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La serata tra Louis ed Harry era andata magnificamente.

Eccetto che per un dettaglio.

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"Sono pronto!" asserì Harry.

"Pronto? Pronto per cosa?"

"Dammi il tuo skateboard! Voglio fendere l'aria come fai tu!" rispose entusiasta.

Louis di tutta risposta glielo passò facendolo slittare sul pavimento con un calcio.

"Sai come devi salirci?" domandò con evidente preoccupazione.

"Certo! Non sono mica un idiota!" a quell'affermazione tentò di salire sulla tavoletta, fallendo miseramente, poiché essa era scivolata da sotto il suo piede destro "Oh, è stato un errore di distrazione, te lo assicuro!"

"Non ho il minimo dubbio, Harry" rispose Louis, pronto a ridere.

"Ecco! Ce l'ho fatta"

Harry fu sopra lo skateboard, tenendosi in equilibrio con le braccia spalancate.

"Adesso però dovresti farlo muovere, lo sai?" dichiarò, in attesa di un riscontro.

"Certo che lo so! Dammi il tempo"

Restò per buoni cinque minuti cercando di coordinare un movimento di gambe e anche, senza riuscire a muoversi di un millimetro.

"Quanto tempo aspetterai prima di chiedermi una mano?"

"E va bene! Ho bisogno di un aiuto, ma solo di una leggera spinta" si arrese poi, frustrato.

Louis sorrise e andò verso di lui.

"Per prima cosa stai sbagliando la posizione, dovresti girare i fianchi verso-" posò le sue mani in corrispondenza dei fianchi di Harry, facendoli roteare sinuosamente "Ecco, così"

Poi fece pressione sul suo busto affinché si flettesse a sufficienza "Piega un po' le ginocchia, altrimenti ti ritroverai dentro un muro in men che non si dica" spiegò con premura.

"Va bene così?" chiese Harry in cerca di approvazione.

"Va alla grande, ora poggia un piede a terra e datti una spinta bella carica"

Harry seguì il consiglio e partì.

"Non tenerlo a terra! Poggia il piede in posizione laterale!"

Si sentì come se stesse volando.

Harry era su uno skateboard.

Per una volta senza avere il preciso controllo della sua vita.

Era sotto il controllo dell'intero universo.

"Bravissimo Harry! Continua così e resta con la schiena diritta!"

Louis parve davvero fiero di lui, eseguiva alla perfezione i suoi comandi e non sarebbe potuta andare meglio di così.

"Com'è che si chiamano quelle cose che fate voi?" chiese Harry continuando a girare in circolo per tutto il magazzino, più felice di un ragazzino.

SerendipityWhere stories live. Discover now