Capitolo 26

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Pov Dominic
Uscii dalla sua stanza o meglio era la nostra ora. In mano tenevo il sacchetto con le medicine all'interno. Scesi al piano di sotto dove Noah mi aveva chiamato qualche minuto fa. "cosa c'è?" dissi entrando nel soggiorno. C'era Noah seduto al tavolo, sembrava una cosa seria. "quando avevi intenzione di dirmelo" ma di cosa sta parlando? "di cosa stai parlando amico" rimase in silenzio per poi tirar fuori dalla tasca interiore della giacca un foglio piegato in quattro. Me lo posò davanti, aspettando una mia reazione "quando avevi intenzione di dirmi che il tuo matrimonio 'd'amore' è per un altro fine" strinsi la mascella, chiudendo le mani in due pugni. "tu sai qualcosa in più, che io non so" io so qualcosa in più? "smettila Noah. Ne ho abbastanza di te. Esci fuori" sorrise "tutti avevano ragione..." no, non può dirlo "... Sei identico a tuo padre Dominic. Identico" l'aveva fatto. Aveva usato il mio punto debole. Se ne andò sbattendo la porta, quando mi assicurai che se ne fosse andato, iniziai a rompere un po' di cose. Tirai diverse cose contro il pavimento e il muro. Quando presi in mano una foto di me e Noah la stavo per scagliare contro la porta, ma venne aperta "non voglio nessuno, fuori!" mi soffermai a guardarla era lì e spaventata. Giusto avevo detto ad Elisabhett di scendere. "cosa vuoi ?" dissi scocciato non era il momento "ma che diavolo è successo qui" non gli ho detto di entrare a quella peste "non sono affari tuoi, ora vattene" rimase lì non sembrava avesse voglia di uscire. "hai due scelte Elisabhett: esci da qui da sola oppure non andrà bene per te" non aveva intenzione di cambiar idea, incrociò addirittura le braccia, e rimase davanti alla porta, quella voleva morire. Camminai a passo svelto per poi prenderle il polso. La trascinai fino alla porta sotto le scale. Scendemmo le scale arrivando in uno stanzino buio. La misi dentro chiudendola lì "perché?!" mi sentii dire da dietro le spalle "perché è questo che si meritano le persone che non rispettano le mie regole, intesi!? Tu sei qui per una cosa Elisabhett una sola. Ed è sposarmi e basta! Ora per le prossime ore non fiatare o ti ficco un proiettile in testa. E fidati ne sono in grado. Notte."

Pov Elisabhett
Se ne uscì sbattendo la porta. Mi aveva lasciata sola, in un posto buoi e umido che odorava di muffa. All'interno di quella stanza c'era solo una piccolissima finestra da qui passava un fascio di luce. Questo posto non mi piace. Mi fa sentire in trappola. Cosa ho fatto di male nella vita per meritarmi questo. Passò un tempo indeterminato. Il pavimento era freddo e sporco. Per la noia iniziai a guardarmi in giro, come se potesse esserci qualcosa d'interessante. Notai che sulla parete alla mia destra, era sporca di sangue. Per fortuna non era recente. A terra notai un anello con inciso il simbolo di un falco. Quel simbolo l'ho già visto da qualche parte, ma non ricordo dove. Sentii delle voci provenire dal piano di sopra erano 2 no 3 persone. Votai per urlare in modo che qualcuno mi sentisse poi mi ricordai di... per le prossime ore non fiatare o ti ficco un proiettile in testa. Mi si gelò il sangue al solo pensiero. Pensavo avesse un cuore, pensavo provasse qualcosa per me, pensavo fossi importante per lui, invece no. Per lui ero un oggetto, qualunque. Fanculo il proiettile. Questo posto non mi piace. Picchiai sulla porta, cercando di attirare l'attenzione di qualcuno, anche quella di Dominic. Non venne nessuno quel posto conteneva un silenzio tombale. Avevo freddo, ed iniziavo ad avere fame. Mi resi conto che non avevo avuto attacchi di panico. Alla solo idea mi spuntò un sorriso. Poi mi passò per la mente che se non fosse avvenuto prima, sarebbe accaduto dopo. Sentii la serrature della porta, quella sotto le scale, seguirono dei passi per poi aprire la porta in cui mi trovavo. Era Dominic, con del cibo in mano "tieni" disse per poi rinchiudere la porta "non voglio il cibo. Voglio uscire da qui!" sentii la sua risata dall'altra parte della porta. "Non uscirai finché non lo deciderò io" lui è... lui è un "Bastardo!" silenzio. Ci fu solo un soffocante silenzio, dopo le mie parole. La porta si aprì di scatto mi ritrovai la schiena contro il muro, con la mano di Dominic attorno al collo. Non era una stretta soffocante ma nemmeno delicata "ripeti please? Te l'ho pure detto con gentilezza, lo capisci l'inglese o ti devo insegnare anche quello." I suoi occhi contenevano odio e dolore. Lo riconoscevo perché era quello che vedevo anche in me. Si può dire che è il riflesso della mia anima? "chi ti ha ridotto così?" i suoi occhi rimasero fissi, con una sola differenza che la rabbia scomparve e il dolore si espanse. Mi lasciò e se ne andò chiudendo la porta. A quel uomo cosa diavolo succede?. Probabilmente sono passati 2 giorni. 2 giorni, in cui non sento il vento fra i capelli, in cui non vedo la luna, in cui non vedo Dominic. Devo togliermelo dalla testa quel figlio di puttana. Mi sta letteralmente uccidendo chiudendomi qui. Ho bisogno di parlare con qualcuno, ma non c'è nessuno, non c'è mai stato nessuno. "che dire... non ci credo sto parlando da sola" feci un sorriso stanco e senza senso. "Elisabhett" non mi resi conto che fosse sceso, e non sentii nemmeno i rumori della porta. Ero messa male fino a questo punto?. Alzai gli occhi stanchi e spenti. "vattene. Non ti voglio" si avvicinò a me. Io mi spostai con le poche forze che avevo. "sei messa malissimo, cazzo. Avanti alzati" mi prese e mi alzò da terra, barcollai, ma mi prese prima che potessi cadere, perché cambia sempre umore? . Lo guardai. Eravamo entrambi stanchi, con una differenza lui aveva la forza per rimanere in piedi, io sarei crollata a momenti. "tutto questo... è colpa tua" le ultime parole che dissi prima di vedere un nero costante. Un nero senza una luce.

Cosa è successo a Dominic in quei 2 giorni?

Bene ragazzi miei ditemi se vi piace o anche qualche consiglio. Spero che stiate bene.

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