22.

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«VINNIE DOVE CAZZO SEI FINITO?» la voce di Albert rimbomba nella casa.

I passi pesanti in giro per l'appartamento mi fanno aprire gli occhi. Sono confusa dal sonno, mi guardo attorno per capire dove mi trovi. Ci metto un po' a capire che sono nella mia stanza, il braccio pesante di Vinnie attorno al mio corpo e i suoi capelli che mi solleticano la nuca. I passi si fanno più pesanti... più vicini... Albert ignora la porta della mia stanza, chiusa, e va dritto in direzione di quella di Vinnie. Sento lo scricchiolio della porta da lontano.

«Vinnie....» dico a bassa voce per cercare di svegliarlo:«Vinnie...» ripeto.

Sembra non sentirmi.

Albert torna all'attacco e ho come la sensazione che la sua prossima meta sarà camera mia.

«Vinnie, Albert sta arrivando. Ti sta cercando» appoggio la mano sul suo braccio e lo spintono per farlo tornare insieme. Ma lui cosa fa? Mi stringe ancora di più a sé e mormora una cosa a metà tra smettila di parlare e lasciami dormire, non lo capisco bene.

Per non far pensare male Albert decido di scendere dal letto e di mettermi addosso la prima cosa che trovo. Non voglio che pensi che tra me e Vinnie ci sia qualcosa. Perché? Non lo so nemmeno io ma non voglio scompigliare gli equilibri della casa, sempre se ce n'è uno. Indosso la maglietta che trovo e la porta della mia stanza si apre nel momento in cui sono in piedi, in mezzo alla stanza, con la maglietta sul mio corpo.

«Beth...? Che cosa ci fa qui Vinnie?» domanda.

«Si è addormentato qui questa notte, abbiamo parlato fino a tardi per sistemare il litigio di ieri» spiego.

«Ah... Va bene» abbassa lo sguardo sulla mia maglietta.

Merda. Ora sì che penserà male. Indosso la maglietta di Vinnie. Come ho fatto a non accorgermi di essermi messa la sua addosso e non la mia? É lunga due metri, per forza non è mia.

«Questa... Me l'ha prestata lui» indico Vinnie alle mie spalle, ancora addormentato tra le coperte.

«Certo...» esce dalla bocca di Albert:«Volevo dirvi che stiamo facendo tardi a lezione»

«Sì, sveglio Vinnie e ti raggiungiamo»

Albert sposta lo sguardo da me a Vinnie come se avesse visto qualcosa di fuori dal comune. Lui sa. Deve aver capito che questa notte non abbiamo parlato. Per distoglierlo da quei pensieri e impedirgli di avere il tempo di dirlo ai ragazzi, gli propongo una cosa che in realtà gli avrei proposto a prescindere. Gliel'ho promesso.

«Questo pomeriggio hai da fare?» dico nel momento in cui lo vedo girarsi per andarsene via.

«No» risponde.

«Tieniti libero perché oggi organizziamo l'appuntamento per quella ragazza che ti piace tanto» tento di metterci un po' di entusiasmo nella voce, ma tutto esce in maniera esagerata e sembro solo impazzita all'improvviso.

Non fa in tempo a darmi una risposta perché l'uragano Sebastian compare proprio davanti alla mia stanza, con gli occhi rossi e gonfi penso di rabbia. Guarda Albert e gli afferra la maglietta.

«Ti hanno chiamato i miei genitori in questi giorni?» la sua voce mi fa sussultare.

«EHI!» grido e mi avvicino per allontanarlo da Albert:«Ma ti sembra questo il modo?»

Sebastian non molla la presa, com'è ovvio che sia, tiene lo sguardo fisso su Albert, che invece lo guarda confuso. Ritento, ma il braccio solido e muscolo di Sebastian penso non senta nemmeno la mia forza.

«No, non ho chiamato nessuno in questi giorni, perché?» Albert visibilmente preoccupato.

A questo punto Sebastian guarda una persona dietro di me, Vinnie. Gira la testa a rallentatore, fa paura.

PAUSE II - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora