20. Freeze your brain

106 19 5
                                    

Jungkook si morse il labbro, ingoiando l'ennesimo groppo di nervosismo alla gola. Il silenzio nella stanza era talmente pesante da premergli il petto fino al punto da farlo soffocare e costringerlo ad abbassare gli occhi imbarazzati sulle sue mani artigliate alle ginocchia, mentre le sue gambe saltellavano febbrilmente su e giù. In situazioni normali, lui amava il silenzio. Non sopportava le chiacchiere senza scopo e con il tempo aveva a malapena imparato a superare la sua timidezza quel tanto che gli bastava per condurre una normale conversazione. Parlare non era mai stato il suo forte. Jungkook era un tipo fisico, comunicava con le azioni piuttosto che con le parole. Solo con i suoi compagni riusciva a essere se stesso e apprezzare anche quel borbottare senza senso o il battibeccare privo di malizia. Era merito loro se era riuscito a crescere fino a diventare un adulto sicuro di sé. Sopratutto, era merito della persona seduta al suo fianco.

Jungkook amava il silenzio, ma aveva iniziato a odiare quello in cui era caduto Jin. Il suo rumoroso, fastidioso, eccessivamente apprensivo, infantile hyung. Quella stessa persona che stava seduta al suo fianco con il capo nascosto dal cappuccio della felpa e un bicchiere di caffè abbandonato sul tavolo. La stessa persona che fissava il vuoto per minuti interi senza dare il minimo segno di vita, come se la sua anima fosse sparita dal suo involucro. Il suo stupido hyung, che era diventato irriconoscibile.

Gli ultimi tre giorni in particolare erano stati uno strazio per l'intero gruppo. Avevano tutti iniziato a illudersi che finalmente un miglioramento fosse alle porte quando lo avevano visto emergere dalla sua stanza e unirsi a loro per la colazione. Jungkook non aveva fatto che alimentare nel suo cuore quella speranza grazie alle interazioni che era riuscito a strappare all'uomo nei momenti in cui erano rimasti da soli. Speranza. Futile speranza.

Quel piccolo passo avanti si era in un istante trasformato in cinque passi indietro.

Dopo quel sabato notte, era come se Jin fosse tornato alle settimane seguenti l'incidente: pallido, inerte e muto. Completamente muto. Jungkook aveva provato a convincersi che era solo una fase. Era solo scoraggiato a causa del dolore fisico che aveva dovuto subire, ma presto si sarebbe ripreso. Sarebbe tornato a scherzare con lui e tutto sarebbe tornato normale. Ma man mano che i giorni passavano, l'illusione si faceva più labile. Si frantumava, pezzo dopo pezzo, e prendeva la forma degli occhi vacui dell'uomo e di quel silenzio che li avvolgeva in quel momento.

Per l'ennesima volta, il ragazzo si morse il labbro. Bloccò il movimento frenetico delle gambe, prima di farlo ripartire. Inspirò, ma non riuscì a schiudere le labbra. Doveva rompere il silenzio. Doveva parlare. Doveva! E, in quel momento, odiò se stesso con tutto il suo essere. Perché era incapace di rompere quella barriera di angoscia e disagio che gli premeva il petto e gli serrava le labbra.

Alla fine, fu la porta della stanza ad abbatterla al posto suo.

-Buongiorno, giovani padawan, scusate il ritardo ma il mio letto stamattina aveva voglia di pomiciare.

Yona fece il suo ingresso nella stanza marciando più freneticamente del solito mentre rivolgeva uno sguardo apologetico verso i due presenti. Quando esso si posò su Seokjin, però, il ragazzo notò la maschera di ironia onnipresente sul viso della donna abbassarsi impercettibilmente, lasciando spazio a un'espressione più indulgente, quasi dispiaciuta. Ma quel lampo parve svanire in un istante quando la donna si concentrò sulla sua borsa per estrarre delle schede che poi distribuì a entrambi.

-Comunque, gioite. Oggi ci divertiamo- aggiunse allora, strofinandosi le mani con un sorriso malizioso. Jungkook, irrigidendosi impercettibilmente, studiò la donna con attenzione in attesa della sua prossima mossa. Forse la sua circospezione era un po' eccessiva, ma sapeva per certo che la sua definizione di "divertimento" era assai diversa da quella dell'insegnante.

Solitary (K.SJ)Where stories live. Discover now