Capitolo 31

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Non mi notò e forse era meglio così. Notai che passo subito ad un'altra chiamata, non avevo intenzione di ascoltare ancora le sue urla. Feci per tornare al piano di sopra quando sentii con chi stava parlando “ciao tesoro” chi cazzo era? Se devo sposarlo sarei grata di conoscere le sue amanti. Ma chi se lo sposa un uomo come lui. “No sono a casa. Com è andata l’altra sera” ma che- se l’era pure scopata? E poi l’altra sera, ciò equivale a due giorni fa. Due giorni fa ero ancora rinchiusa in quello stanzino! Bastardo, mentre io penavo le pene della morte lui si scopava delle tipe. Fa schifo. La vista mi si fece sfocata chiusi le palpebre per mettere a fuoco la vista. Sentii le lacrime cadere sulle mie guance calde. Io quest’uomo dovrò sposarlo, dovrò passare il resto della mia vita essendo esclusa pure dal mio stesso futuro marito. Salii al piano di sopra con l’intento di fare qualcosa di stupido quella sera. Andai in camera, aprii la cabina armadio e notai dei vestiti da sera da donna che non c’erano prima. “ora mi diverto io sta sera”. Rimasi in camera e finsi di dormire ogni volta che veniva a controllare, dio quanto lo avrei voluto….
L’orologio segnava quasi mezza notte. Dominic non era in camera con me, non sapevo dove fosse. Nella casa regnava il silenzio e il buio totale. Mi alzai alla ceca non avrei acceso la luce anche se nella casa regnava il silenzio. Per fortuna nella cabina armadio c’era la luce. Presi un vestito nero :

ci abbinai gli stivali con il tacco

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ci abbinai gli stivali con il tacco. Indossai solo il vestito gli stivali li buttai giù dalla finestra. E bene si devo scendere o meglio buttarmi di nuovo da una finestra. Non commetterò l’errore dell’altra volta. Presi due piumini d’inverno e li buttai giù. Se anche con questi mi sarei fatta male allora la mia è proprio sfiga. Presi un profondo respiro e mi buttai giù, spero sia l’ultima volta che lo farò. Ero intera, senza niente di rotto, la mia non è sfiga “fanculo Dominic” dissi mostrando il dito medio alla telecamera. Che così impara per una buona volta con chi ha a che fare quel bastardo. Varcai il cancello cercando di non farmi vedere dagli uomini di Dominic. Iniziai a camminare dalle luci la città non era molto lontana, almeno lo spero. Ero arrivata in città e chiesi in giro a qualche ragazza dove si trovasse una discoteca, a me va bene qualunque posto basta che ci sia dell’alcol lì dentro. Alla fine ne trovai una a dirla tutta era molto affollata. “un bicchiere di vodka, grazie” dissi al barista davanti a me. “ecco a lei principessa” presi il bicchiere dal balcone “grazie” dissi guardandomi in giro. Sbaglio o mi ha chiamato principessa. Non ci diedi peso e bevetti l’intero bicchiere “Wow, cosa ti porta qui? A distruggerti con l’alcol” disse una ragazza alla mia destra capelli castani lunghi fino al bacino non molto più alta di me ma penso sia per la questione dei tacchi “Potrei chiedere la stessa cosa a te” risposi diffidente.

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