13. Almost there

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-Taehyung, aspetta!

-Shhh, non disturbateli se stanno riposando!

-Hyung, la tua voce è troppo acuta anche quando bisbìgli.

-Senti un po', piccolo moccioso...-

-Ragazzi, per favore, smettetela di litigare!

Yoongi serrò gli occhi grugnendo rumorosamente, portando il caotico insieme di sussurri concitati a tacere in un istante. Quando li riaprì, la sua anima gemella lo fissava con un sorriso divertito, mentre lui scuoteva la testa rassegnato. Ovviamente quel branco di deficienti si faceva riconoscere ovunque.

-Hyung?

Il giovane sollevò gli occhi al cielo, rimanendo però sdraiato sotto le coperte.

-Non è qui. Provate nel reparto di psichiatria- replicò con voce graffiante, sollecitando le risate dei più giovani.

-Yoongi-ah! Che bella sorpresa! Sei ancora vivo?

L'interpellato, grugnendo ancora una volta, forzò il suo corpo a sollevarsi dal confortevole abbraccio delle coperte per mettersi in posizione seduta e, finalmente, fissare i suoi amici con sguardo omicida.

-Non ti illudere, hyung. Non avrai la stanza tutta per te tanto facilmente- brontolò, assottigliando le palpebre mentre fissava Seokjin con circospezione. Quello, con un sorriso sornione, sollevò le spalle.

-Posso sempre sognare ogni tanto.

Yoongi, trattenendo una risata, puntò l'indice contro il suo compagno di stanza.

-Senti un po', dei due sarei io a dover cercare di cacciarti da lì! Tu e i tuoi roditori che russano tutta la notte e girano sulla loro cigolante e stramaledetta ruota!

Seokjin si mise una mano sul petto, un'espressione drammaticamente offesa a contorcere i suoi lineamenti delicati.

-Non ti permettere di parlare dei miei piccoli in quel-

Yoongi contemplò confuso il maggiore che si bloccava sulla sua frase, concentrandosi invece su qualcosa che aveva velocemente catturato l'attenzione dell'intera stanza. Quel qualcosa, si accorse allora, era la sua anima gemella che si era alzata a sua volta, osservando i presenti con un sorriso timido ma un luccichio divertito negli occhi. E le dita del giovane, immediatamente, si flessero sul nulla.

"Toccala", gli gridava il suo corpo.

"Proteggila."

"Stalle vicino."

L'assenza del tepore, in effetti, era come ritrovarsi in mezzo a una bufera con solo una t-shirt indosso. Ogni istante che passava, Yoongi si ritrovava sempre più spasmodicamente irrequieto mentre contemplava come la distanza che si era creata fra lui e la ragazza lo rendesse infastidito. Non poteva, però, semplicemente afferrarla e abbracciarla come se nulla fosse. Primo, sarebbe morto dall'imbarazzo, sopratutto a causa degli sguardi avidi di curiosità dei suoi amici. Secondo, aveva appena scambiato cinque parole con lei. Non erano esattamente nel livello di confidenza per potersi permettere certe libertà. Perciò, cercando di risultare il più naturale possibile, si appoggiò alla testiera del letto avvicinandosi impercettibilmente al corpo di lei. La sua anima gemella doveva aver capito, perché a sua volta si distese all'indietro, facendo aderire i loro avambracci in maniera appena sufficiente a far ripartire lo scambio di calore fra le loro pelli.

-Hi, nice to meet you. You must be Diana (Ciao, piacere di conoscerti. Tu devi essere Diana).

Namjoon, con un sorriso cordiale, fece un passo avanti verso il letto dispiegando il suo perfetto inglese, che portò Diana a sorridere a sua volta con un'aria vagamente sollevata.

Solitary (K.SJ)Where stories live. Discover now