Capitolo 39

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Nelle mie vene scorreva rabbia, dolore e paura. Mi alzai e lui fece lo stesso, mi misi davanti a lui e gli diedi uno schiaffo. Rimase in silenzio per i primi minuti "Non toccarmi mai più." Mi ordinò con tono duro e autoritario. Come risposta gli sputai in faccia " ecco cosa me ne faccio delle tue cazzo di regole" mi intrappolò tra il muro e lui, con entrambi i polsi fra le sue mani al di sopra della mia testa "Levati" continuò a guardarmi negli occhi in segno di sfida "Lasciami andare Dominic" non ha molte scelte: la prima che mi lasci di sua spontanea volontà, la seconda che si becchi un calcio nei coglioni e vedo dopo quanto si diverte a fare il duro. Vada per la seconda. Dopo avergli dato il calcio me ne andai di fretta al piano superiore, chiudendomi nella mia stanza. Dopo 20 minuti, il tempo che si riprendesse, iniziò a bussare abbastanza arrabbiato sulla porta "Porca troia Elisabhett apri sta cazzo di porta o te la butto giù" urlò talmente forte che di sicuro lo sentirono fino al piano di sotto "Amico che succede" appena detto, Noah si sarà di sicuro preoccupato sentendo le urla di Dominic "Gli ho detto che siamo sposati e non l'ha presa bene" gli confesso Dominic un po' riduttivamente. "Buona fortuna allora io vado Edward è ubriaco lo porto via" ma da che parte sta. Poi pensai ad Edward, se si è ubriacato è colpa della mia cazzo di bocca. "Sta attento qualsiasi cosa succeda sai cosa fare" conferì Dominic a Noah. Dopo essersene andato tornò a tirare pugni più che bussare, povera porta e povera me. Se quello entra, ed entrerà, mi farà fuori. "Quindi non hai intenzione di aprire, bene." Iniziai a preoccuparmi forse avevo tirato troppo la corda. Ci furono dei buoni venti minuti in silenzio forse non era più lì. All'improvviso sentii uno sparo, mirato alla serratura. "Non posso stare da sola nemmeno qui" dissi dall'altra pare della stanza, più lontana sono da lui e meglio è. "Almeno potevi dirmi che stavi bene" che scusa di merda "Ah perché ti importa qualcosa di me." Si stava scaldando io invece stavo andando a fuoco dentro "Elisabhett! Ascoltami per una fottuta volta" ascoltarlo? Per una volta? Lo ascolto da quando sono in questo inferno "Sono andata a letto con il barista" la bomba era stata sganciata non c'era modo di ritornare indietro. Si avvicinò a me a passo svelto, ora mi era di fronte "Tu cosa?" formulò a denti stretti, chiuse la mano in un pugno, era incazzato, meglio per lui. "Hai sentito bene. Non ho intenzione di ripetere" feci per andarmene ma fui fermata, mi prese il polso con poca delicatezza "Dominic mi stai facendo male" cercai di liberarmi diverse volte, ma inutilmente "Dominic. Lasciami il polso" iniziai ad avere freddo "Sei ancora vergine?" ed ora anche paura. cosa voleva fare? Strinse di più il polso per indicarmi a rispondere "Si..." risposi quasi sussurrando "Da sta sera non più." rispose frettolosamente, era arrabbiato ma non pensavo arrivasse a questo punto "Dominic no ti prego" mi prese a sacco di patate e mi buttò sul letto e si tolse la camicia, cercai di scappare, ma fu una mossa più che ovvia sarebbe accaduta. Si avventò alle mie labbra, cercai di allontanarlo di conseguenza prese entrambi i miei polsi e li ammanetto al letto, mi tolse la maglietta rimanendo in reggiseno. Iniziò a lasciarmi una scia di baci, sarebbe stato piacevole se non fosse che lo sta facendo contro la mia volontà. Si tolse i pantaloni rimanendo in boxe "Dominic ti- ti prego non farlo" dissi con voce tremante. Gli occhi mi si fecero lucidi rendendo tutto sfocato "Dio quanto parli" disse per poi aprire il cassetto e tirare fuori lo scoch , ne strappo un pezzo e me lo mise sulla bocca impedendomi di reagire o parlare. Mi tolse i pantaloni della tuta, passando poi al gancio del reggiseno il quale finì a terra con il resto dei vestiti. Tornò a baciami palpandomi i seni, le mie guance erano piene di lacrime, le quali non avrebbero smesso di scorrere. Si tolse i boxe "non ci perdi niente haha" rise. Rise di gusto. Quel bastardo sta ridendo mentre io sto piangendo. Che uomo è mai questo? Quando cercò di togliermi le mutande cercai di dimenarmi con scarsi risultati, feci per chiudere le bambe ma mi impedii di fare anche questo. "un consiglio, se ti muoverai farà più male" detto questo mi penetro con forza, piansi dal dolore, continuò ad entrare e ad uscire con forza, senza preoccuparsi di come stessi. Le mie gambe non c'è la facevano più, ero esausta ma lui non ancora.

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