Capitolo 4

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“perché sei qui?” non potevo dirgli che suo padre mi aveva chiuso in questa stanza, dovevo fare la cosa che mi riusciva meglio in questa casa, mentire “stavo per prendere una cosa e la porta si è chiusa, ma non importa è arrivata la mia supereroina preferita e mi ha liberato da questa stanza” speravo che se la fosse bevuta, che non avrebbe fatto altre domande “sono la tua supereroina preferita?” “è ovvio mostriciattolo” la presi per mano e andammo di sopra, Liam non era à casa, quindi non avrei corso rischi a salire. Eravamo in cucina, Ariel rimase lì, a guardarmi mentre, preparavo da mangiare. Non ero nelle condizioni di farlo, ma doveva essere tutto normale, “buongiorno Elisabhett” non poteva essere lui, non doveva essere a casa, mi girai e dietro di me c’era Liam che mi guardavo con un sorrisetto sulla faccia, gli avrei dato un pugno e poi voglio vedere quanto sarebbe durato quel sorriso. Mi tremavano le mani, si avvicinò e mi domando la domanda che mi aspettavo “chi ha aperto la porta?” non potevo dirgli che era stata Ariel, se no se la sarebbe presa con lei e non lo avrei permesso “sono stata io” mi guardo come per dire questa è la tua fine “bene” niente di più? Solo "bene", che cosa aveva in mente? Di certo qualcosa che non mi sarebbe piaciuto, come sempre dopo tutto “Ariel va a svegliare tua madre” Ariel andò a svegliare Jessy e in cucina eravamo rimasti solo noi due, mi toccò i fianchi, mi irrigidii e lui lo sapeva mi giro e mi mise davanti a lui “ora dimmi Elisabhett che cosa sono per te io” serio? si aspettava una mia risposta sensata, mi faceva male ancora tutto quindi mi conveniva pensare bene “sei mio padre” non era degno di essere chiamato tale.

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