Capitolo 44

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Pov Dominic

Presi la moto ed andai al cimitero "Sono una persona orribile madre... so che sei delusa da me. Non avresti voluto un figlio così io lo so" dissi accarezzando la lapide, l'unica donna per cui abbia pianto è proprio lei. Chiusi gli occhi e mi distesi affianco a lei "perdonami... perdona le mie orribili azioni... scusa mamma" mi sentii qualcosa soffocarmi all'interno, se uno dei ragazzi mi vedesse sarebbe sorpreso "non ti conosco ma so che una madre non potrà mai odiare suo figlio, per qualsiasi cosa tu abbia fatto" una signora vestita in modo elegante, con i capelli castani, raccolti in modo altrettanto elegante; si avvicinò a me "scusi, noi ci conosciamo? " dissi alzandomi in piedi e pulendomi gli occhi dalle lacrime, avrà avuto l'età di mia madre "no come ho già detto non ti conosco" rispose sorridendo, mi guardai intorno e non c'era nessuno oltre a noi due. "non è pericoloso per una donna stare al cimitero di notte e per giunta da sola" sorrise "ma io non sono da sola" disse guardando me per poi alzare gli occhi al cielo "chi è il caro che vi è stato portato via" chiesi alla donna con gli occhi leggermente lucidi "mia figlia" io ho perso una madre ed è stata la cosa peggiore che potesse capitarmi, non voglio provare il dolore della perdita di una figlia "mi dispiace, posso solo immaginare il dolore" si distese a terra senza preoccuparsi dei vestiti o dei suoi capelli, m'invitò a fare lo stesso e così feci. "parlami di tua madre" la trovai una domanda un po' intrusiva per i miei gusti "perché?" gli chiesi all'inizio non mi trasmetteva diffidenza ma ora si. "mia figlia si chiamava Elisabhett aveva 4 anni quando a causa di un incidente non la vidi più, non è mai stato trovato il corpo eppure io sono fermamente convinta che lei sia qui fuori da qualche parte... da sola, senza una famiglia e senza una madre. senza qualcuno che la protegga" mi ritornò in mente Elisabhett a sentire il nome di sua figlia, ho deluso pure lei, tutti quanti ho deluso persino me stesso. "mia madre è morta quando ero piccolo le volevo un mondo di bene, l'unica donna che abbia mai amato" mi si annebbiò di nuovo la vista "mi dispiace ragazzo mio eppure sono convinta che qualcos'altro ti turbi" qualcosa a qui cerco di sfuggire "le posso chiedere un consiglio" mi guardò con la coda dell'occhio "dimmi" presi un sospiro profondo " se.." mi si mozzarono le parole in bocca "no niente. Le auguro buna serata signora." feci un leggero sorriso "addio" me ne andai tornando a casa. Regnava il silenzio, salii le scale con il cuore a pezzi, si ho un cuore, ma le persone dubitano su questo fatto. Mi fermai davanti alla stanza in cui c'era Elisabhett, aprii lentamente la porta e la guardai mentre dormiva. Chiusi la porta e me ne andai nella stanza affianco, aprii il cassetto e tira fuori una foto di me da piccolo con mia madre. "un vuoto come il mio non può essere colmato" non si può. Almeno non nel modo in cui lo sto facendo io, ma che sto dicendo non si può colmare in nessun modo. Mi tengo distratto, con l'alcol, il fumo ed il sesso. Ho un anima tormentata ed il mio compito su questo modo è tormentare le altre.

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