Capitolo 15: soliti pensieri

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Domenica 4 Luglio

Il vento mi scuote leggermente i capelli mentre osservo i ragazzi che si allenano per la partita di Martedì.

Respiro quest'aria di pulito e di fresco godendomi questi attimi di tranquillità.

Sono ancora un po' stanca dalla giornata di ieri.

Dal pranzo con i saluti a Leo (abbiamo poi scoperto che ha una lesione al tendine di Achille, un bruttissimo infortunio per un giocatore come lui) alla sera con la partitella a ping pong tra Matteo e Manuel.

Da ragazza fantastica delle serie tv devo ammettere che ho cominciato seriamente a shipparli, soprattutto dopo ieri sera.

Quella partita non finiva più, Federico li osservava molto poco interessato, mentre io cercavo di mettere, per l'ennesima volta, "ma quale dieta" con Lorenzo.

Siamo migliori amici per una ragione.

Ho sperato per tutta la sera vedere Matteo e Manuel cantare a squarciagola questo portafortuna, ma nonostante ridevano a causa della canzone, non l'hanno mai cantata, troppo concentrati sulla partita.

Le cose tra me e Fede continuano come sono sempre andate. Lui continua a lasciarmi baci ed io continuo a trattenermi.

Perché Federico è come una ciliegia, un suo bacio tira l'altro ed io sono così curiosa di capire quando mi bacerà per la prima volta.

E sono allo stesso tempo curiosa di sapere cosa ha intenzione di fare.

Nonostante la nostra vicinanza, mi sento spesso osservata quando siamo vicini, ma non con quell'occhio pronto a fare gossip, ma quasi come se volesse proteggermi.

Sono convinta che sia Lorenzo che vuole tenermi d'occhio.

Molto probabilmente, dopo questa breve visita, non rivedrò così spesso Federico e non vuole che io mi ci leghi particolarmente.

In questi giorni ho legato ancora di più con Nicolò che è letteralmente pazzo e fuori di testa, credo di amare quel ragazzo.

Mi fa morire, ogni cosa che fa può essere un meme, per non parlare delle tremila botte che si da con Manuel.

«ti piace il tuo lavoro?» il mister richiama la mia attenzione ed io mi giro verso di lui «si, mi è sempre piaciuto» sorrido portandomi una mano sulla fronte per potermi coprire dal sole «i ragazzi ti adorano, credo sia difficile trovare uno di loro che non ti sopporti»

Abbasso la testa verso i miei piedi cominciando ad osservarli insistentemente «non c'è nulla di male» continua Mancini.

«lo so» annuisco «ti piacerebbe lavorare con noi in futuro?» sento i miei occhi riempirsi di gioia «certo, sarebbe meraviglioso» esclamo con il sorriso sulle labbra.

Ma d'altra parte non so quanto riuscirei  a gestire sia Napoli che Nazionale, cercherei di impegnarmi al massimo, ovviamente.

Non saprei neanche se per passare con alla Nazionale devo lasciare il Napoli «non c'è bisogno che ne discutiamo ora, in futuro sarò io stesso che ti contatterò e ne parleremo per bene, ora non riempirti la testa di questi pensieri, riesco letteralmente a leggerteli» mi sorride il mister.

Annuisco perché lui ha capito appieno la situazione.

Forse non c'è il bisogno di lasciare il Napoli per arrivare alla Nazionale, d'altronde giocano in periodo totalmente diversi.

Anche se dovrei pensare a quei giocatori delle nazionali che non sempre vengono convocati.

Ma come ha detto Mancini, in futuro ne parleremo.

Ora preferisco godermi questi ultimi giorni con loro.

I miei occhi si spostano verso i ragazzi che stanno facendo una partita di allenamento.

Cerco con lo sguardo Federico, trovandolo con il pallone tra i piedi e correndo verso la porta.

I miei occhi si spostano poi su Matteo che fa parte della squadra avversaria di Fede.

Mi si stringe il cuore a guardarlo.

Non ne capisco il motivo.

Forse perché con lui mi espongo del tutto, le nostre chiacchierate sono più profonde delle altre.

Queste ultime sere spesso l'ho invitato nella mia stanza per parlare. Volevo conoscerlo eppure si parla sempre di me, come se lui mi facesse da psicologo.

Ero io quella che voleva capirlo e invece è lui che sta conoscendo me.

Ma come al solito, i miei pensieri finiscono sempre su di lui.

Dovrei pensare solo a Federico, ma quegli occhi scuri come la pece mi richiamano ogni volta.

Gli occhi di Matteo, rispetto a quelli di Federico, sono molto più scuri e richiamano la mi attenzione di continuo. Quelli di Fede sono castani, ricordano delle nocciole e spesso sono loro a cercarmi.

È come se il mio cuore si stia dividendo in due.

Credo sia impossibile amare una persona, figuriamocene due.

Non penso che quello che provo per Matteo sia amore, ma forse un'amicizia più profonda.

Anche se quando sono con lui mi sento totalmente protetta.

Certo, sento questo anche con Federico, ma con Matteo è strano.

È come se mi cercasse, ma senza farlo.

O forse è una mia sensazione.

«ti sei incantata principessa sul pisello?» Nicoló mi tira una ciocca di capelli «ha fatto male» mi porto una mano sulla testa.

«scusami» fa il finto dispiaciuto ed io lo guardo male «prego» mostro una smorfia e poi mi allontano da lui per avvicinarmi a Federico «come stai?»

«stanco, non mi sono ancora ucciso perché credo nella nazionale» mi sorride abbracciandomi per le spalle «non dire così» gli tiro uno schiaffo sul petto cominciando a ridere.

Osservo l'ambiente circostante mente sento Federico ancora parlare al mio fianco.

Ma i miei occhi vengono attirati da una figura non molto distante da noi.

Matteo, scocciato da non so cosa, si sfila la pettorina arancione che ha indossato per la partita.

I suoi occhi sono chiusi quando lancia con violenza la pettorina su una panchina «Teo calmati» vedo Manuel corrergli vicino e stringerlo forte a se.

«ed è stato fighissimo» sorride Federico facendomi girare verso di lui.

Non ho capito esattamente nulla di quello che mi ha detto, ma gli sorrido ugualmente.

Devo assolutamente baciarlo per capirci qualcosa, ma ora non è il momento, chissà quando sarà questo maledetto momento.

Loving is not easy || Federico Chiesa? Matteo Pessina? ||Where stories live. Discover now