se per loro era stato designato questo destino, questa vita, questa fine.. allora loro l'accolsero a braccia spalancate.

Poiché è più bello amare, anche se per un solo secondo, anche se si riduce al solo momento in cui lo vedi sorridere, sorridere per te, che non aver mai amato.

Perché non amare equivale a non vivere.

Non respirare.

Non rischiare.

Amare con l'immaginazione.

Con la fantasia.

Perciò in quel bar all'angolo, nei quartieri di Londra, ci sono ancora due ragazzi che si guardano con dolcezza raccontandosi aneddoti sulle loro vite e scambiandosi sguardi carichi di curiosità, dolcezza, ingenuità, sospesi in una linea spazio-temporale.

Loro sono ancora lì.

E non importa in quale parte dell'universo.

In quale realtà parallela.

Il loro amore sarà eterno, andrà oltre ogni minima barriera.

Questa è la storia di un amore diverso.

Non per questo motivo in senso dispregiativo.

È l'amore astratto di due ragazzi che volevano semplicemente stare insieme.

Nonostante tutto.

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