Capitolo 20: malinteso

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Mercoledì 7 Luglio

MATTEO'S POV

I miei occhi sono posati sulla figura incappucciata di Sofia.

Perché sta indossando un cappuccio in piena estate?

Cosa diavolo le è successo?

Le levo quel cappuccio dalla testa per osservarla meglio.

Ha pianto, si percepisce, ma per cosa?

Io uccido Federico se scopro che è tutta opera sua, lei non merita di essere trattata così.

Così decido di azzardare e di chiedere mentre comincia a fare colazione.

«mi vuoi dire cosa è successo o me lo farò raccontare da Federico?» mi avvicino più a lei. La sento rabbrividire alla mia vicinanza.

Vorrei sorridere per la reazione spontanea che ha avuto, ma non posso. Non ora.

Lei non mi risponde, ma sento Nicolò salutare Federico e così comincio a guardarlo male.

Lui però ha occhi solo per Sofia, ha il suo solito sorriso sulle labbra e indica la ragazza al mio fianco «perché non sei seduta qui?» chiede indicandole il posto.

Lei sbuffa di tutta risposta «dovevo parlare con Matteo» mente abbassando la testa.

Si, mente perché da quando siamo qui non mi ha neanche rivolto la parola e di solito è lei quella con il sorriso tra di noi, non io.

Davvero non capisco questo suo comportamento.

Federico mi sembra normale, non credo le abbia fatto qualcosa, eppure lei lo sta evitando.

Si alza e si dirige verso il mister.

I due si parlano e sia io che Federico la guardiamo «ti ha detto cos'ha?» mi domanda il ragazzo di fronte a Manuel «no, in realtà no» gli dico continuando a fissarla.

Lei si allontana da Mancini e poi si dirige verso il corridoio, ma prima si gira verso di noi «chissà cosa le succede» mi guarda mentre comincia a mangiare.

Faccio finta di prendere qualcosa dalla sedia su cui era seduta qualche istante fa «ha dimenticato il cellulare» dico sussurrando, ma so perfettamente che Federico mi stia ascoltando «vado a portarglielo» sorrido ai ragazzi e poi corro verso la sua direzione.

Ieri ho già sofferto durante quella grandissima stronzata di Federico.

Dio, l'ha baciata davanti a tutti ed io ero lì sotto a guardarli. Volevo soltanto sparire e non guardare quella scena così tanto ributtante.

Si, sono geloso perché sono così tanto innamorato di Sofia che farei una qualsiasi pazzia, ma alla fine, se lei è felice, io lo sarò per lei.

Ma non voglio vivere con il peso di tenermi tutto dentro, glielo dirò, prima o poi glielo dirò. Non posso stare così.

Per non parlare che stanotte hanno dormito assieme. Ho sentito bene quello che si sono detti sul bus nonostante tutte le urla dei ragazzi.

In quel momento mi si è stretto il cuore.

Volevo solo mettermi dei tappi nelle orecchie.

Busso quando sono davanti la sua porta, ma non mi apre.

«Sofia lo so che sei lì dentro» ho paura di fare un falso passo «non so cosa sia successo, ma sappi che io sono qui» mi calo lungo la porta e appoggio un orecchio ad essa.

La sento piangere, sento quei suoni che mi fanno così tanto male «non piangere Sofia» tiro un pugno alla porta «ti prego» poso la fronte su di essa.

«sei solo? Nei dintorni non c'è nessuno, vero?» mi sento domandare dalla ragazza dietro la porta. Così mi alzo e mi guardo intorno «si, sono solo io»

Appena sento la porta spalancarsi corro ad abbracciarla.

Non avevo mai provato niente di così forte eppure le sue braccia mi danno un calore così forte che credo nessuno sarà mai in grado di darmi in futuro.

La amo così tanto.

Chiudo la porta e poi mi allontano leggermente da lei «dimmi cosa è successo» le porto i capelli dietro le orecchie.

«hai presente che Federico mi ha baciata ieri?» sento un velo di tristezza passarmi davanti agli occhi, ma devo risponderle «si»

Mi spiega cosa le è successo e la mia unica azione è quella di guardarla confusa.

Non so cosa pensare e non so se è solo un malinteso.

Lei si siede sul letto e l'unica cosa che inizio a fare è quello di osservarla.

Ho solo una perplessità.

Mi avvicino a lei e le levo la felpa nera mostrando così dei segni sul suo collo.

Non voglio credere a quello che sto guardando.

Forse Sofia sta così male perché ha passato la notte con Federico e non se lo perdonerebbe mai, come se fosse stata colpa sua.

Si osserva dallo specchio del bagno, così mi avvicino «non so che dirti» il mio tono é freddo.

«come si chiama la ragazza?» le domando entrando ancora di più nel bagno «Benedetta» sospiro e poi corro fuori da questa stanza che mi sta opprimendo a causa di tutte le notizie appena ricevute.

Sto male, ma vedere lei stare male per un coglione del genere mi fa incazzare.

Corro verso la sala da pranzo ed osservo bene chi ancora è qui e chi no.

Fortunatamente sono rimasti pochi miei compagni di squadra, compreso Federico.

Mi avvicino violentemente a lui e lo spingo «che cazzo hai dentro quella testa?» urla Federico guardandomi «tu che cazzo hai in quella testa» urlo incazzandomi ancora di più «non capisco, cosa vuoi Matteo?»

«Benedetta ti dice qualcosa?» gli domando mentre Manuel comincia a trattenermi «non mi dice nulla» fa con tono serio «perché una Benedetta ha scritto a Sofia dicendole che il suo fidanzato si stava divertendo con la nazionale»

Federico ci pensa su e poi sbianca «che cazzo stai dicendo?» si avvicina a me, ma Nicolò lo ferma «quello che ti ho detto» strattono Manuel e mi giro per non guardarlo «io non c'entro nulla, Benedetta non è più la mia ragazza da un po' oramai» mi dice serio quando mi giro a guardarlo «ci siamo risentiti di recente, mi ha augurato un grande in bocca al lupo e siamo amici, ma non sono il suo ragazzo»

Sento il mondo crollarmi addosso.

Si voglio che Sofia sia felice, ma speravo con tutta le stessa che tra loro sarebbe finita dopo oggi.

«scusami Federico» gli dico avvicinandomi «è incazzata nera con te e con se stessa credo, valle a parlare» lui annuisce e mi poggia le mani sulle spalle.

«tranquillo, grazie» vedo Federico correre nella direzione della camera di Sofia e vedo Nicolò uscire dalla porta per dirigersi fuori.

Io sospiro girandomi verso Manuel.

«non sarà mai innamorata di me» poggio con violenza la mia fronte sulla sua spalla «la amo così tanto»

Manuel mi stringe a se, ma l'unica cosa che io posso fare è quella di piangere.

E così mi lascio andare, confortato dal mio migliore amico.

Loving is not easy || Federico Chiesa? Matteo Pessina? ||Où les histoires vivent. Découvrez maintenant