4. I can hear the bells

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-Dunque, mie piccole e inconsapevoli cavie, iniziamo facendo un'introduzione al programma delle lezioni che andremo a svolgere.

Seokjin, mantenendo lo sguardo basso, vide scivolare un plico di fogli sotto al suo naso. Appoggiando il bicchiere ormai vuoto sul tavolo, prese distrattamente a sfogliare le pagine, passando gli occhi sulle righe di parole senza lasciare che il suo cervello si soffermasse sul loro significato.

-Come immagino i vostri manager vi avranno già comunicato, sarete divisi in tre gruppi da due componenti ognuno. Ogni gruppo avrà due lezioni settimanali: nella prima approfondiremo la scrittura e faremo un ripasso della grammatica, mentre nella seconda ci concentreremo sul dialogo e simuleremo delle interviste.

La voce della donna era un canto affascinante per le sue orecchie, un tono caldo e avvolgente benché animato da una sorta di irriverenza che gli donava una nota stuzzicante, ma non era sufficiente a perforare la barriera che era calata sulla coscienza di Seokjin. Gli succedeva spesso che, quando la sua mente cadeva in quel vortice di pensieri negativi e autocommiserazione, si chiudesse dentro se stessa, in una stanza sterile e magnificamente isolata dal mondo esterno.

-Sì, Hoseok-ssi?

-Perché la terza lezione ha solo come titolo CW?

Jin udì un verso divertito provenire dalla donna ed ebbe la tentazione di sollevare la sguardo per osservarne l'espressione. Il suo corpo, però, sembrava sconnesso dal suo cervello, tanto che ogni comando proveniente dal suo sistema pareva spegnersi a metà strada. Era insensibile. Insofferente. E così maledettamente disinteressato.

-Questo perché la seconda lezione sarà incentrata sulle parolacce.

La testa dell'uomo scattò in alto, un sopracciglio sollevato fino all'attaccatura dei capelli.

Doveva aver sentito male. Giusto?

-Hai detto... parolacce?- ripeté con incertezza Hoseok. Questa volta gli occhi di Jin erano incollati sulla donna, il cui viso era attraversato da una smorfia divertita.

-Precisamente. Non vi voglio trasformare in pescivendoli, non temete, ma ho studiato un po' le vostre interviste in America e...- l'insegnante, a quel punto, si afferrò il ponte del naso corrugando le sopracciglia -... diciamo solo che ho sentito un paio di scivoloni da brivido. Il mio obbiettivo è rendervi coscienti di queste parole in modo che sappiate cosa significano se qualcuno le usa con voi e, sopratutto, che voi non le pronunciate inavvertitamente perché non le conoscete. Ma ovviamente non potevo inserire tutto ciò nel programma che ho dovuto consegnare ai vostri manager, non credete?

La donna incrociò le braccia sotto al seno, guardandoli con un sorriso saccente. Davanti al silenzio dei presenti, lei riprese a parlare.

-Dunque ho usato semplicemente le iniziali di Curse Words, ovvero il corrispettivo inglese di "parolacce".

Jin, sbattendo le palpebre, riportò lo sguardo sulle scritte scure mentre la nebbia di apatia prendeva ad alzarsi dalla sua mente, lasciandolo più lucido e avvolto in un interesse inspiegabile.

Da dove era uscita fuori quella donna?

-Namjoon-ssi, un paio di cose così ti posso lasciare andare.

Il suo amico raddrizzò la schiena nel momento in cui l'attenzione della stanza prese a gravitare su di lui, rivolgendosi alla donna in piedi. Questa, piegando il capo, sollevò la bocca in un sorriso che poteva apparire quasi malefico.

-So che sei quello più esperto nella lingua e che quindi hai la responsabilità di tradurre durante le interviste e prendere la parola quando uno dei ragazzi è in difficoltà.

Solitary (K.SJ)Where stories live. Discover now