Capitolo 48

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“Elisabhett svegliati” sentii una voce lontana richiamarmi “Elisabhett…” socchiusi gli occhi, riuscivo a scorgere un immagine davanti a me colpita dai raggi di sole “ciao” Noah tirò un sospiro di sollievo “dove sono” mi guardai intorno cercando di capire dove fossi. “in un posto, sei al sicuro lui non c’è” mi rassicurò Noah “dov’è?” spostò lo sguardo altrove evitando i miei occhi “Noah?” e se era lì, dietro a quella porta ad aspettarmi, pronto a farmi del male “Edward lo sta cercando” disse con un tono di voce rattristito “vuoi dirmi che non è in questo edificio” accese il telefono controllando se fosse arrivato un messaggio “ no, non è qui… spero solo che stia bene” può anche crepare e per me rimarrebbe indifferente sicura?
Anche se è colpa mia se sono qui ora, se solo non avessi fatto l’idiota, avrei potuto semplicemente chiedere il telefono ad Edward o a Noah, ma perché queste idee mi vengono in mente solo adesso. Comunque lui è stato un coglione “per me può anche beccarsi una pallottola in testa” rimase immerso nei suoi pensieri “allora dopo vuoi tornare a casa o venire a casa da me” andare con lui mi renderebbe felice ma tornare nella casa di Dominic mi farebbe stare meglio vedendolo soffrire. “a casa” annuì con la testa “se è quello che vuoi” mi nasconde qualcosa lo sento “Noah che mi nascondi” inutile girarci intorno “niente” se ne andò fuori dalla stanza. Provai ad alzarmi fortunatamente non sentivo quasi nulla. Indossai le scarpe ed uscii fuori, chiudendo la stanza. Sentii la voce di Noah infondo al corridoio, era al telefono con qualcuno “che vuoi dire non l’hai ancora trovato” era nervoso e arrabbiato “ti ho detto di trovarlo 16 ore fa.” disse stretto fra i denti, fece un sospiro profondo “va bene, tu trovalo il più presto possibile, sto andando a casa sua ora, ciao” chiuse la chiamata e si girò, probabilmente per venire da me convinto che fossi ancora lì, quando invece ero proprio dietro di lui. “Noah dimmi la verità dov’è Dominic” lui non è ne qui e posso intuire nemmeno a casa, allora dov’è? “non lo sappiamo” spero solo che non sia colpa mia. Noah mi distolse dai miei pensieri accompagnandomi alla sua macchina. Mise in moto la macchina e partimmo. “scusa ma non è normale per voi sparire e ricomparire” tenne lo sguardo fisso sulla strada “normale non più di tanto, se qualcuno sparisce senza avvisare è in pericolo. Ma non nel caso di Dominic” in che senso non nel caso di Dominic “che intendi?” “che ieri era il compleanno di sua madre, a quanto pare hai fatto qualcosa che l’ha fatto incazzare. In questi casi va in palestra oppure va al cimitero” ho un vago ricordo della morte di sua madre “è stato al cimitero, ci sono delle tracce fresche, ma poi non si sa dove sia andato, non riusciamo a rintracciarlo e non sappiamo dove sia andato… io non so dove sia andato, eppure sono il suo migliore amico” se a Dominic succedesse qualcosa, Noah non si perdonerebbe mai, ed io avrei un'altra persona sulla coscienza “ti ho preso un telefono, c’è già tutto tieni” mi diede il telefono in mano “Dominic lo sa” dissi alzando il telefono “lui stesso mi ha detto di prendertelo” rimasi in silenzio fino ad arrivare a destinazione “tu va a riposarti, c’è Serena dentro so che vi state simpatiche, non aprire a nessuno, io ho le chiavi ed Edward pure” lo rassicurai ed entrai dentro, salutai Serena che chiuse la porta a chiave immediatamente. “Elisabhett prima è arrivata una lettera a tuo nome te l’ho messa nella tua stanza” la ringraziai e salii al piano di sopra.

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