Capitolo 25: La finale

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Domenica 11 Luglio

Il posto su cui sono seduta sembra che mi stia mangiando.

A soli due minuti dall'inizio della partita, quando l'Italia era ancora a freddo, Shaw ha segnato su assist di Trippier.

In quel momento ho sentito un boato qui in panchina.

Tutti si sono alzati e poi subito riseduti.

Ma noi non molliamo, i ragazzi corrono avanti e indietro, sempre con il pallone tra i piedi e cercano in tutti i modi di segnare un gol che non riesce ad arrivare.

In qualche modo, gli inglesi, stanno tenendo duro. Alla fine ha fatto solo quel tiro e poi si sono chiusi in difesa (come solito fanno gli inglesi, così anche contro la Germania).

Gli inglesi non sono forti, sono furbi.

Stesso il portiere, per quanto possa sembrare forte, lui è solo furbo.

Lessi un po' di tempo fa che si scrisse sulla borraccia, che si trova di fianco la porta, i tiri in cui i rigoristi delle squadre avversarie tirano. E questa é furbizia, non bravura.

Vorrei urlare per far sentire tutta la grinta che ho, ma mi contengo.

Sono ugualmente sotto gli occhi di tutti dopo il bacio con Federico.

I miei occhi, dal campo, si spostano verso il corvino non molto lontano da me.

Lui è seduto a qualche gradino più sotto e sta osservando con attenzione la partita.

Chissà se entrerà in campo.

Sospiro quando Nicolò, uscito nei primi minuti del secondo tempo, si gira a guardarmi.

Devo parlare con lui, ma ora non è assolutamente il caso, potrei solo distrarlo dalla partita.

Nicolò mi sorride e poi alza la mano per salutarmi, richiamando così non solo la mia attenzione, ma anche quella di Matteo che, di rimando, si gira verso di me.

Ed ecco nuovamente quel nostro contatto visivo che mai ho trovato più bello.

I suoi occhi sono preoccupati sulla partita, ma c'è altro. Probabilmente quel suo problema che non vuole dirmi (per ora almeno).

Elimino quel contatto visivo ricominciando a guardare la partita, ma sento ugualmente gli occhi del castano addosso.

Vorrei fargli testa e sedia in questo momento.

Dopo quasi dieci minuti dal suo cambio, esce anche Ciro.

Nicolò coglie l'occasione per alzarsi e sedersi al mio fianco.

Mi giro a guardarlo male «che c'è?» gli domando portando una ciocca di capelli dietro le orecchie «vi mangiate con gli occhi» indica Matteo con la testa «possiamo guardare la partita?» il mio tono è serio ed è nuovamente e puntato sul campo.

«ne avete parlato?» chiudo gli occhi puntando il mio sguardo verso il basso «no»

«senti Nicolò, hai parlato con Federico?» gli chiedo alzando lo sguardo verso di lui «no perché?» inarca le sopracciglia «cosa è successo?»

Sospiro «Federico ha detto che lui sarà sempre con me, anche se mi renderò conto di amare un altro ragazzo» Nicolò mi guarda confuso e poi il suo sguardo si sposta sul ragazzo non molto lontano da noi.

«non so che dirti» mi risponde serio «io non ho parlato con Federico»

Gli credo.

Perché quando scherza non è così, ha uno sguardo più perplesso del mio.

Loving is not easy || Federico Chiesa? Matteo Pessina? ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora