Capitolo 7: pranzo

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Domenica 27 Giugno

La mattinata è passata così in fretta che neanche mi sono resa conto che è ora di pranzo.

Fortunatamente è bastato entrare per trovare il cibo pronto, manca solo da servire.

Vado a passo svelto verso un posto esterno, in modo da non trovarmi al centro, ma qualcuno mi prende da sotto il braccio «siediti qua» i miei piedi si incollano al pavimento, ma il mio viso si gira verso la voce.

Al mio fianco mi ritrovo Nicolò che mi sorride e mi indica il posto davanti a me, non molto esterno, ma neanche inosservato.

Gli sorrido e sposto la sedia per sedermi.

Non ne sono particolarmente felice, ma mi vergogno a spiegargli la situazione, quindi ho fatto come mi ha detto.

«Sofia» inizia a parlare sedendosi alla mia destra «mi sembri una ragazza davvero brillante e dolce» mi mordo il labbro «grazie?»

«timida soprattutto» afferma bevendo un sorso d'acqua dal suo bicchiere.

«non tormentarla» fortunatamente qualcuno viene in mio soccorso sedendosi alla mia sinistra.

Non mi giro subito verso di lui, ma lo ringrazio mentalmente «vorrei parlarti»

Dalla sua voce non passa nessuna emozione, cosa che mi spaventa visto che è sempre con il sorriso sulle labbra ed è stato il primo con cui ho parlato qui.

«dimmi» mi girai del tutto verso di lui «oggi è Domenica» annuisco interrogativa «abbiamo il pomeriggio e la sera libero»

«Fede» inizio col dire interrompendolo «tecnicamente io sono sempre libera» gli dico indicando la situazione.

Lui mi sorride e si porta una mano tra i capelli «mi chiedevo»

Mi sta mettendo molta ansia, sono seria.

«ti andrebbe di fare un giro a Firenze?» separo leggermente le labbra osservandolo «da soli dico» mi mordo il labbro per non sorridere «io accetterei» mi sussurra una voce ed io arriccio il naso girandomi verso il castano.

«un giro per Firenze con Federico Chiesa me lo farei anche io, sono onesto» scoppio a ridere guardandolo «che c'è? Ne sono segretamente innamorato» me lo indica con la testa così mi rigiro verso Federico «Nicolò, mi metti in imbarazzo, grazie» il ragazzo davanti a me si porta una mano davanti al viso.

«si, mi farebbe piacere» gli prendo le due mani spostandole dai suoi occhi.

Non so perché, ma questo gesto mi ha fatto rabbrividire. Penso mi sia venuta la pelle d'oca, spero non se ne sia accorto.

Federico è il primo che riesce a farmi provare sensazioni molto particolari.

È complicato da spiegare, ma mi piace.

«allora dopo usciamo» sussurra più a se stesso che a me «si?» questa volta è una domanda rivolta a me «si» gli sorrido prendendo la pasta che mi è stata da poco servita.

«sai Sofia» Nicolò di avvicina a me «credo che tu piaccia a Federico» spalanco gli occhi «non ci avevo fatto caso, sai?» gli tirò un capello e lui fa un verso di dolore «sei estremamente simpatica, ci proverei io con te»

«scusami?» Federico alza la voce per farsi sentire ed io vorrei solo sprofondare o affondare semplicemente il mio viso nella pasta.

«era per ridere, tranquillo» Nicolò mi tira una gomitata e sento le mie guance arrossire.

Alzo lo sguardo e davanti a me ritrovandomi lo sguardo indagatore di Lorenzo.

Guardo alla sua sinistra e osservo Jorge intento a mangiare la pasta.

Così rivolgo il mio sguardo alla sua destra e noto Manuel parlare con Matteo.

Sotto il mio sguardo, Matteo si gira ad osservarmi ed io distolgo subito lo sguardo deglutendo rumorosamente, ma fortunatamente non si è sentito a causa del casino.

Quel suo sguardo freddo mi ha fatto letteralmente gelare il sangue.

Il mio sguardo si posa nuovamente su Lorenzo che continua a squadrare prima me e poi Federico, anche lui perplesso.

«tu non hai capito un cazzo» alza un dito Lorenzo verso Federico.

«vi prego, non iniziamo» sussurro volendo di nuovo buttare la testa nel piatto.

In tutto questo mi sento ancora lo sguardo di Matteo su di me, cosa che non mi rallegra.

«voi due non uscite da soli» afferma Lorenzo guardando molto male Federico «perché non ne parliamo come amici?» domanda Federico tremando.

Jorge sbuffa «non rompere il cazzo e mangia» prende la sua forchetta piena di pasta e la butta in bocca a Lorenzo.

«io ti amo per questo Jorge, sappilo» gli faccio l'occhiolino e lui mi sorride.

Il pranzo continua in fretta scambiando qualche risata con Nicolò e Fede, ma ogni tanto si intromettono anche Lorenzo e Jorge che rallegrano di più l'area.

«allora ci vediamo per le cinque e mezza» mi dice posandomi le mani sulle spalle «si, a dopo» gli sorrido e mi allontano da quel piccolo spazio dove sono posti dei tavolini, poltrone e una televisione.

Corro nella mia stanza perché credo sia ora di iniziare a prepararmi.

Loving is not easy || Federico Chiesa? Matteo Pessina? ||Where stories live. Discover now