42. Alone together

118 15 6
                                    

Quel lunedì era scivolato via dalle sue mani prima che se ne potesse accorgere, anche se era stata una delle giornate migliori degli ultimi tempi. Dopo essersi svegliato fra le braccia della donna che poteva chiamare la sua "ragazza", erano rimasti semplicemente lì, a letto, a parlare e guardare placidamente la televisione, e... intrattenersi in altre attività che includevano un maggiore sforzo fisico. Seppellendo le loro voci con baci avidi, sussurrando cantilene all'orecchio l'uno dell'altra, scambiandosi sorrisi complici ogni volta che sentivano dei passi percorrere il corridoio per poi scoppiare a ridere quando il letto scricchiolava in maniera fin troppo evidente o a uno dei due sfuggiva un verso un po' troppo forte per passare inosservato. Erano usciti dalla loro piccola realtà solo quando il timido bussare di Jungkook aveva fatto seppellire la donna sotto le lenzuola, mentre il minore entrava con la testa bassa e le guance in fiamme borbottando di avere bisogno solo di cambiarsi i vestiti e abbandonando la stanza a velocità della luce con la promessa che non sarebbe più rientrato fino alla sera.

E Seokjin ne approfittò fino all'ultimo. Scivolando via dalle coperte e dalle braccia di lei solo per andare a sgraffignare qualche snack, attese attentamente fino a che nessuno era in giro per la cucina prima di sgattaiolare nuovamente nel letto accanto a Yona. Sapeva che, nel momento in cui avrebbe incontrato i suoi amici, tutti avrebbero già intuito quello che era successo e lo avrebbero stuzzicato fino alla sua morte. Prima o poi, avrebbe affrontato anche quello, ma non in quella giornata. Quella giornata, voleva continuare a vivere in quel sogno surreale in cui una splendida donna lo aspettava nel suo letto con occhi che parevano vedere solo lui, che lo studiavano con attenzione e che sembravano venerare ogni centimetro del suo corpo.

Infatti, quando giunse il martedì mattina, il sogno era già finito. Paralizzato davanti al computer, non riusciva a guardare la dottoressa nello schermo e il suo sguardo confuso.

-Cosa c'è che non va Seokjin? Riguarda il tuo rapporto con Yona? C'è qualcosa che ti lascia perplesso?

L'uomo si affrettò a scuotere la testa. Mordendosi il labbro, non riusciva a sollevare ancora lo sguardo, concentrandosi invece sulle sue mani nervosamente intrecciate. La vergogna, un mostro che conosceva fin troppo bene, gli teneva il capo piegato e gli masticava lentamente lo stomaco, come a volersi godere il suo pasto prima di dargli il colpo di grazia.

-Ho avuto un altro episodio stanotte.

Seokjin si umettò le labbra, emettendo un lungo sospiro.

-Io non... non capisco. Stavo bene. Stavo benissimo! Ero felice, più felice di quanto... di quanto lo sia stato in tanto, tantissimo tempo! Poi lei alla sera è tornata a casa e io stavo ancora bene. Sono andato a dormire e...

Seokjin serrò gli occhi, cercando di impedire ai suoi muscoli di contrarsi al solo ricordo della sofferenza a cui erano stati sottoposti quella notte.

Perché?

Perché non l'aveva ancora superata? Se era nella sua testa, tutto doveva essere a posto! Aveva trovato la felicità, era sereno, non c'era motivo per cui la sua mente dovesse essere ancora così ancorata al passato!

Sentendo un respiro profondo provenire dalla persona nello schermo, l'uomo finalmente sollevò lo sguardo sulla dottoressa, che portava un'espressione concentrata. Dopo qualche istante di silenzio, la donna si portò una mano sul mento.

-Sai, Seokijn, a volte chi soffre di depressione può avere degli episodi simili quando passa da un estremo all'altro. Sei stato talmente tanto in quello stato di, diciamo, apatia emotiva che adesso la tua mente è confusa da questa felicità così improvvisa. È come se chiedesse cosa stia succedendo e, per compensare, tenti di tornare ai meccanismi che le sono famigliari, anche se dannosi.

Solitary (K.SJ)Where stories live. Discover now