Capitolo 23

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Mi si mise di fronte. “ per caso sei impazzita!” la sua voce poteva intimorire chiunque. Mi diede uno schiaffo. Aveva detto che non l’avrebbe fatto, aveva detto non faccio così schifo da picchiare la mia donna. Invece l’aveva fatto, aveva tradito le sue stesse parole. “amico…” fu Noah ad intervenire tenendolo per un braccio. Abbozzai un sorriso sulle labbra, avevo finito le lacrime. Me ne andai in giardino senza dire niente. La luna era tornata a vegliare su di me ora. La guardai, “ora sei venuta, quando avevo bisogno di te dov’eri?” mi distesi a terra lentamente, “mi dispiace” chiesi scusa alla luna o meglio a mia madre che la rappresentava. “di che ti scusi” era Noah in piedi dietro di me. “cosa vuoi?” mi resi troppo tardi che il tono che avevo usato non era tanto amichevole. “solo sapere se stai bene” da quando una persona si preoccupava per me? “come sta Liam?” I suoi occhi si posarono su di me “sta bene.” Grazie a dio, una lacrima mi scese involontariamente. “Non è colpa tua se Liam si è ferito durante l’incidente” lui pensa che sia colpa dell’incidente “è colpa mia invece” mi alzai da terra molto lentamente, ogni movimento provocava dolore. “perché guardi sempre la luna? “ cosa avrei dovuto rispondere. Per loro mia madre è Jess.  “ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.” Questa frase era di Mark “e con questo cosa vorresti dire” non sapevo neanche io perché l’avessi detta in quel istante, ma sapevo che significato aveva per me “niente. È solo una frase” non lo era. “Noah mi faresti un favore” si sedette accanto a me “tu in cambio ne fai uno a me” annuii con la testa.  “potresti prendermi dei antidolorifici e una crema per i lividi” mi guardò perplesso “che vuoi farci con quella roba?” mi chiese con una voce preoccupata “servono a me, sai dopo l’incidente in auto” sembra esser tornato quello di qualche minuto fa “ok, te le porto tra un po’”.mi dimenticai che Dominic non aveva avuto delle buone esperienze con me e gli antidolorifici “ah, un'altra cosa, non dirlo a Dominic” mi guardò, poi fece segno di affermazione. “in cambio perdona Dominic” aveva infranto la sua stessa affermazione dandomi la conferma che nessuno promette le frasi da se dette. “perché l’hai fermato prima?” perché l’aveva fatto? Poteva finire male per lui. “perché non è il tipo di persona che fa queste cose.” Anch’io lo pensavo una volta “eppure l’ha fatto”. “dagli almeno una seconda possibilità” penso molto apertamente che lui non si meriti Noah. Non so da quale ramo di questo mondo appartenesse e che molto probabilmente in parte era come gli altri infondo “va bene”. Continuo a pensare che mi tratti con gentilezza solo per pietà, per avermi vista in quelle condizioni prima. “io vado” dissi mentre mi alzavo “dove?” lui invece era ancora seduto atterra “voglio liberarmi di questo” dissi mostrandogli le mani, fece un sorriso forzato.   Stava pensando a qualcosa, ma  cosa?. “quand’è stata la prima volta che hai visto una persona morire?” il sangue mi si gelò e gli occhi mi si fecero lucidi. Nessuno mi aveva mai fatto questa domanda. “quando ero piccola” perché gli stavo dicendo tutto “età?” non glielo voglio dire “5” maledizione chiudi la bocca Elisabhett continuavo a ripetermi “chi?” non voglio dirlo mi fa stare male a pensarci “Jason… Jason Anderson” il danno era ormai fatto “tuo…” non deve dirlo “si.” Mi affrettati a dire, nessuno sapeva di mio fratello o meglio il fratello di Ariel. Ed io cercavo di reprimere quel ricordo. Andai al piano di sopra, cercando di evitare Dominic il più possibile
“usa la mia stanza” mi girai di scatto e vidi Dominic alla fine del corridoio, poggiato sullo stipide, con le braccia incrociate. Da quanto tempo mi stava guardando?. Detto questo se ne andò e mi lasciò sola.

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