Capitolo 49

1.2K 25 6
                                    

Appena arrivata nella mia stanza notai immediatamente la busta rossa che spiccava sulle lenzuola bianche, sulla busta c’era una rosa timbrata su della cera come il biglietto che trovai sul bagno. Presi la busta in mano e mi sedetti sul letto, il respiro iniziò ad avere un ritmo irregolare e la temperatura del mio corpo si faceva sempre più elevata. Aprii la busta, ci misi la mano, dal tatto sembravano delle foto. Tirai fuori il contenuto e rimasi pietrificata nel vedere il protagonista di queste foto. Nella prima foto si vedeva Dominic legato ad una sedia, nella seconda tutti lividi e le ferite aperte che aveva sulla faccia, l’ultima non era una foto di Dominic ma una foto completamente bianca con solo una scritta sono il protagonista dei tuoi incubi” è solo un brutto scherzo, non può essere viv- “Jason”...il nome firmato in fondo alla scritta. Lasciai cadere la foto a terra allontanandomi da essa “è vivo… Jason è vivo, si ricorda tutto. Vuole vendetta su di me… attraverso lui” ucciderà Dominic. Guardai con terrore tutte le foto che avevo davanti. “Elisabhett è di sopra?” era la voce di Edward, presi le foto e le misi sotto il cuscino, mi diressi verso la porta e nel esatto istante in cui aprii la porta, lo ritrovai davanti a me. “so che sai tutto” continua a fingere che lo odi forse così te ne convincerai “non avrei dovuto saperlo?” fece spallucce “è solo che pensavo che qualcosa di lui almeno un minimo ti piacesse…che ecco tu provassi qualcosa per lui come lui per te” rivolsi il mio sguardo altrove lo odi. Tu lo odi, ti ha fatto del male. “ed ora ne sto facendo io a lui” mi resi conto di aver pensato ad alta voce “cosa?” feci un sorriso, o almeno ci provai “niente” sembra che se la sia bevuta. Il suo telefono iniziò a suonare “è Noah ti lascio ora” lo salutai e richiusi la porta. Ripresi le foto che riprendevano la sua immagine e le controllai più volte, cercando qualsiasi cosa che potesse ricondurmi a lui. Il mio telefono iniziò a squillare, lo presi e sullo schermo vi era trascritto la parola “numero sconosciuto” risposi tranquillamente. “pronto” dall’altro capo del telefono si sentiva il lento respiro di una persona “pronto? Chi parla” allontanai il telefono dall’orecchio con l’intenzione di riattaccare “i tuoi amici cercano invano” era una voce di un uomo, deglutii e riposi il telefono vicino all’orecchio “chi sei?” chiesi cercando di regolare la voce tremula “chi sono Elisabhett? o chi ero?” disse sarcastico, l’uomo con cui parlavo era Jason. “s-sei Jason?” rise “ovvio tesoro, so già cosa mi chiederai, dov’è Dominic? Lascia ce ti dia una bella notizia è proprio davanti a me” l’immagine di lui in quelle condizioni, con lui, mi faceva rabbrividire. “dove sei?” mia alzai dal letto tutta tesa “se devi venire ci vieni da sola, non provare ad ingannarmi, o non rivedrai più il tuo amato” accettai le sue condizioni e mi diede l’indirizzo. Sarei uscita la sera evitando Noah ed Edward, presi una pistola ed una torcia. Alla sera uscii dalla porta sul retro, andai al garage dove Dominic teneva i suoi veicoli. Presi una moto ed andai all’indirizzo che mi aveva dato. Non so con quale coraggio io ci stia andando o forse è paura ciò che provo. Parcheggiai la moto a qualche metro dal luogo dato e continuai a piedi. Mi trovai davanti ad un edificio molto grande, da una finestra s’intravedeva un fascio di luce. Entrai cercando di fare il minimo rumore, salii le scale ed arrivai alla stanza da cui proveniva la luce. All’interno non trovai Dominic ma bensì Jason, seduto nell’angolo che guardava il telefono. Pensai che non si fosse accorto della mia presenza, così continuai dritta “pensi che sia così stupido da non accorgermi di te, sorellina” mi fermai all’istante, quella voce era roca e pesante, simile a quella di Dominic, ma questa proferiva nel mio corpo qualcosa di freddo, totalmente diversa da ciò che mi trasmetteva lui. Tornai nella stanza ed entrai con la pistola in mano. “Dov’è Dominic?” sorrise e scosse la testa, in quel istante il mio telefono iniziò a squillare, lo presi era Noah e risposi tenendo la pistola puntata a lui “pronto” dissi guardandolo negli occhi “dove sei?” era inutile mentire “a prendere Dominic “va via da lì. Io non sono lì Elisabhett. Esci da qualsiasi fottuto posto tu sia” la voce apparteneva all’uomo che ho sempre cercato di odiare. Riagganciai la chiamata “dal tuo sguardo posso dire che hai capito tutto principessa” si alzò ed iniziò a camminare verso di me, iniziai a indietreggiare. quando lo vidi vicino a me, mi girai e scappai da lui e da quella stanza. “Elisabhett non puoi scappare da me” continuai a correre per i corridoi rendendomi conto di essermi persa “Elisabhett.” Urlò, mi fermai a debita distanza e li puntai la pistola contro “vuoi farlo di nuovo? Ne sei sicura?” il mio respiro iniziò ad accelerare “Jason non ho paura di usarla” continuò a camminare verso di me “vogliamo replicare la stessa scena? Ma assicurati di avermi ucciso sta volta” quel ricordo si fece strada nella mia mente, le mie mani iniziarono a tremare “Jason è stato Liam non io. Io ti volevo bene, mi aveva detto che la pistola era vuota io gli ho creduto, ho fatto l’errore di credergli ma Jason sappiamo entrambi che non l’avrei fatto se avessi saputo che la pistola era piena” la mia voce tremava e la mia vista iniziò a diventare sfocata, si fermò, forse non vuole più vendicarsi di me, forse ha- iniziò a ridere di gusto “sei debole e patetica” disse sorridendo mentre i suoi occhi contenevano odio e disprezzo nei miei confronti, ricominciò a camminare verso di me “Il tuo tormento mi ha forgiato, è grazie a te che vincerò” uccidilo prima che lo faccia lui. “fa un altro passo e ti uccido Jason, giuro che lo faccio bastardo” fece un altro passo “fallo Elisabhett cazzo. Uccidimi porca puttana che aspetti.” Mi urlò contro, voleva veramente che accadesse di nuovo?

Your Games Donde viven las historias. Descúbrelo ahora