35. I'm here

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"Scappa."

La sua testa non taceva. Anche se le sue dita stringevano di più la camicia dell'uomo, anche se i suoi singhiozzi venivano assorbiti uno dopo l'altro dalla sua spalla, anche se la donna poteva sentire una timida mano sui suoi capelli in segno di conforto, la sua mente urlava ancora.

"Caccialo!"

Yona provò a spingerlo debolmente lontano da sé, allontanandosi dal suo corpo appena di qualche centimetro mentre lui, dopo un istante di sorpresa, cercò di mantenerla vicina a sé stringendo maggiormente la presa sulla sua schiena. La donna prese a scuotere il capo con gesti confusi e la testa fra le nuvole.

-No...- mormorò con la voce arrochita dalle lacrime.

-Vattene...

Le mani appoggiate alla sua schiena, però, la spinsero delicatamente verso il posto in cui si trovava, contro l'ampio petto dell'uomo, lavorando con la sua riluttanza ad allontanarsi e accalappiandola nel suo abbraccio accogliente. Yona prese la camicia fra le unghie.

-No... vattene...

Sentì qualcosa appoggiarsi sull'apice della sua testa e, quando percepì le vibrazioni di una voce nel suo cranio, capì che era il mento dell'uomo.

-Vuoi davvero che me ne vada?

La bocca della donna si prosciugò. Non riusciva a deglutire e il suo cervello iniziò a vorticare su se stesso come un giocattolo rotto. Cosa voleva davvero?

"Vattene!"

"Resta!"

"Allontanati da me! Sei come lui!"

-... non mi lasciare...

Yona sentì una voce pronunciare quella frase ma le ci volle qualche istante per realizzare che appartenesse a lei.

-Non... te ne andare... anche tu...

Il petto della donna si strinse su se stesso all'ultima parola, chiudendo ogni via aerea per un lungo, doloroso secondo. Fu allora che sentì le mani sulla sua schiena farsi un po' più pesanti, un po' più presenti.

-Non vado da nessuna parte.

-Qualcuno vorrà restare...

"Perché lo dovresti volere?"

"Chi mai vorrebbe restare?"

"Nessuno vuole. Nessuno è disposto a sopportare... questo."

Eppure lui era lì. Senza dire una parola, senza chiedere spiegazioni, senza pretendere nulla in cambio, la stringeva. Le impediva di cadere ancora più a fondo di quanto già non fosse. Anche se era sul punto di annegare, l'aveva attirata vicino alla superficie, lasciandole assaporare un accenno di aria.

-Perché non te ne vai?

La sua voce era debole e gracchiante, ma nella stanza vuota e immersa nel buio risuonava chiara e inequivocabile.

-Tutti se ne vanno...- mormorò con sguardo assente, fissato sulla piega che stava rovinando la camicia sotto al suo naso.

-Lui se ne va sempre...

E quella fu la famosa goccia che fece traboccare il vaso. La crepa che lo fece finalmente cadere a pezzi. La piuma che fece crollare la sua torre di sofferenza.

-Lui se ne va... e non gli importa...

I singhiozzi ripresero a strapparle la voce, rompendole il petto in due.

Solitary (K.SJ)Where stories live. Discover now