Capitolo 35

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Pov Dominic

Dopo aver lasciato Noah per strada, tornai in città e dopo svariate volte che feci il giro, dopo un po’ decisi di continuare a piedi, parcheggiai l’auto dove l’avevo vista l’ultima volta. Mentre camminavo per le strade della città mi arrivò l’ennesimo squillo da parte di Noah, decisi di non declinare la chiamata questa volta “ ciao, come te la passi” si sentiva il fiatone dall’altro capo del telefono “tu brutto bastardo, muoviti a trovare Elisabhett prima che lo faccia la mafia Giapponese” che cazzo ci fa la mafia Giapponese qui. “ merda. Perché non mi hanno avvisato prima, cazzo. ” Noah cominciò a spiegarmi che James, colui che ha il compito di riferirmi che succede nella mia città, ha tentato svariate volte di chiamarmi ma io non gli diedi risposta. Riattaccai il telefono è iniziai a correre per la strada della città. “Dove cazzo sei Elisabhett. Dove cazzo sei?!” io quella l’ammazzo “qui” sentii una voce flebile provenire dall’altro lato della strada. Mi spostai nella parte in cui provenne la voce, la vidi lì. A terra con la bottiglia di vodka vuota a fianco a lei con la pistola in mano. Mi mossi a passo svelto ed arrivai di fronte a lei. “ Te sei da manicomio, fattelo dire. Alzati torniamo a casa e ne parliamo ” non rispose e non mi degno di uno sguardo. Mi abbassai alla sua altezza gli alzai il mento. I suoi occhi erano vuoti e rossi, le sue guance contenevano ancora i segni delle sue lacrime. “impossibile…” disse solo questo non rispose a nessuna delle mie seguenti domande. Provai con ‘Come stai’ ma non disse nulla ‘cosa ti è successo’ niente. Presi la sua borsetta e la pistola. “ce la fai ad alzarti” gli chiesi ponendogli la mano. Accettò il mio aiuto e si alzò, barcollo ma gli impedì di cadere. Gli circondai la vita con il braccio e portai il suo braccio sinistro dietro al mio collo. Per aver bevuto un intera bottiglia c’è la fa ancora a stare in piedi. Mise il piede sinistro in mal modo e rischiai di cadere insieme a lei, accecato dalla mia convinzione. “no, aspetta non andremo da nessuna parte così” la presi a mo’ di sposa, la portai tra le mie braccia lungo l’intero tragitto. Arrivati alla macchina la misi nel posto del passeggero, mi sedetti alla guida. La guardai era calma e dolce quando è inerme da ciò che la circonda. Notai che strinse le braccia nel tentativo di riscaldarsi, dopo tutto quel vestito non penso proprio che riscaldi più di tanto. Mi tolsi la giacca e gliela posai coprendola il più possibile misi in moto l’auto e ci diremmo verso casa. Chiamai Noah riferendoli che l’ho trovata “Per fortuna, come sta?” posso dedurre che la sua serata di svago non sia finita bene “ non lo amico… Non lo so” risposi pensieroso. Chi sa cosa gli è successo. “bene. Ti butto giù ora. Ci si sente”. Smontai dall’auto ed andai dal lato di Elisabhett, provai a svegliarla “Elisabhett. Su svegliati” aprii leggermente gli occhi “ va via” ma come si permette fosse per me l’avrei lasciata per strada a congelare. Ok è ubriaca assecondala Dominic, dissi tra me e me. “ Elisabhett se non ti fai aiutare per scendere finirai con il muso a terra.” Mise il broccio “ io non finirò… con il muso a terra, quindi sposati ” ma che cazzo ha appena detto “sposati?” “si sposati” ripeté convinta “ah spostati. Okay, però se cadi non ti prendo” mi misi a lato aspettai che scendesse lentamente, avrò anche detto che non l’avrei presa ma non la lascerei cadere, mai. “non sono caduta… visto” dopo aver detto quelle stesse parole inciampò sui suoi stessi piedi. La presi in tempo impedendole di schiantarsi contro il suolo “ certo come no. Che testarda che sei” mi guardò nel tentativo di fulminarmi con scarsi risultati. “Parla quello” pur da mezza ubriaca riesce a provocarmi “Dominic” arrivammo alla scalinata ne salimmo uno alla volta “mhm” risposi concentrato sugli scalini “ a te piace la luna?” ma che domanda è. “ certo, perché non dovrebbe piacermi? ” abbassò gli occhi impedendomi di guardarla. “perché ha fatto delle cose cattive” la luna non fa cose cattive, le persone si. “ non stai parlando della luna vero?” non rispose.

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