Capitolo 46

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“hai finito?” annuì con la testa “brava la mia bambina” mi alzai presi il vassoio e lo posai sul comodino, tornai accanto a lei. Rimanemmo in silenzio finché non ruppe il silenzio “non mi hai mai detto che suonavi” la guardai aveva gli occhi puntati su di me “non me l’hai chiesto” risposi “andiamo, è noioso stare qui” dissi alzandomi, ponendoli la mano. Si alzò e pose il braccio sul mio, lei sembrava apposto eppure avevo paura che cadesse di nuovo, ci fermammo davanti alle scale “sicura che stai bene” mi guardò stranita dalla mia domanda “si sto bene” rispose sicura, questa volta non stava mentendo. Arrivammo al piano di sotto ed aprii la stanza in cui c’era il piano. La portai vicino al piano e mi sedetti “cosa vuoi che suona” non tolse gli occhi da me, c’era qualcosa nel suo sguardo che la turbava. “cosa vuoi che suoni?” le chiesi quasi portandola alla realtà, si guardò intorno per poi fissare incantata il quadro di mia madre “il brano preferito di tua madre” disse per tornare con lo sguardo su di me, quegli occhi erano in grado di farmi provare settecento emozioni in una sola volta, aveva del potere su di me ma lei non lo sapeva “va bene” iniziai a suonare il brano preferito di mia madre lei mi guardò incantata per tutto il tempo, appena finii sorrise “siediti” le dissi spostandomi lasciandole il posto “hai mai suonato?” le chiesi curioso “solo qualche nota, ma ormai non tocco un piano da tempo” annuii con la testa “bene forse sarai leggermente arrugginita ma di sicuro non avrai dimenticato come si fa” posizionò le mani sul piano “avanti suona qualcosa” iniziò a suonare, riconobbi la canzoni così l’accompagnai, fece un leggero sorriso. Ero riuscito a distrarla da ciò che la tormentava. Finito di suonare ci guardammo negli occhi, eravamo vicini. Alternò lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra, voleva baciarmi? Perché se voleva farlo, doveva farlo. Avrei così tanto bisogno di sentire le sue labbra sulle mie. Il mio desiderio si avverrò, mi bacio lei. Portò la mano sui mei capelli, io con le mie le avvolsi la vita, ci staccammo per prendere fiato “perché?” chiesi a fiato corto, pensavo mi odiasse “perché ne ho bisogno” si alzò e si sedette sulle mie gambe, torno a baciarmi intensamente sbottonandomi la camicia, per poi buttarla a terra si staccò ammirando ogni mio muscolo. Passò la mano sul mio torace, chiusi gli occhi al suo tocco “ora tocca a te” le dissi indicando la sua maglietta, sorrise. Alzò le braccia e mi lasciò sfilarla con tutta facilità “la porta è chiusa?” chiese “è chiusa. A chiave” tornai sulle sue labbra, la presi e la portai sul divano ero sopra di lei, dopo esserci limonati senza fermarci, ci staccammo “tu sei pazza” le dissi ridendo “si lo sono” disse portando le mani sulla cintura slacciandola, la lasciai fare. Da quando aveva acquisito tutto questo coraggio? Così feci lo stesso con lei, le tolsi gli shorts lasciandola solo con l’intimo. “da quando ti piace essere scopata da me” le chiesi, lei sorrise dandomi un bacio a stampo, “che ne dici di farmelo piacere” lo disse in un modo così sensuale che mi fece perdere il controllo, mi scagliai sulle sue labbra, le morsi il labbro inferiore per poi lasciarli dei baci sul petto scendendo sempre più giù, gli tolsi gli slip mentre i suoi occhi erano su ogni mio movimento, mi tolsi i boxe, lasciando libero la mia erezione “ci andrò piano” dissi rassicurandola “fallo e basta” chiese quasi sussurrando entrai in lei lentamente “ti ho fatto male” scosse la testa “sta zitto rovini il momento idiota”, la penetrai più fortemente facendole inarcare la schiena “idiota a chi?” dissi con un ghigno sul volto, sorrise tornando a respirare. Andammo avanti così per circa mezz’ora. Venni dentro di le “allora… ti è piaciuto” dissi cercando di tornare a respirare normalmente “decisamente” mi guardò sorridendo “avanti rimettiti questi andiamo a cenare” gli lanciai i vestiti “ah non ho fame, ti prego” si aspettava che l’assecondassi “niente storie, sei svenuta perché non hai mangiato. Non accadrà di nuovo” mi alzai in piedi ed iniziai a cercare i miei vestiti “avanti su alzati, principessa” si alzò ridendo per la situazione attuale. Mi passo i pantaloni “io vado 5 minuti ti do per fare ciò che vuoi e poi a tavola” si rimise la maglietta “non sono una bambina Dominic” oh invece si “sei una bambina…la mia bambina per la precisione ” gli diedi un bacio a stampo ed uscii dalla stanza.

Pov Elisabhett
Mi dispiace per quello che ho appena fatto, mi sento in colpa ora. Ho scopato con Dominic solo per riuscire a prendere il suo telefono senza attirare la sua attenzione, rimane il fatto che non posso negare che sia stato piacevole, di solito era rude. Accesi il telefono è mi stupii il fatto che non avesse un blocco, è strano che un uomo come lui non ne abbia uno, ma è anche ovvio che nessuno sano di mente oserebbe avvicinarsi al suo telefono o a lui. Composi il numero di Liam, posai il telefono all’orecchio, stava squillando “avanti ti prego fa qualcosa di utile nella tua vita per una volta” quando allontanati il telefono dall’orecchio, convinta che non avrebbe risposto, rispose “sono fuori città quindi non puoi incolparmi di niente” disse frettolosamente “sono Elisabhett non Dominic e devi rispondere a questa domanda senza fare troppe domande” rimase in silenzio finché non mi diede il consenso di parlare “muoviti” feci un leggero sorriso che scomparve al pensiero di ciò che avrei dovuto dire “Jason è morto, vero?”.

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