XXV

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'Louis Tomlinson era quello che, comunemente, si definisce un sognatore.'

No.

Louis Tomlinson non sognava più.

Louis Tomlinson era soltanto un illuso.

-

"Cosa vuoi?"

Zayn si era fatto coraggio per andare a bussare alla porta della ragazza del piano di sotto.

"Solo sapere come stai" rispose con sincerità

"Sto bene" disse lei chiudendogli la porta addosso.

"Gigi, ti prego" la implorò.

"Per te sono Jelene, anzi, fai un favore ad entrambi non chiamandomi affatto!"

Tirò un'aria gelida tra i due.

"Io non ne sapevo niente, lo giuro"

Zayn sembrò impazzire, voleva soltanto sapere cosa le fosse successo dopo quel terribile episodio e invece lei lo tenne con il ginocchio tra l'ingresso e la porta, smanioso di entrare.

"È ridicolo" ammise lei, simulando una risata seguita da uno sbuffo.

"Cosa?" chiese Zayn "Cosa è ridicolo?"

"Per causa mia hai rischiato di restare in prigione per decenni e ora sei qui ad implorarmi perdono?"

Lui la fissò per un tempo che sembrò interminabile e poi parlò.

"Posso entrare?" continuò lui, non avrebbe mai voluto che la loro discussione diventasse di dominio pubblico.

Di tutta risposta la ragazza aprì leggermente la porta, permettendogli di entrare.

"Ti ringrazio" sorrise vagamente.

Ma lei non proferì parola.

"Sono davvero dispiaciuto, credevo che tu ne fossi al corrente" disse "Del video incriminante, intendo"

"No, e come avrei potuto? I tuoi amici sono corsi alla stazione centrale frementi!" disse con risentimento "A proposito, dovresti proprio ringraziarli, hai degli ottimi amici" ammise, questa volta sinceramente.

"Lo terrò a mente" poi si avvicinò a lei "Ma non sono qui per parlare di loro, ho bisogno di sapere se stai bene, quel video l'ho guardato anch'io e sappiamo entrambi che quello fosse solo una minima parte di ciò che stai subendo da anni"

"Zayn, ti prego.."

"No, lui non è qui adesso, non può più farti del male" tentò di prenderle la mano, ma lei la ritrasse "Quello stronzo marcirà in prigione per quello che ha fatto ad entrambi"

"Non parlare di lui in questo modo, Zayn"

"Lo stai proteggendo?"

Lei non rispose.

"Cristo, ma li riesci a vedere i tuoi lividi?! Le vedi le tue occhiaie, il tuo morderti nervosamente l'interno delle guance, le unghie smangiucchiate, le vedi tutte queste cose o le vedo soltanto io?"

Jelene abbassò lo sguardo.

D'un tratto le sue pantofole un po' consumate sembrarono più interessanti di qualunque altra cosa.

"Avanti.. guardati allo specchio e dimmi cosa vedi" Zayn tentò di mostrarle il suo riflesso "Quando ti ho vista la prima volta eri talmente bella e forte da intimidire chiunque ti guardasse, non ebbi neanche il coraggio di avvicinarmi a te per chiederti se volessi una mano a portar su qualche scatolone" sorrise al solo pensiero "E ora ho davanti la stessa bellissima ragazza, ma diversa, insicura, confusa, la vedo la tua confusione, sai?"

Zayn era dietro di lei, a fissare i loro secondi nello specchio.

Ma all'improvviso Gigi non ce la fece più, lo spinse e si allontanò bruscamente.

"Pensi di sapere tutto di me?" chiese arrabbiata.

"No, non ho mai detto questo"

"E invece sembrava proprio che volessi dire che mi conosci talmente bene, da poter sapere più cose di me di quante non ne sappia io stessa!"

Sputò fuori parole velenose.

Taglienti.

"Calmati, non ho mai detto niente di tutto ciò"

"Visto che credi di sapere tutto su di me devo dedurre che tu sia un fanatico! Allora ti do una nuova dritta per il tuo fanclub su di me! Aspettavamo un bambino! Che c'è? Sorpreso?!"

Zayn rimase di sasso.

"Aspettavate..?"

E lì successe.

Jelene scoppiò in un pianto disperato.

"Aspettavamo un bambino ma non glielo avevo ancora detto, temevo la sua reazione più di tutto il calvario che mi sarei dovuta aspettare" singhiozzò "Avrei potuto gestirlo ma poi lui è diventato una furia dopo aver visto il suo amico in manette, se l'è presa con me e.."

Zayn sussultò.

Si fece forza per cercare di fare forza a lei.

La strinse forte a sé senza dire una parola.

"Avrei potuto impedirlo, Zayn"

La sua voce strozzata dalle lacrime fu insopportabile per lui.

"Sei forte" le sussurrò.

"No, non lo sono"

Seguì una pausa.

La strinse ancora più forte.

"Sei forte, ti dico"

Cercò di infonderle tutta la sicurezza del mondo.

Sapeva che non sarebbe stato facile aiutare una donna così consumata, rotta.

Ma voleva rimettere insieme i cocci.

Voleva quantomeno provarci.

Vide in lei un po' di ciò che fu sua madre in vita, devota all'uomo sbagliato.

Innamorata di qualcuno che scambiava affetto per servigio.

Amore per ammirazione.

La sola cosa che salvò sua madre da quel rapporto fu la sua malattia.

Un uomo ha bisogno di una donna sana affianco, di una donna che possa assecondare ogni sua mossa, seguire ogni suo passo, obbedire ad ogni suo ordine.

Non di una donna che faceva cadere i cartoni del latte perché non era abbastanza in salute da riuscire a portarli dal frigorifero al piano da cucina.

"Come puoi saperlo?"

Zayn non voleva che lei seguisse ogni suo passo, voleva che camminasse di fianco a lui, o addirittura fosse lei a condurlo.

Voleva il confronto, non l'obbedienza.

Voleva qualcosa di vero.

Ma non fu questo il momento per desiderare il vero amore, avrebbe solo dovuto aiutare quella ragazza a rimettersi in sesto.

E cavolo, l'avrebbe fatto.

"Lo so e basta" la guardò negli occhi ormai rossi, distrutti dal dolore "Sei una guerriera della luce"

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