12. Yours forever

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Quando riprese conoscenza, si trovava già sul pavimento con il corpo in preda alle convulsioni.

Doveva avere avuto un momento di blackout, perché non ricordava di essere caduto né ricordava il momento esatto in cui le scintille avevano iniziato a camminare lungo la sua pelle. Nell'istante in cui riaprì gli occhi, infatti, i lampi azzurri avevano già divorato tutto il suo corpo e la sua testa stava sbattendo contro il pavimento.

Dannazione.

Forse avrebbe dovuto prestare attenzione a quei depliant che gli aveva consegnato il dottore quando aveva fatto gli esami del sangue per scoprire il suo legame. Avrebbe dovuto prestare attenzione anche a quei video del ministero della salute a cui la scuola lo sottoponeva regolarmente sul primo soccorso e le manovre di sicurezza per legami ad alto rischio come il suo. Invece che addormentarsi sul banco o scribacchiare bars sul quaderno di matematica, forse avrebbe dovuto ascoltare.

Cosa diavolo dicevano quegli stupidi video?

La sua testa non riusciva a pensare. Era difficile attraversare la coltre di bruciore che gli faceva contrarre i muscoli strappandogli grida di dolore e togliendoli ogni traccia di lucidità. Sentiva i denti sbattere violentemente a causa delle convulsioni e la testa continuava a scontrarsi pericolosamente con il pavimento. Il problema era che anche solo muovere un dito sembrava un'impresa immane.

-Yoongi, devi andare da lei! Vai da lei!

La voce di Pdogg penetrò per un momento la barriera di assoluto dolore che aveva annebbiato il suo cervello, facendogli riaprire gli occhi per guardare le figura sdraiata davanti a sé. Il corpo avvolto in una larga salopette era accartocciato su se stesso mentre sulla sua superficie scintille azzurre correvano impietosamente, ma sembrava riuscire a contenere al minimo le convulsioni grazie al fatto che aveva fermato la testa con le mani e si era incastrata in una posizione fetale. Giusto, assicurare il capo con gli arti. Era il punto uno di quei video di primo soccorso... almeno credeva. Yoongi non ebbe modo di meditarci su. Forzando le sue braccia a sollevarsi con un grugnito sofferente, riuscì a chiudere le mani sulle sue orecchie e a bloccare lo sbattere del suo cranio contro il pavimento. Senza il costante martellare nella testa, iniziava a vedere un po' più lucidamente attorno a sé. Bene, qual era il secondo punto? Impedire di mordersi la lingua... per... non soffocare?

Accidenti. Avrebbe davvero dovuto prestare attenzione.

Yoongi strinse la mandibola, serrando i denti in una morsa e fermando così lo sbattere frenetico che gli stava shakerando il cervello.

-Yoongi, devi andare da lei! Sta arrivando l'ambulanza ma vi dovete avvicinare!

Il giovane fu appena in grado di schiudere le palpebre. Anche se le convulsioni erano contenute grazie alla presa ferrea delle sue mani, il bruciore continuava a percorrergli ogni fibra del corpo in ondate che lo seppellivano sull'orlo dell'incoscienza, rendendo ogni pensiero sensato infinitamente difficile da formulare. Quando i suoi occhi si posarono sul corpo di lei, però, un lampo di lucidità attraversò la sua mente.

Lei aveva mollato la presa sulla sua testa e aveva iniziato ad allungare le braccia sul pavimento nella sua direzione. Il suo volto era contorto dallo sforzo e dai grugniti di dolore ma non sembrava spegnere la sua determinazione. Facendo aderire i palmi al parquet chiaro, si trascinò in avanti di qualche centimetro mentre un grido sfuggiva dalle sue labbra schiuse.

"Fai qualcosa, stupido!"

Yoongi, mantenendo la mandibola serrata, sibilò mentre abbassava le mani. Quella era la sua anima gemella. La sua anima gemella che aveva bisogno di lui. La sua anima gemella stava soffrendo. Doveva raggiungerla. Doveva toccarla. Doveva stringerla per proteggerla dal dolore.

Solitary (K.SJ)Where stories live. Discover now