Capitolo 42

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“ti conviene” disse di fretta Dominic prendendo il suo cappotto. Uscii di fretta seguito da Noah, ora lui andrà a casa dei Santoro convinto che ora non gli forniranno più la droga, mentre i Santoro a momenti saranno qui e sarò io ad accoglierli. Presi posto alla scrivania di Dominic, possibile che ogni posto in suo possesso ci sia un ufficio. Dopo qualche minuto entrò Edward ridendo soddisfatto “gliela abbiamo fatta cazzo, dovevi vedere le loro faccine arrabbiate dio Elly sei magnifica” era tutto gasato, l’alcol e la felicità fanno un bel effetto su di lui. “Elly?” chiesi sorridendo, si avvicinò a me “Dominic non ti merita” disse accarezzandomi I capelli, sono convinta che lui si faccia dei film mentali con me, non ci voglio nemmeno pensare. “è per questo che stiamo facendo tutto questo” sorrise e si allontanò da me, aspettammo qualche altro minuto nei quali prendevamo per il culo Dominic “ah dio sono stanca” guardò l’orologio “I Santoro staranno già salendo, dopo ci ubbriacamo un po’” mi fece l’occhiolino “un po’? ” chiesi ridendo consapevole che non avremmo bevuto solo un po’ “si solo un po’” in quel istante qualcuno busso alla porta “ sono loro” disse Edward smettendo di ridere “avanti!” entrarono due uomini entrambi con qualche tatuaggio “siamo qui per incontrare il signor Ivanov” disse professionalmente con nessuna nota di emozione. “mi dispiace ma Ivanov non è qui. È uscito qualche minuto fa” si guardarono a vicenda “ma che razza di scherzo è questo, Ivanov stesso ci ha voluto incontrare” Edward stava morendo dal ridere e tra un po’ sarei finita anch’io così “ mi spiace tanto davvero, ma penso che lui abbia-” fui interrotta dallo spalancare della porta “scoperto la verità” merda. Entrò arrabbiato seguito da Noah “ti chiedo scusa per questo disguido, accomodatevi pure” Dominic fece tutto il pacifico davanti a loro poi si avvicinò a me, ed io mi alzai dalla sedia. Mi prese per il polso alla svista dei Santoro e mi accompagnò alla porta “io e te facciamo i conti dopo, che ti sia chiaro non mi sfuggì oggi, vai” mi sussurrò all’orecchio Edward si prese una ramanzina da Noah ed un occhiata omicida da parte di Dominic. Ci chiuse la porta in faccia, io ed Edward ci guardammo l’un altro per poi scoppiare a ridere “era incazzato boia” “io e te facciamo i conti dopo” lo imitai storcendo la voce. Edward tirò fuori delle chiavi di un auto, un auto che non gli appartiene, ma appartiene al mio ipotetico marito “facciamo un giro ci stai” disse ponendomi la chiave di fronte ai miei occhi “e me lo chiedi pure” presi la chiave correndo al piano di sotto. Edward si era procurato una cassa di birra “Elisabhett…. Sai guidare?” “si. Perché?” “ti va una gara. Io con la mia auto e tu con quella di Dominic” guardai le chiavi nella mia mano ed iniziai a pensare che se avessi osato anche toccarli l’auto mi avrebbe uccisa definitivamente. Gli riposi le chiavi sul palmo della mano, i miei genitori hanno avuto un incidente in auto una volta nella quale si pensava fossero morti, pure io lo pensavo. “che succede? Hai gli occhi lucidi” sorrisi abbassando lo sguardo riprendendo il controllo delle mie emozioni “facciamo un'altra volta, okay? Forza scendiamo a me spetta una ramanzina da Dominic e non voglio ricordarla” scendemmo insieme al piano di sotto, “vado a prendere da bere, queste le lasciamo per dopo” annuii con la testa “tu?” mi girai e alle mie spalle vidi il barista delle discoteca, colui che mi sono quasi scopata “ciao” dissi semplicemente “ciao? Vuoi che ti rinfresca come è finita la serata fra noi due” mi guardai in torno sperando di non vedere Dominic “dove cazzo guardi io sono qui sai” ma questo non sta proprio zitto “andiamo” dissi trascinandolo fuori “si può sapere che problemi ti affliggono” lo guardai scioccata “il mio problema ora sei tu. Ascolta ti consiglio vivamente di andartene da qui prima che…” incrociò le braccia e mi guardò fisso “prima di che cosa” chiese irritato “prima che ti faccia fuori” gli si formò sul viso un espressione interrogativa “chi vuoi che mi faccia fuori” stavo per rispondere quando sentii uno sparo da lontano, era Dominic che urlò il mio nome “Elisabhett!” guardai il ragazzo della discoteca “vattene… vattene prima che ti uccida davanti a me” camminò lentamente nel verso opposto “sei quella che si è sposata Ivanov” mi girai verso di lui “vai” scappò via ed io andai a testa alta incontro a Dominic nel frattempo rispose la pistola al suo posto. Ci trovammo uno di fronte l’altro tra noi regna tutt’altro che l’amore, ad ogni nostro tocco, parola domina odio e attrazione sessuale. Noi non ci amiamo ma abbiamo bisogno l’uno dell’altro per essere ciò che siamo. “continuerai a mangiarmi con gli occhi o mi parlerai” chiesi infastidita si allontanò di qualche metro da me mantenendo il contatto visivo, posò la mano nell'esatto luogo in cui aveva riposto la pistola, tirai fuori la mia e gliela puntai in fronte prima che lo facesse lui. Al contrario mio lui non puntò nessuna pistola contro fece semplicemente il gesto con la mano, rimasi sorpresa dal suo gesto “pensavi che ti avrei puntato veramente la pistola” si avvicinò spostando di lato la pistola “se volessi farti soffrire veramente non ti ficcherei un proiettile in testa. No dolcezza non è così semplice con me” ah perché è mai stato semplice con lui? “non lo è mai” dissi irritata dal suo controllo su tutto. “ti porterei nella mia auto con o contro la tua volontà. Andremmo via da qui in una strada tranquilla e li ti scoperei fino allo sfinimento, oppure…” ma che cazzo di problemi ha. “ hai mai fatto un bocchino ad un uomo Elisabhett” ora gli vomito in faccia. “se vuoi scoparmi fallo, l’hai già fatto una volta contro la mia volontà che può succedere se lo facessi una seconda eh” odio quest’uomo più di quanto abbia odiato me nella vita “ questo vestito non fa altro che urlarmi di togliertelo di dosso” avevo intenzione di sfidarlo “fallo” lo presi alla sprovvista “adesso?” sembrò sorpreso “Non stavi morendo dalla voglia di farlo” incrociò le mani e compose un sorriso letale “dopo, non ho nemmeno bevuto tanto oggi” disse incamminandosi verso le scale “È meglio che mi scoli un po’ di vodka prima di vedere il tuo cazzo” dissi convinta che non mi sentisse vista la distanza che si poneva fra di noi “Bello vero?” quello li sente tutto pur essendo lontano da me. Si fermo aspettando che lo raggiungessi “Quanto te guarda” sorrise come un bambino “Lo sai vero che ti odio” non fa altro che ridere “Il sentimento è reciproco, mi piace solo scomparti” dio che fastidio “Fottiti” gli urlai contrariata dal suo comportamento “Tranquilla che lo faremo insieme” lo guardai mentre era attento a non inciampare sugli scalini, è uno stronzo lo ammetto ma ha un certo fascino.

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