37.

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Sfoglio pagina dopo pagina, riuscendo a vedere tra le righe solo Vinnie e la mattinata che ho passato con lui. Non voglio montarmi la testa, voglio prendere le cose così stanno e pensare a me. Vinnie non ha la testa per avere una relazione, va bene. Ognuno per la sua strada, anche se potrebbe incrociarsi come questa mattina al massimo. In effetti, chiudermi in biblioteca è stata una decisione molto saggia, non sarei riuscita a stare in casa anche oggi. 

Stare in casa con Monique e Vinnie e fare il terzo incomodo non è nei miei piani. 

Sì, è andato a prendere Monique alla fine. 

Non manca molto al momento in cui dovrà fare il test di paternità e far sapere a Vinnie e Cole il risultato. Sto cercando di dimenticare questo problema il più possibile, senza farmi nemmeno troppi piani, soprattutto con Vinnie. So come andranno le cose: sceglierà lei, come ha sempre fatto. 

«Anche tu a studiare qui oggi» una mano tatuata blocca le parole che stavo leggendo. 

«Che cosa ci fai qui?» mi viene spontaneo domandargli. 

I suoi occhi azzurri si agganciano ai miei, fino a quando non si siede nel posto libero davanti a me: «Ho la confraternita qui, secondo te che cosa ci faccio nella biblioteca della mia università?»

Aaron è l'ultima persona di cui ho bisogno oggi. Non che mi abbia fatto qualcosa, onestamente non mi ricordo niente dell'ultima volta che abbiamo parlato o che abbiamo avuto modo di uscire, il vuoto di memoria creato dall'alcol copre tutta la serata, non solo ciò che è successo con Vinnie. 

«Buono studio allora» abbasso lo sguardo, ma lui fa qualcosa di inaspettato: si china in avanti sul tavolo che ci separa e sento il suo tocco sul mio mento. Con una leggera pressione lo alza, per ritrovarmi. 

«Sei sparita alla mia festa, mi sono offeso» mi dice: «Ti ho solo vista andare via con quel coglione di Vinnie» resto incantata per mezzo secondo dai tatuaggi che ha sul collo, non mi ero mai soffermata ad analizzarli... Non che siano state tante le volte che ci siamo visti. 

«Sì, mi sono sentita poco bene e mi ha riportata a casa» rispondo, allontanandomi dal suo tocco. Sembra offendersi quando lo faccio, ma poco mi importa.

«Sai che mi devi un bacio sulla guancia?» 

«Perché?» le persone in biblioteca cominciano a guardarci male. 

«Per due motivi: il primo, al gioco che abbiamo fatto mi hanno obbligato a baciarti; due, Vinnie mi ha tirato un pugno pur di impedire che succedesse. Me lo merito, non credi?» china la testa, divertito dalla mia reazione. 

Non posso mentire dicendo che Aaron mi è indifferente: sì, non abbiamo un inizio decente, ma questa sua determinazione mi sta mandando fuori di testa. Gli piaccio così tanto? Nessun ragazzo aveva mostrato interesse nei miei confronti in questo modo, la vocina dentro di me mi suggerisce di non ignorare le sue attenzioni. Vinnie non ci prova nemmeno a farmi capire che, indipendentemente dal risultato di Monique, sarebbe disposto a stare con me al cento per cento. Invece, Aaron, più di una volta me lo ha fatto capire, persino adesso. 

«Devo studiare, Aaron» cerco di distrarlo.

«Possiamo farlo insieme» suggerisce: «Che esame è? Sei al primo anno, no? Io li ho già dati tutti» i muscoli delle sue braccia tatuate quasi esplodono dal dolcevita che indossa. 

«Perché dovrei? Lo sai con chi vivo, non voglio che nessuno se la prenda con me per il fatto che ti frequento come compagno di studio» Albert e Vinnie non la prenderanno mai bene.

«Perché non dovresti? Non sai chi sono, voglio farmi conoscere da te per ciò che sono, non per quello che ti hanno detto gli altri» spiega: «E poi che cazzo te ne frega di Hacker? Quello ha un bambino a cui pensare. Sai che non si scollerà mai da Monique»

PAUSE II - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora