20.

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Finiamo di mangiare parlando di cose che nemmeno riguardano più i ragazzi. Se inizialmente Aaron mi aveva fatto una pessima impressione, ora comincio a sentirmi a mio agio insieme a lui. E poi ho bisogno di una persona esterna alla cerchia di Vinnie che mi possa ricordare che non sono io la pazza a pensare che il gruppo di persone con il quale vivo sia strano. 

«Grazie per aver accettato di venire a cena con me» mi dice quando ormai siamo usciti dal locale. 

«Pensavo fossi più antipatico» dico.

«Sì, non ho fatto una buona impressione quella sera» si gratta la nuca per l'imbarazzo. 

«Però grazie anche a te» sorrido.

Abbassa lo sguardo, mettendo in mostra il piercing sul sopracciglio. Non mi sono mai piaciuti i ragazzi coperti in modo eccessivo di piercing e tatuaggi, ma lui non mi dispiace troppo.Ha un certo fascino, nonostante non sia nemmeno paragonabile a Vinnie. Dannazione, quel ragazzo si è impossessato della mia testa, non posso nemmeno uscire con un ragazzo nuovo che penso subito a fare un paragone con lui. 

«E a proposito di Sebastian e gli altri...» accenna:«... Stacci molto attenta, potrebbero voltarti le spalle da un momento all'altro»

Resto in silenzio per qualche istante per riflettere sulle sue parole, ma non appena apro bocca vedo lo sguardo di Aaron spostarsi su una persona dietro di me e questo mi fa voltare. 

«Vincent Hacker, non c'è due senza tre» commenta Aaron.

«Siamo al round numero due, Aaron?» domanda Vinnie con la sua solita nonchalance. Come se non gliene fregasse niente e la sua solita aria da stronzo. 

«No, questa volta non l'ho costretta a stare con me» risponde il ragazzo tatuato. 

Non sta andando come speravo, in realtà non pensavo nemmeno che Vinnie fosse uscito di casa. Si era chiuso nella sua stanza. Sì, mi ha anche scritto per sapere dove fossi finita, ma è uscito per me? O aveva bisogno di prendere una boccata d'aria? Al pensiero della prima opzione mi sento mancare l'aria. No, basta Bethany, avete litigato. Te lo ricordi? Non dovresti nemmeno rivolgergli parola. 

«Chiedevo per sicurezza, forse avevi voglia di un altro pugno come dolce dopo cena» risponde Vinnie. 

«Penso sia giunto il momento che io torni a casa» torno a guardare Aaron. 

«Sì, lo penso anche io, anche perché non penso che tu abbia bisogno di essere accompagnata visto che c'è lui» ammette Aaron. 

«Ehm sì, infatti» dico. 

«Beh ciao, ci vediamo»

Lo guardo allontanarsi, anche solo per l'ansia di dovermi voltare e vedere Vinnie. Che cazzo gli dico? 

«Vuoi restare qui ancora per molto?» sussurra Vinnie affianco al mio orecchio, a voce bassa, profonda... Porca miseria. Si è drasticamente avvicinato a me e non me ne sono accorta. Mi volto verso di lui:« Non so te, ma mi sono rotto i coglioni di stare qua fuori»

«Che cosa ci fai qui?» chiedo nervosa. 

«Di sicuro non voler interrompere nulla con lui, se avessi risposto ai messaggi non mi sarei mosso di casa, figurati» commenta. Indossa un cappellino nero in testa, i riccioli schiacciati sulla fronte si sfanno spazio per mettersi in mostra, si è anche tolto il piercing al naso. É strano vederlo senza il suo solito luccichio in viso. Ha anche una sciarpa avvolta sul collo, non si vede  una linea nera di tatuaggio. 

«Non hai interrotto nulla, ci stavamo salutando» rispondo. 

«Il classico saluto post appuntamento» commenta, mettendosi le mani nel giaccone e voltandosi per tornare in casa. 

PAUSE II - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora